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30/12/2014

Il Comunismo ha creato l'uomo senza memoria

Inaugurata la mostra sulla resistenza rumena al regime dittatoriale nella sede provinciale MCL in via Migliara 43. Rimarrà aperta fino al 15 gennaio. Galleria foto

   

Il Comunismo ha creato l'uomo senza memoria

"La più grande vittoria del comunismo - un successo drammaticamente rivelatosi dopo il 1989 - è stata la creazione dell’uomo senza memoria, l’uomo sottoposto al lavaggio del cervello che non ricorda quello che era o quello che ha fatto prima dell’instaurazione della dittatura.
Aver realizzato il Memoriale delle Vittime del Comunismo e della Resistenza è una forma per contrastare questa vittoria, un mezzo per resuscitare la memoria collettiva.
Formato dal Museo di Sighet e dal Centro Internazionale per lo Studio sul Comunismo, con sede a Bucarest, e organizzatore della Summer School, il Memoriale è un’istituzione unica in quanto è nello stesso tempo centro di ricerca, di educazione e museo.
La mostra “Memoria come forma di giustizia”, presenta per la prima volta in Italia il nostro complesso Istituto, con al centro il Memoriale delle Vittime del Comunismo in Romania e nel mondo, costruito 21 anni fa in una ex prigione stalinista sotto l’egida del Consiglio d’Europa.

Perché non dimentichiamo: mentre in Occidente è stata annunciata la morte di Dio, a Est è stato selvaggiamente assassinato l’uomo. E chi può dire se un uomo o Dio sono più difficili da resuscitare"

Sono parole di Ana Blandiana, una delle maggiori poetesse rumene, che ha avuto l'iniziativa di creare il Museo di Sighet, dal quale deriva la mostra che il MCL di Alessandria e l'associazione Certamen hanno voluto portare ad Alessandria, come terza tappa dopo Bruxelles e Torino.

Lunedì 29 dicembre alle ore 17,45 la mostra è stata inaugurata alla Presenza della Curatrice Valentina Pascal, di Mario Bocchio (Certamen), del Presidente MCL Piercarlo Fabbio, delle autorità, di alcuni Sindaci dei Comuni vicini al capoluogo (Luigi Benzi, Gianfranco Baldi), degli ex assessori regionali Ugo Cavallera e Riccardo Molinari, e di tanti amici italiani e rumeni che si sono interessati al fenomeno dell'identità e dell'integrazione tra i popoli. "Proprio a quest'utopia andiamo dietro da tempo - ha ricordato Piercarlo Fabbio - costruire cioè un'Europa dei popoli, ma occorre conoscere e scambiarsi le esperienze, la storia, le sofferenze per far sì che ciò che oggi ci appare lontanissimo, sia un giorno possibile".

La mostra rimarrà aperta in via Migliara 43 ad Alessandria, fino al 15 gennaio.

 

Galleria fotografica di Marie Christine Selea - Cliccare sulle foto per entrare nella routine di visualizzazione


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