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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/02/2013

La Rossa chiede su Al.Tri. e Fabbio risponde

Ci sono cose così semplici che sarebbe inutile chiedere, comunque rispondo perché la verità deve essere raccontata

   

La Rossa chiede su Al.Tri. e Fabbio risponde

Rita Rossa scrive su FB chiedendomi di rispondere:

Società Al.Tri: il problema per questa è che gli amministratori ‘si sono mangiati’ il capitale sociale pur non avendo mai svolto nessuna attività. Seppur costituita nel 2010 e pur con due presidenti, la Società non è mai decollata. In compenso è riuscita a spendere 1 milione circa del capitale sociale!
Andrebbe chiesto, quindi, a Fabbio perché la Società non sia partita fra il 2010 e il maggio 2012 e per quale ragione le entrate potenziali per 70 milioni di euro, supposto che esistano, non possano essere incassate dagli uffici comunali.
Il capitale è stato utilizzato per pagare consulenze (di cui una al padre dell’ex presidente Amiu, Valerio Gennaro, per corrispettivi pari a quelli di un dirigente a tempo pieno del Comune) e per l’affitto di locali con un contratto di locazione in cui le spese di ristrutturazione erano a carico del Comune.
Ma se i locali non erano adatti, perché sono stati scelti?
E perché non sono stati utilizzati quelli degli Uffici Tributi in cui il personale già svolgeva mansioni analoghe?
La mia Giunta non ha proseguito perché non era più in grado di sostenere le spese di Al.TRI., ma la vera questione è il perché la Società non è partita prima?

 

La mia risposta su Al.Tri.

Risposte troppo semplici perché non le sappia dare il Sindaco in carica e abbia bisogno di me:
1) La società è partita con tutte le attività preventive: informatizzazione, banche dati, censimento dei cespiti d’entrata (ICI, TIA, Cartografie, Agenzia delle entrate, CCIAA, Anagrafe comunale, anagrafe contravvenzioni, censimento edifici fantasma con sistemi satellitari - oltre 1500 nel territorio comunale-, ecc.) verifica della possibilità di utilizzare archivi informatici e loro relativa autorizzazione, software e hardware (pronto a partire), reclutamento del personale potenziale e disponibilità da parte degli stessi, modalità di passaggio all’azienda del personale dal Comune e da altri enti (non essendo previste nuove assunzioni), organizzazione dell’attività, percorsi di formazione mirata, cablatura reti locali in divenire, ecc. Solo la vicinanza delle elezioni aveva consigliato di rinviare di pochi mesi l’avvio effettivo dell’attività, che poi la nuova Giunta ha pensato di non continuare;
2) Le entrate potenziali di circa 70 milioni di euro (recupero dell’evasione a parte) sono quelle iscritte dalla Rossa nel Bilancio Stabilmente equilibrato adottato dal Consiglio Comunale il 19 dicembre 2012. Se non è sicura delle poste inserite, perché chiede ad altri di sciogliere i suoi dubbi? A ciò occorre aggiungere altri cespiti tributari che oggi vengono incassati da altri Enti, come Aspal (non a caso la sindaca non sa che fare del personale dipendente Aspal adibito a questa funzione). In Comune, come lei ben sa non avrebbero potuto rientrare o entrare ex novo. Del resto da tempo nutrivamo sospetti sulla sua competenza in materia;
3) Il consulente (contratto di co.co.pro rinnovabile a tre mesi) a cui fa cenno la sindacarossa non è il padre dell’ex Presidente dell’AMIU Valerio Gennaro (e qui la propensione alle frottole della sindaca si fa nuovamente alta, dovrebbe essere più prudente e informarsi prima di parlare di persone stimate e rispettabili) e peraltro sta parlando di un professionista per anni ai vertici e direttore di Caraltributi, quindi assai competente in materia, specie in una fase di startup azindale. Fu scelto dal Presidente dott. Michele Ivaldi, che lo aveva avuto come stretto collaboratore durante la sua permanenza di sei anni come Presidente dei revisori dell’ente di riscossione;
4) I locali sono stati scelti perché quelli attualmente utilizzati dall’ufficio tributi non avrebbero potuto certamente accogliere le ulteriori funzioni aggiuntive di Altri, come ad esempio la gestione Tia, l’incasso Tosap/Cosap e Affissioni e la gestione di materiali relativi, la gestione multe del Codice della Strada, un front office pronto e sufficiente ad accogliere oltre 50 mila accessi l’anno, un back office funzionale per il numero di dipendenti operativi ben più alto di quello impiegato dall’attuale ufficio tributi per lo spiegato accorpamento delle funzioni. In aggiunta si sarebbero liberati locali, attualmente in affitto come quelli dei Tributi Aspal e affissioni, con il risparmio dovuto alla razionalizzazione e all’unificazione delle attività;
5) I locali peraltro avrebbero avuto un ulteriore vantaggio: avrebbero portato persone verso una zona commerciale come via San Lorenzo in forte decremento di accessi e dunque di scambi commerciali. Si dice di dover far tanto per il centro storico, poi non si fa nulla. Ed in ciò, uccidendo Altri nella culla, si è riusciti a fare anche questa.
6) Nell’aspettare di verificare le carte sul canone d’affitto, nell’immediato posso affermare che l’indirizzo del sottoscritto ad Altri era quello di pagare un canone d’affitto per locali ristrutturati con spese a carico del proprietario dell’immobile, che li doveva adattare alle nostre complesse esigenze. E così avvenne: per gli oltre 800 metri quadri di superficie si sarebbero pagati circa 7500 euro al mese. Ma c’è di più: le cifre pagate per l’affitto avrebbero potuto essere scomputate dal prezzo di acquisto dell’immobile nel caso il Comune avesse un giorno deciso di acquisirlo. Il prezzo era pattuito col meccanismo “ora per allora”. Diverso il discorso sulla congruità del prezzo del canone, che certamente non sono in grado di valutare non essendo un tecnico in materia ma la struttura tecnica del Comune su tale materia si era espressa favorevolmente. Se la sindacarossa, che ha studi da maestra, ha conoscenze di estimo non è questione che possa essere dirimente nelle procedure decisionali di un Comune capoluogo.
Peraltro l’affitto che paga Aspal mi pare sullo stesso piede (circa 100.000 euro annui) e se non funziona perché la sindaca non l’ha finora fatto disdettare dettando un preciso indirizzo in materia?
Cosa può essere successo? E mi appresto a controllarlo: che l’imprenditore a cui erano stati ordinati lavori per 243.000 euro, si sia sentito danneggiato dall’interruzione del contratto da parte della nuova Giunta e abbia deciso di richiedere i danni.

Quanto al fallimento delle due aziende consiglierei la verifica della più aggiornata giurisprudenza e dottrina, che esclude le aziende in house da tali processi. Una verifica che sarebbe bene, per evitare grossolani errori, approfondire, sempre nell’ottica di costruire e non solo in quella di distruggere.
Un’ultimissima questione. Lei è un sindaco, eviti di usare frasi come “si sono mangiati”, più vicine all’uso da locanda che a quello che deve utilizzare un amministratore pubblico che voglia raccontare anche la più semplice verità.

 

Piercarlo Fabbio

Presidente PDL

in Consiglio Comunale

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria