5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

Si vota. Sì, non sembra vero, ma qualcuno riuscirà a farlo. Ben per lui. Ma ho l'impressione che molti resteranno a casa, disillusi dalla politica o forse perché la politica di oggi si deve fare con la pancia piena. È un lusso per pochi. Si rischia naturalmente, nell'epoca del settantesimo del suffragio universale donne comprese, di rivotare per censo. Chi si può permettere di stare attento alla politica, perché ha spazi di vita e di esistenza che glielo consentono, può anche decidere di andare a votare; chi invece è stato - negli anni di crisi o di nuovo ordine che ahimé continuano - obbligato ad occuparsi di se stesso, della sua famiglia, addirittura dei bisogni primari della vita, non saprà che fare e forse deciderà di riposarsi, guardando una volta tanto gli altri affacendarsi ai seggi, muoversi di casa, mettersi su qualcosa di meno quotidiano, tirare fuori documenti, imbracciare la matita copiativa, far segni su schede che significano "scelta" tra i contendenti e ritornare contento di aver fatto il proprio dovere, perché il diritto se lo è già mangiato la storiadai tempi di Monti. Di voto tecnologico nemmeno parlarne. Poi non so se aspetterà i risultati, tanto sempre un'oligarchia si rischia di votare. Perché? Perché i politici da eleggere son sempre più pochi e la democrazia della rappresentanza sarà ulteriormente umiliata. Del resto la politica costa e vuoi mica spendere denaro pubblico per dare due euretti ad un sindaco o ad un consigliere comunale? Meglio che comandino pochi, ma almeno che costino niente o quasi. Ad andare dietro ai demagoghi di turno, si rischia di non essere più cittadini, nell'epoca in cui qualcuno si ostina a chiamarci tali. Ma non c'è un hard discount con qualche politico a buon prezzo da scegliere? Buon voto!

(219) Alessandria 5 giugno 2016