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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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15/07/2007

La Repubblica dei capibastone

Si sta avviando verso la fase finale la seconda Repubblica mai nata? Ettore Bonalberti prova a delineare qualche possibile scenario

   

La Repubblica dei capibastone

Venerdì scorso da Brescia a Venezia l’Eurostar 9713 viaggiava con un’ora e mezza di ritardo.
I vagoni con il sistema di condizionamento fuori uso sembravano cabine da bagno turco: i viaggiatori furenti.

Sabato mattina all’ufficio postale è stato impossibile ritirare il passaporto per lo sciopero dei dipendenti e i cittadini, molti dei quali solo al Sabato possono espletare alcune pratiche burocratiche, letteralmente fuori dai gangheri.

Insomma in due sole giornate ho provato quello che si sente ogni giorno dai telegiornali e si legge sui quotidiani: non c’è categoria che non protesti e il Paese sembra sempre più ridotto alla condizione dantesca di: “nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello”.

Apro i giornali sabato e leggo che D’Alema, snobbando le prossime scadenze che riguardano leadership e avvio del nuovo Partito democratico, si chiama fuori essendo impegnato a “far altro”, prefigurando per sé, nell’immediato futuro, l’incarico di facente funzione del ministro degli esteri dell’Unione Europea al posto di Xavier Solana.

Da cosa gli derivi questa sicurezza di un'Europa, oramai in prevalenza guidata dai partiti che si ispirano al Partito Popolare Europeo e con quelli dell’est europeo fortemente orientati in senso euroatlantico, pronta a favorirne l’approdo è mistero da interpretare.

Diffusa è, in realtà, la sensazione di un crisi irrimediabile della seconda repubblica dopo i conflitti istituzionali tra Governo e massime autorità della guardia di Finanza e della polizia, con lo scontro avviato tra Consiglio superiore della magistratura e organi preposti alla sicurezza dello Stato e un Parlamento ridotta alla totale impotenza legislativa generandi.

Assoluta confusione non solo dal lato delle politiche economiche e sociali (formulazione del DPEF, federalismo fiscale, rapporti tra Stato, Regioni ed enti locali; riforma pensionistica e utilizzo del tesoretto variabile nelle mani del ministro Padoa Schioppa con il suo permanente sorriso chapliniano a piena dentiera ), ma anche e soprattutto totale è la confusione sul piano della riforma della giustizia; su quello della legge elettorale sospesa tra l’impotenza politica di un parlamento bloccato tra forze che si annullano nelle contrapposte soluzioni e un referendum sempre più minaccioso che, in assenza d’altro, segnerà la fine di questa legislatura.

Pressoché unanime tra tutti i capibastone dei diversi partiti, senza eccezione alcuno, la difesa di un sistema senza le preferenze, che ha ridotto la rappresentanza politica ad una classe assai poco dirigente quanto piuttosto eterodiretta perché scelta per cooptazione dall’alto.

Sino a quando non si tornerà ad un sistema in cui la scelta degli eletti tornerà con la preferenza in mano agli elettori, obbligando gli eletti a mantenere uno stretto rapporto con le realtà di base, scivoleremo sempre più su una china pericolosa antidemocratica e sempre più netto sarà il distacco tra paese legale e paese reale.

È tempo che coloro che anche in politica affondano le loro radici nei principi e nei valori della dottrina sociale della Chiesa facciano sentire alta e forte la loro voce.

È tempo che coloro che si rifanno alla tradizione e alla realtà del partito popolare europeo superino le attuali divisioni interne per costruire insieme quella sezione italiana del PPE che, per il centro moderato italiano, può e deve rappresentare il punto di riferimento essenziale nel contesto dell’Europa.

Proprio per approfondire questi temi, il prossimo 12 ottobre ci riuniremo a Firenze con cattolici e laici di diversi schieramenti partitici per ragionare insieme sul ruolo dei cattolici in questa fase difficile di tormentata transizione dalla seconda Repubblica alla Quarta Fase della nostra storia repubblicana.

da "Radioformigoni", 8 Luglio 2007

Ettore Bonalberti

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria