5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

"Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati d'aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d'aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de' supplizi, la demolizion della casa d'uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s'innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un'iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell'attentato e della pena. E in ciò non s'ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile." (Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame, Milano, 1840). Potrebbe bastare, per capire come la storia può insegnarci tanto. Per esempio che le credenze non fanno parte della giustizia, ma non ne sono scevri coloro che l'amministrano e che l'infamia del 1630, decretata a carico di due innocenti Guglielmo Piazza (commissario di sanità) e Gian Giacomo Mora (barbiere), giustiziati con il supplizio della ruota, circa 150 anni dopo ricadde sui giudici. Un insegnamento che si ritrova, oggi, nella giornata della Pace, in molti passi del messaggio di Papa Francesco, ove l'uomo, "essere relazionale è destinato a realizzarsi nel contesto di rapporti interpersonali ispirati a giustizia e carità, ed è fondamentale per il suo sviluppo che siano riconosciute e rispettate la sua dignità, libertà e autonomia.". Buon Anno 2015, in attesa che il principio evocato dal Pontefice possa diventare comportamento universale.

(193) Alessandria 1° gennaio 2015