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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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30/01/2013

'Costruire insieme': l'epilogo?

Frettolosamente costituita contro la legge ad Agosto, ora rischia di diventare un grosso guaio per la maggioranza. Intanto, senza nemmeno uno straccio di parere della Corte dei Conti, occorrerà chiudere al più presto l'azienda e garantire un futuro certo ai lavoratori

   

'Costruire insieme': l'epilogo?

La mia domanda si basava su promesse sentite nell'aula consiliare, cioè che la nuova società denominata pomposamente "Costruire insieme", dopo le intense contestazioni sollevate ad agosto dal PDL e da altre opposizioni, si potesse fare solo dopo aver ascoltato un parere della Corte dei Conti, in modo da stare tranquilli.

Per noi comunque rimaneva e rimane un'azienda costituita illegalmente, contro la legge che ne impediva la formazione, ma un giudizio della Corte non sarebbe stato inutile, se non altro per i colleghi della maggioranza di sinistra che potrebbero rispondere di persona. Corte che, peraltro, in altri casi simili capitati nel bel Paese, si era sempre dichiarata ostile.
"Beh - ci eravamo detti consapevoli della nostra modestia - hai visto mai che per il Comune di Alessandria, retto da un sindaco a cui non credono neppure più le statistiche (93esimo posto su 100), le cose possano andare diversamente?" Poi ci eravamo pazientemente messi ad attendere fidandoci della sincerità di chi invece ci ha insegnato che raccontare le bugie è "un onore", quando si devono denunciare fatti gravi come l'acquisto di 3 etti di tartufi da 1000 euro circa nel 2009. Spesa che, effettuata da AMAG, avrà sicuramente creato i presupposti per il dissesto del Comune. Dissesto che sempre più cittadini si chiedono se sia stato dichiarato per odio politico o per reale necessità.
Comunque, digressioni a parte, attendevamo fiduciosi che le promesse fatte in aula e ascoltate molto bene dagli operatori interessati presenti numerosi in quella serata sulla balconata, si concretizzassero in uno straccio di indicazione, magari positiva per la società, smentendoci in nome del bene comune.
Passa il tempo e la pazienza si riduce, così ho deciso, anche su sollecitazione, di chiedere la richiesta di parere e il conseguente documento della Corte. A stretto giro di posta abbiamo avuto la risposta del dirigente competente: nessun parere era mai stato chiesto, nè ovviamente vi era risposta da parte della Corte.

Ah, sì? E finisce così? Con una spada di Damocle tesa sul capo di una società che domani, da un momento all'altro potrebbe essere sciolta ope legis? E i dipendenti così generosamente assunti in quella forma, perché le cooperative non garantivano livelli retributivi dignitosi (frase detta dall'assessore Puleio, CGIL, sostenitore nei secoli precedenti di tutt'altra ragione) che fine potrebbero fare? Mentre i "comunali" vincitori di concorso, potranno rientrare alla casa madre o dovranno sottostare alle sanzioni del Patto di Stabilità sforato nel 2012 che non consente nel 2013 di procedere a nuove assunzioni? Ma soprattutto, i costi si dilateranno e vi è più di un fondato parere di esperto, che ritiene possa generarsi un danno erariale se oltre all'illegalità dell'istituzione si aggiunge l'aumento dei costi rispetto a ciò che il Comune già spendeva con la gestione in economia dei servizi 0-6 anni. Oppure, altra ipotesi, per contenere i costi il più possibile entro quelli tradizionali, si chiede un concorso nelle spese ben più alto di quello attuale alle famiglie.
Un consiglio, non potendo che richiamare "l'inutile precauzione", potrebbe essere quello di chiudere al più presto l'azienda speciale, prima che si metta a costare troppo e che crei un disavanzo esagerato ed incolmabile. Certamente la maggioranza dovrebbe prendere atto di aver sbagliato la decisione, magari l'assessore che tanto l'ha voluta si dovrebbe dimettere, ma prima si trovi una soluzione certa e duratura per i dipendenti illusi in campagna elettorale, che non sopporterebbero un'altra volta di essere presi in giro da promesse che non possono essere mantenute.
Del resto finora l'Amministrazione ha usato un solo metodo: ha sfasciato tutto ciò che vi era da sfasciare senza avere la minima idea di cosa fare dopo, avendo però un alibi pronto: dare la colpa alla Giunta precedente. Ma il giochino ormai ha le ore contate e ogni minuto in più fa apparire l'Amministrazione Comunale sempre più come irresponsabile, anche alla luce del fatto che fra Aspal, Tra, Amiu e Costruire Insieme sono già troppi i lavoratori che hanno perso il posto o che lo rischiano, ma che fino a maggio 2012, pur tra mille sforzi mai pubblicizzati in modo stentoreo all'esterno, hanno potuto tranquillamente prestare la propria opera e avere il dovuto salario.
Perché un'inchiesta in più non garantisce certo il futuro a centinaia di lavoratori e alle loro famiglie. Ed è questo a cui dobbiamo mirare. Per dare una mano noi, al solito, saremo disponibili.
 


Piercarlo Fabbio
Presidente gruppo PDL
Comune di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria