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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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24/08/2005

La libertà nel meeting di Rimini

Cl esce allo scoperto, scegliendo un tema di straordinaria importanza. Qui è l'uomo ad essere di fronte a Dio nel momento del dono più grande...

   

La libertà nel meeting di Rimini

Quest’anno il Meeting non si nasconde dietro le sofisticate alchimie dei titoli che colgono le parole della suggestione epocale, ma esce allo scoperto. Non scandisce il suo essere con i vocaboli duri del lessico sociale, usa una dichiarazione esplicita di straordinaria importanza, ma nel dichiarare la libertà come bene supremo, ne ricorda il carattere di dono che proviene da Dio.

Tema tutt’altro che facile e che mi fa pensare immediatamente al rapporto tra Dio e gli uomini e al percorso di libertà che Cristo porge agli uomini. Al fatto che, proprio perché “dono”, è bene di tutti e di ognuno. Non può dunque esistere la libertà come valore assoluto per l’individuo, ma solo come bene condiviso. Se l’uomo pensasse di essere l’unico portatore di libertà, coglierebbe un vecchio sogno: quello di essere come Dio.

Libertà condivisa significa che nell’insieme si assicura a tutti la libertà e chi vive senza libertà – consapevole o inconsapevole che ne sia – ha diritto che un proprio simile si impegni per garantirgliela, al miglior grado possibile.

Dio fa così con noi. Si pensi alla Bibbia e alle sue profonde figurazioni, che esprimono una realtà che l’uomo deve, a poco a poco, scoprire: la libertà della conoscenza, perché la libertà è anche una conquista progressiva e sofferta.

Ma oggi, in Europa, relativismo, perdita delle radici, inesatto rispetto nei confronti di altre culture minano il percorso di continua redistribuzione della libertà che l’Occidente ha fatto nella sua storia e che oggi continua a fare. Cosicché tende a prevalere una visione laicista – non laica – della libertà, come bene individuale, che al massimo può trovare una limitazione nella libertà altrui. Penso che invece la mia libertà si rafforzi se la riesco a condividere, non a frenare, con la libertà dell’altro.

Forse questo modo di intendere la libertà è minoritario nell’Europa che perde di vista il rispetto della propria identità. Si può, però, avere rispetto per l’identità altrui, se non si ha rispetto per la propria?

Bene, culturalmente, cristianamente, siamo tutti figli di Atene e di Gerusalemme, del Sinai e del Golgota. Riscoprire e difendere le nostre radici, secondo me, significa anche onorare fino in fondo il dono del Cielo. Significa condividere la libertà, attraverso la conoscenza di un percorso antropologico che ha contraddistinto, fin qui, la nostra presenza di cristiani nella società occidentale.

 

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria