Il futuro dell’ex sito nucleare di Bosco Marengo, oggi in fase di disattivazione, non deve rimanere nell’incertezza. Si tratta di un’area, di proprietà pubblica divisa fra la società Sogin e FN (ENEA), che può essere utilmente riconvertita verso sbocchi di ricerca legati a produzioni basate su fonti rinnovabili ed energie pulite. Questo il parere di un gruppo di consiglieri provinciali, che hanno promosso un ordine del giorno (primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Ugo Cavallera. Il documento è stato sottoscritto anche da Piercarlo Fabbio) per chiedere alla Giunta Provinciale che innanzitutto la disattivazione dell’ex impianto nucleare sia autorizzata in tempi certi e senza ulteriori rinvii.

“È fondamentale che la Provincia provveda a verificare che i lavori vengano effettuati nel più rigoroso rispetto delle misure di sicurezza e tutela ambientale”, afferma Ugo Cavallera. “Non bisogna inoltre dimenticare la delicata questione occupazionale che sarà legata sempre più all’attività svolta in loco dall’Enea attraverso la sua controllata FN Nuove Tecnologie Avanzate, valutando l’opportunità di avviare iniziative produttive e di ricerca incentrate sulle energie alternative, coinvolgendo anche il sistema universitario piemontese”.

L’ordine del giorno impegna quindi la Giunta provinciale a studiare una soluzione per il destino del sito di Bosco Marengo, sollecitando un confronto con la società SOGIN circa la progettazione dell’intervento di smantellamento e gli eventuali piani industriali dell’azienda. Si richiede inoltre un coordinamento con la società FN che tenderà a sviluppare progressivamente la sua attività nella stessa area, garantendo come prioritario l’obiettivo di difesa occupazionale dei lavoratori specializzati della FN e la valorizzazione operativa dell’area stessa. (e.c.)