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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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04/09/2012

E si autodefinivano 'democratici'!

Grave ed illegittime azioni di censura da parte della Presidenza del Consiglio Comunale nei confronti del Consigliere Locci. Stamane dal Prefetto...

   

E si autodefinivano 'democratici'!

Il Consigliere Comunale Emanuele Locci, a seguito delle gravi violazioni regolamentari del Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria avvenute nella seduta del Consiglio del 3 settembre, ha presentato al Prefetto di Alessandria in data odierna alle ore 10 formale “richiesta di intervento a tutela delle prerogative democratiche dei Consiglieri Comunali di Alessandria nell’esercizio delle loro funzioni”.

Il Consigliere Locci aveva presentato una mozione “collegata” alla proposta di deliberazione della Giunta sul piano programma e sul contratto di servizio della costituenda azienda speciale, secondo quanto previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale di Alessandria, ai sensi del quale “Il Presidente deve inoltre sottoporre all’esame del Consiglio le proposte di mozione di uguale oggetto di una proposta di deliberazione iscritta all’ordine dei lavori…” (art.45 c. 3) e ancora “…la proposta di mozione di uguale oggetto di una proposta di deliberazione deve essere sottoposta al voto immediatamente dopo la deliberazione…” (art.45 c. 4) e ancora “La discussione di una proposta di deliberazione e delle proposte di mozione relative allo stesso oggetto avviene congiuntamente” (art. 45 c. 6). Il Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria ha impedito la presentazione e la successiva discussione e votazione della mozione collegata presentata da Locci dichiarandola “respinta” ed adducendo l’espressione di un parere tecnico del Vice Segretario Generale di non ammissibilità verso la mozione del consigliere nonostante il Regolamento del Consiglio Comunale non preveda l’espressione di un parere tecnico da parte del Segretario Generale (previsto solo per gli emendamenti ed i subemendamenti) né la possibilità di pronunciarsi sulla ammissibilità degli atti, facoltà riservata all’Ufficio di Presidenza (di cui sono membri il Presidente ed i due Vice Presidenti del Consiglio Comunale) e solo nei casi in cui “…la formulazione costituisca violazione di Legge…” (art. 44 c.3). Il Vice Segretario Generale non ha fornito un parere tecnico di non ammissibilità sulla mozione di Locci (che, comunque, non può pronunciare), esprimendo inoltre allo stesso consigliere pidiellino il pieno diritto di presentare, discutere e votare la mozione “collegata” alla proposta di deliberazione della Giunta ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale.

Successivamente il Presidente del Consiglio Comunale ha assegnato illegittimamente al Consiglio Comunale la facoltà di esprimersi sull’ammissibilità della mozione “collegata” alla proposta di deliberazione – senza che tale facoltà trovi alcun fondamento né nel Testo Unico degli Enti Locali, né nello Statuto del Consiglio Comunale, né nel Regolamento del Consiglio Comunale – chiedendo dunque al Consiglio Comunale di esprimersi con un voto sull’assegnazione o meno di un diritto – quello della presentazione, discussione e votazione della mozione “collegata” – che è già attribuito dalle norme e dai regolamenti vigenti. Il Consiglio Comunale, su proposta del Presidente del Consiglio Comunale, esprimendosi con un voto a maggioranza ha illegittimamente impedito la presentazione, discussione e votazione della mozione “collegata”, determinando un grave pregiudizio alle prerogative previste nell’esercizio delle funzioni di un Consigliere Comunale.

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria