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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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05/02/2006

Nuova dimensione donna: non garantire la maternità?

Dal caso Kostner alla manifestazione di Milano, Teresa Curino riprende il ragionamento su donna, famiglia e lavoro

   

Nuova dimensione donna: non garantire la maternità?

Questa in breve è la notizia che ha fatto il giro del mondo.
C'è una donna (la sciatrice Isolde Kostner) che aspetta un figlio e per questo rinuncia alla sua professione, alla sua brillante carriera e ad un appuntamento importante che scade tra poco (Olimpiadi di Torino).
Dovrebbe essere scontato che la vita di un figlio valga più di qualsiasi altra cosa, ma sappiamo che non è così, non lo è per tutti.
C'è una legge che permette di eliminare queste vite "non programmate" e tutti si nascondono dietro al paravento della legge che "difende la libertà delle donne". Così gridavano alcune donne durante una recente manifestazione di Milano in difesa della legge 194 ripetendo concetti (e slogan) vecchi di trent’anni accusando di oscurantismo (se non di peggio) chi osa chiedere che venga applicata (non cancellata, come vogliono farci credere) la 194 anche nelle sue parti a difesa della vita e riassunte nel titolo stesso della legge “Norme per la tutela sociale della maternità”. Ma nel 2006 è davvero prioritario rivendicare il diritto a “non essere madri”, dove al contrario l’applicazione di una legge lo ha di fatto garantito in modo totale? Nella mia esperienza è vero il contrario. Le priorità sono altre. Chi non sono totalmente garantite sono le donne che scelgono di essere madri: le difficoltà di ritornare al lavoro dopo la maternità con un part-time o con degli orari possibili e flessibili, le difficoltà di trovare un asilo e un asilo confacente alle proprie necessità o peggio ancora di mantenere il lavoro se precario o a tempo. Chi non sono totalmente garantite sono le famiglie perché tutto ruota intorno ai tempi del lavoro e della società e non ai tempi della famiglia nel suo essere soggetto di riferimento culturale, sociale e politico. Per questo vale la pena impegnarsi, per “riprendersi la maternità” nonostante il lavoro, la carriera, gli stipendi e tutte le incertezze di un tempo dove la cultura dominante ti porta ad essere eterni fanciulli e dove l’unica legge è il desiderio di sé e per sé.
È bello poter dire come scrive la Kostner “non parteciperò alle Olimpiadi perché aspetto un bambino e quindi la mia prossima bellissima sfida non sarà rincorrere la medaglia d'oro ma diventare mamma. Sono grata a Dio di avermi fatto questo bel regalo del tutto inatteso nonostante questo momento che può esser visto da molti come inopportuno” e vivere l’essere coppia e l’essere genitori con la consapevolezza di essere parte di un Destino più grande.
 

Teresa Curino

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria