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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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28/12/2008

Lasciare la città-isola per navigare verso lo skyline della nuova Alessandria

Piercarlo Fabbio propone i primi sentieri del percorso del Piano Strategico. La logistica, l'università, la forma di città, l'industria della cultura. Ecco su che cosa ragionare nei prossimi anni

   

Lasciare la città-isola per navigare verso lo skyline della nuova Alessandria

Non voglio spiegare per l’ennesima volta che cosa intendiamo per Piano Strategico di Sviluppo.
Basti qui solo ricordare che con l’Associazione “Alessandria 2018” abbiamo costituito un think tank (letteralmente un “serbatoio di pensiero”) con molti portatori di interessi della società alessandrina – dall’Università alle categorie economiche, tanto per dare una dimensione alla compagine – per poter iniziare un percorso di individuazione dell’idea di città che domani dovrà caratterizzare l’evoluzione del capoluogo.
È quindi bene entrare un po’ in argomento.
L’altro giorno, parlando ai Consiglieri Comunali Onorari, ho usato una metafora per spiegare come gli alessandrini dovrebbero mutare la loro mentalità. Troppe volte il loro pessimismo sulla città ha finito per prevalere; troppe volte il richiamo ai “pochi clamori fra Tanaro e Bormida", è diventato un comodo alibi per sentirci come siamo stati descritti.
Siamo diventati perfetti Robinson Crusoe nella nostra isola-città, che vorremmo dottissima, quasi per narcisismo, ma nello stesso tempo tendiamo ad essere gelosi al punto da non rivelarla. Il nostro minimalismo è snob, è esercitazione da salotto radical chic… probabilmente è un atteggiamento di difesa da parte di chi, per troppo tempo si è fatto proteggere da possenti mura, prima, e da un intrigo di fiumi e corsi d’acqua, poi.
Ecco, io gioco le mie carte su una speranza, su quest’ultimo spiraglio: che gli alessandrini in verità non siano come appaiano o come intendano farsi percepire. Rischio tutto sulla capacità di dimostrare loro che si può abbandonare la città-isola ed essere ugualmente felici. Anzi più contenti, più relazionali, meno Robinson Crusoe sull’isola e più Robinson Crusoe ritornato alla società e scopertosi ricco.
Quale la rotta per uscire dalla città-isola?
Ce ne sono molte, ma una su tutte dovrà essere individuata dal Piano Strategico.
Oggi abbiamo già qualche sentiero, qualche accenno di percorso. Eccovene alcuni tanto per fare qualche esempio: la logistica, la forma della città, la cultura e la formazione di alto livello, la sanità d’eccellenza.
Dietro ad ognuno di questi momenti si cala uno snodo importante e significativo. Dietro ad ognuno di queste indicazioni, mentre le pensavamo, abbiamo già incominciato a fare, a delineare progetti, a coltivare idee, perché pensare la città del domani non significa non costruirne già oggi alcune prime tessere.
La logistica, per esempio, con il rilancio dell’Hub ferroviario nell’ex scalo merci. Ci raccontavamo come secondi solo a Bologna nel tempo mitico della nostra crescita di città. Ora abbiamo iniziato a vincere, in Italia, una selezione tremenda: da 800 scali merci, FS ne vuole mantenere solo 10. Uno di questi è già Alessandria!

Ma non solo logistica ferroviaria. Anche operazioni a valore aggiunto sulle merci in arrivo in modo da creare ricchezza. Questo è un risultato che cercheremo di percorrere nelle aree (Cantalupo, San Michele, Casalbagliano) esterne allo scalo.
Oppure la città che si estende diversamente da quanto fin qui fatto: fuori degli argini, superando la costrizione dei fiumi e parteggiando per una crescita concentrica del costruito, non disgiunta dalla armonia con l’ambiente che l’uomo deve far crescere, non indifferente all’inutilità dell’occupazione di terreno agricolo con manufatti non strategici.
Così come non può che passare per l’Università la crescita culturale di un’intera comunità, non solo con la “Cittadella della scienza e della tecnica”, ma soprattutto attraverso l'individuazione di percorsi nuovi. Perché non pensare che Alessandria diversifichi la sua offerta formativa, proponendo corsi di laurea in ingegneria con esclusivo insegnamento in lingua inglese?
La novità come elemento di attuazione; l’originalità come competizione attiva con altre sedi universitarie.
E alla cultura dobbiamo tendere come ad un’industria, che propaga la sua offerta in aggiunta a settori ormai maturi della nostra economia. Legare all’industria della cultura la capacità di aumentare l’introito turistico della città non è idea così campata in aria, se decidiamo di lasciare l’isola.
In questo contesto tendiamo ad iscrivere l’uscita dalla servitù militari e carcerarie e scegliere l’indirizzo del riutilizzo di immobili come la Cittadella o i Forti su tutti gli altri.
Infine, ma l’elenco potrebbe presto allungarsi, la tendenza a trasformare la città in un polo sanitario di eccellenza. Il nuovo ospedale è solo un aspetto di questo “sentiero”, perché operare per aggiungere “vita agli anni” e non solo “anni alla vita” è un traguardo di qualità che come alessandrini riteniamo strategico…

Così, navigando, lenti, calmi, pacati, per lasciarci alle spalle l’isolamento e guardare l’orizzonte che per noi non è una linea irraggiungibile, ma lo skyline della nuova Alessandria.

 

 

Piercarlo Fabbio

sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria