5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

Ed ora che si fa? Al di là del poco tempo che ci divide dalle grigliate orgiastiche di ferragosto tra braciole e tonnellate pachidermiche di angurie vendute neppure tanto sottoprezzo, sono molte le domande che attanagliano la politica italiana e, perché no, anche quella locale. Da una parte il PDL attende nuove - si sperano buone - sull'agibilità politica del proprio leader, anche se un Berlusconi carcerato farebbe tanto "Risorgimento" e finirebbe per fare molto male a quelli come Esposito che fino a ieri sembravano inarrivabili vette del prestigio nazionale. E farebbe peggio anche al PD in cerca di se stesso da ormai troppi mesi e con un ectoplasmatico segretario che Letta provvede a smentire il giorno dopo su ogni tema, IMU in testa.

Mentre dalle parti di Alessandria non si capisce che facciano gli amministratori. La città è sempre più sporca, ma gli alessandrini pagano fior di tasse (si superano i 70 milioni di gettito). Progetti all'orizzonte non se ne vedono, la politica industriale è pasticciona e si ha più di una certezza che a Palazzo Rosso si viva alla giornata. Intanto sono oltre cento i lavoratori che hanno perso l'occupazione e non ve n'è da vantarsene. Il giocattolo è stato confusamente smontato ed ora non si sa più come rimetterlo insieme. Del resto si sapeva che i cervelli dietro alla sindaca fossero bravissimi nel distruggere e incapaci di costruire: parlava la loro storia. Molti già attendono che questi moralizzatori stile "fiumi di parole" abbandonino al più presto il palazzo cadente (persiane e calcinacci compresi), ma loro resistono chiedendo (e finora ottenendo) proroghe, deroghe e nuove leggi. Anche loro sono in attesa come i cugini maggiori romani di un buon treno che passi.

(151) Alessandria 13 agosto 2013