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Sabato 11 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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06/07/2005

I 6 NO di Forza Italia sul Piano Generale del Traffico Urbano

Gli appunti dell'intervento del capogruppo Fabbio in Consiglio Comunale. Perché gli azzurri sono contro all'ultima revisione di Piano. O non di Piano?

   

I 6 NO di Forza Italia sul Piano Generale del Traffico Urbano

Appunti per l'intervento sul PGTU - 5 luglio 2005 - Consiglio Comunale di Alessandria

 

1) Non è un Piano, ma solo un “trattamento” si direbbe con linguaggio cinematografico, “una relazione preliminare” con quello amministrativo. Perché:

    a) mancano priorità connesse a tempi, e risorse per le realizzazioni (inutile pensare a piani attuativi ed esecutivi, che, peraltro (è il caso dei parcheggi) non ci forniscono questo tipo di visione)

    b) il piano dura due anni e non può presentare scenari a dieci o vent’anni, ancorché vi si possa leggere una logica, una strategia di fondo. (che senso v’è di dire sì ad un parcheggio ipogeo come quello di piazza Matteotti, se poi la sua realizzazione o la decisione concernente la sua realizzazione è messa in dubbio dalla stessa relazione finale?)

    c) il pericolo vero è che, non vincolati ad un rapporto stretto di priorità, tempi, risorse, il tutto rimanga lettera morta

    d) oppure che si faccia solo ciò che si intende fare, senza però avere il coraggio di affermarlo in Consiglio Comunale. Quando tutte le porte sono aperte si sa una cosa, che si passerà da una e che le altre non si utilizzeranno, ma ci si è deliberatamente costruita l’iperlibertà di scelta, turlupinando il Consiglio Comunale

 

2) Nel merito cosa non condividiamo nel disegno di fondo di un documento di cui l’Amministrazione si dota e che vuol chiamare PGTU:

    a) l’obsoleto disegno di un allargamento dell’area pedonale centrale omogenea, compatta, monocorde e monolitica, come un’ameba che si allarga partendo dal suo nucleo, quando oggi i più moderni disegni di traffic calming pensano a creare oasi pedonali messe in rete, tra loro connesse e raggiungibili con il TPL o quello privato, al fine della tutela monumentale, o di particolari spazi sociali o, ancora di aree economiche pregiate. Non condividiamo il disegno del deserto, della desertificazione del Centro, del non riconoscimento della funzione sociale, prima che economica, del commercio, della svalutazione degli immobili centrali, della non percorribilità del centro da parte di quei residenti a cui – in molti piani di recupero – abbiamo imposto box e garage ai sensi della legge Tonioli (nel centro vivono oltre 30 mila cittadini – è ipotizzabile che vi siano 10 mila automobili potenzialmente circolanti solo per i residenti?)

    b) Abbiamo offerto un fiore (Santa Maria di Castello): un fiore contro il deserto o un fiore nel deserto, ma il senso era quello di indicarvi il fiore e voi avete accentuato la logica del deserto.

    c) A questo allargamento delle aree pedonali urbane non corrisponde un disegno di parcheggi distribuiti in modo equilibrato nella corona interna degli spazi, in modo che i flussi di traffico si dividano e si carichino tutti su un’area. Se via Parma non avrà un contraltare, se piazza della Libertà verrà mantenuta a parcheggio, vedremo gli automobilisti prendere d’assalto la zona Marengo per accedervi, aggiungendo congestionamento a congestionamento.

    d) Le stesse circonvallazioni rischiano di esplodere. Anche se un minimo beneficio potrà essere generato dal secondo lotto della tangenziale, che molti potranno usare come circonvallazione esterna, alla fine, per avvicinarsi al Centro – che nel vostro disegno non potrà più essere attraversato dal traffico veicolare – occorrerà pensare a fluidificazioni e potenziamento degli accessi radiali agli spalti.

