Si chiami Gazzo o Lovassino, Binda o Sambuy non conta. L’unica parola che lo racchiude è inquinamento. Succedeva nel 2003 e, secondo gli ultimi dati Arpa presentati nella V Commissione Ambiente, è successo anche nel 2004. Con un ulteriore peggioramento della qualità ambientale: al tradizionale inquinamento di origine industriale dell’area novese e di tipo fognario dell’area alessandrina, il gruppo di rilevamento dell’Arpa diretto dalla dottoressa Giuseppina Pavese, ha scoperto un ulteriore sovrapposizione di inquinamento di tipo industriale nel tratto finale del Rio.

Il corso d’acqua, che parte da Serravalle e si getta in Tanaro, ha ormai le caratteristiche di un corpo fognario piuttosto che di un corpo idrico superficiale, perché inquinato drammaticamente da scarichi antropici ed industriali.

Peraltro è risultato come Novi Ligure, che usa il Rio Gazzo tombinato, come fognatura principale di raccolta delle acque bianche e nere, e come corpo recettore del depuratore urbano, sia tra i soggetti inquinatori. E il rischio delle immissioni non è solo ecologico, ma anche igienico-sanitario. Peraltro i dati dell’ARPA certificano come la densità di inquinanti sia assai più consistente nell’area novese, di quanto avvenga nell’area alessandrina. Quello che preoccupa è anche il trascinamento dei contaminanti, che potrebbero influire sulla qualità delle acque del fiume Tanaro.

Come operare per passare dalla fase di analisi a quella indispensabile di bonifica in tempi brevi? Ho proposto, a nome del Gruppo di Forza Italia, anche per superare le camarille e le continue meline di alcuni Comuni frontalieri (soprattutto di Novi e Alessandria), all’Assessore provinciale all’Ambiente, Renzo Penna, che la Provincia si accolli il peso della progettazione di area vasta per la bonifica del corso d’acqua, stante il fatto che già sono previsti interventi di adeguamento del tracciato e di messa in sicurezza da esondazioni e straripamenti a causa delle piene del Rio.

Poi i Comuni si dovranno accollare gli interventi operativi, tenendo conto però che l’inquinamento non è solo di origine antropica, ma anche industriale e che in Italia vige il principio del “chi inquina paga”. L’Assessore Penna ha accolto la proposta di Forza Italia, ma si è premunito ritenendo indispensabile un pre-accordo con i Comuni, soprattutto con i maggiori.

Speriamo ora di non assistere ad una riedizione della favola di Fedro sul lupo e sull’agnello e che i Comuni di Novi e Alessandria si assumano responsabilmente gli oneri di questi interventi ambientali. La Regione, presente in commissione Ugo Cavallera, assessore all’Ambiente, non si tirerà certamente indietro.

Piercarlo Fabbio

Consigliere Provinciale FI