Finalmente dedicata una via agli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, secondo quanto avevo richiesto oltre due anni fa. È un riconoscimento doveroso anche della nostra città, che aveva accolto negli anni Cinquanta le ondate di esuli che sfuggivano ad una vera e propria pulizia etnica perpetrata dalle milizie comuniste di Tito, lasciando tutti i loro averi in una terra che avevano sempre ritenuto italiana.

È passato molto tempo e la nazione - con colpevole ritardo - è riuscita anche a dedicare una giornata a questi eroi sconosciuti e conosciuti del nostro tempo a cui si è dovuta riconoscere, di volta in volta, una italianità non sicura, non certa, sempre messa in dubbio da chi aveva interesse a negare le brutture di una storia, troppo scomoda da raccontare, troppo difficile da conoscere, specie per quella storiografia imperante che ha pensato e pensa di piegare la verità alle esigenze del politically correct.

Un ringraziamento particolare a Giuseppe Bianchini e Guido Ronzat per l'impegno dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Alessandria e Tortona.

Infine aver visto che su un cartello indicatore di via, gli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati avevano sottomesso nientepopodimeno che Carlo Marx, mi è sembrato solo un piccolo, incommensurabile rimborso per un'ingiustizia infinita.

Piercarlo Fabbio

Di seguito l'articolo che aveva reso pubblica, il 10 febbraio 2003, la notizia della richiesta di intitolazione:

Piercarlo Fabbio, capogruppo di Forza Italia al Comune di Alessandria, ricorda il giorno della memoria degli esuli italiani, che oggi, lunedì 10 febbraio, per la prima volta ricorre. È la data che rammenta il trattato di pace del 1947, che sancì il doloroso taglio dei confini italiani del nord est, quale prezzo da pagare ai vincitori jugoslavi.
Furono oltre 350 mila gli italiani costretti ad abbandonare l’Istria, Fiume e la Dalmazia. Molti altri morirono nelle foibe, naturali cavità carsiche. Il sistema più barbaro utilizzato dai miliziani di Tito era quello di legarli l’un l’altro con il filo di ferro e di gettarli ancora vivi nella foiba. Già nello stesso 1947 si avevano le prove di questo massacro.
“Da tempo, con i miei collaboratori, avevamo elaborato una proposta, quella di dedicare una via agli esuli italiani Giuliani e Dalmati – dice Piercarlo Fabbio – abbiamo colto l’occasione ed inoltrato a Sindaco e Presidente della Commissione Toponomastica la nostra istanza. Speriamo in una risposta pronta e positiva.”
Nella lettera Fabbio, tra l’altro, scrive che “oggi, nessuno osa più negare che nei confronti degli Italiani residenti sino al 1945 in Istria (allora Venezia Giulia: vedasi, in “Atlante De Agostini”, carte d’Italia anno 1919 e 1947) e Dalmazia sia stata effettuata una vera e propria “pulizia etnica”.
Fabbio sottolinea che: “anche Alessandria è stata interessata dall’esodo e la Presidenza del Consiglio Comunale, nel trascorso mandato amministrativo, ha cercato di approfondire questo tema e le inenarrabili tragedie che hanno colpito gli italiani giuliani e dalmati, dal 1947 costretti a lasciare la propria patria, perseguitati e trucidati nelle foibe dai miliziani comunisti del maresciallo Tito. Un seminario pubblico, in particolare, è stato dedicato al tema e ha visto la partecipazione di alcuni superstiti dell’esodo, che oggi sono nostri concittadini e di ciò dobbiamo esserne onorati.”
Quale l’ubicazione della nuova via? Secondo Fabbio il tratto di Corso Carlo Marx, denominato “Prolungamento Carlo Marx” , dal numero civico 1 al numero civico 5 bis; e il tratto iniziale di via Norberto Rosa dal numero civico “2” al numero civico “20”.