    e) TPL: oggi è inquinante, il parco mezzi è obsoleto (pochi a metano, nessun euro 4, molti Euro 0), ATM ha speso quasi 600 mila euro di pezzi di ricambio nel 2004 e per i primi due anni non ha potuto comprare mezzi nuovi, perché costretta a compartecipare al risanamento di una finanza comunale che, regolarmente, ha presentato forti avanzi di amministrazione.

    f) Il miraggio delle piste ciclabili. Alessandria non è Ferrara e guardare le fotografie degli anni Cinquanta prima che avvenisse la motorizzazione di massa non è un bel sistema. Occorre qui più serietà. Occorre sperimentare un percorso compiuto – che so da un quartiere al centro – e poi verificare la utilizzabilità. Vi sono appassionati che possono aiutarci a non buttare via denaro pubblico in disegni velleitari e che si realizzeranno in chissà quanto tempo.

Conclusioni del punto 2: questo scenario non è compatibile con una città conformata come Alessandria, perché tenderebbe a favorire ciò che si vuole evitare: l’abbandono o l’allontanamento dal centro, l’appesantimento dei fenomeni migratori dei residenti verso altre città della provincia (il problema della Fraschetta e dell’attrazione di Novi e Tortona)

 

3) Le nostre proposte non sono state tenute in considerazione, avete preferito blindare il Piano, piuttosto che metterne in discussione le scelte. Non diteci che di proposte non ne avete avute, perché vi dovremmo definire come una maggioranza ipoacusica, che chiude la mente prima ancora delle orecchie.

    a) su tutte quella di affidare a privati la realizzazione di parcheggi sotterranei zonali ad utilizzo misto, pubblico e privato (via Tortona, piuttosto che altre zone). È una prospettiva che a Milano ha avuto grande successo e le strade, pima ingombre di auto, oggi sono molto più vivibili

 

4) La genesi del Piano è incredibile: adottato dalla Giunta con il parere favorevole dei tecnici che poi hanno utilizzato il metodo delle OSSERVAZIONI per emendarlo; non ripubblicato quando, secondo noi, andava fatto, anzi riproposto dalla Giunta al Consiglio, quando ormai la Giunta aveva finito il suo percorso; consegnato ai Consiglieri in una versione “falsa”, ma, per certi versi, assai più logica di quella che approviamo.

 

In sintesi: Il Piano, che non è un Piano, raggiunge gli obiettivi che legge ed Amministrazione si sono dati? Sei sono i nostri NO.

- miglioramento della circolazione generale del traffico urbano: NO, perché impedisce il suo svolgimento in una parte della città, ma ne sovraccarica altre. La circolazione, dove sarà concessa, sarà peggiore;

- miglioramento della circolazione pedonale: NO, perché un’APU più grande non garantisce il pedone dove deve essere garantito, cioè negli attraversamenti, nelle intersezioni, nelle strade non dotate di marciapiedi, ecc.

- miglioramento della sicurezza stradale: NO, perché dove ci sarà traffico sarà più intenso e vi saranno più alte probabilità di incidenti. Lo stesso ricorso alle rotatorie come quasi unico sistema per regolare le intersezioni, favorisce i veicoli, ma non i pedoni ed i ciclisti che sono così svantaggiati

- razionalizzazione del sistema dei parcheggi: NO, perché tutto e il contrario di tutto è previsto e, nei prossimi due anni, sarà già un miracolo se si potrà vedere realizzata una parte del parcheggio di via Parma

- riduzione degli inquinanti acustici ed atmosferici: NO, se le zone dove si impedirà la circolazione avranno un beneficio, la mancanza di parcheggi, l’aumento di moto circolatorio alla ricerca degli stessi, il sovraccarico degli spalti sposterà solo il problema di qualche centinaio di metri.

- Risparmio energetico: NO, perché non esistono sul documento delle vere e proprie scelte in merito, salvo non si pensi che, non potendo raggiungere il centro con la propria auto, i concittadini si vedranno costretti ad aumentare l’utilizzo del TPL. In un piano che non è un piano ci si può accontentare anche di vivere di speranze.

 

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria