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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/07/2007

Quello della tessera numero 1

Ettore Bonalberti traccia un breve profilo della situazione politica attuale e del Governo morente. Spetterà ai senatori a vita staccare la spina?

   

Quello della tessera numero 1

Incappati nelle compromettenti intercettazioni del caso Conforte-Unipol, preso atto della fallimentare gestione del governo Prodi, finiti in mezzo al guado di un’operazione politica che ha già segnato nella carne i DS con la rottura di Mussi, Angius e Salvi della Sinistra Democratica, per non perdere l’intera partita, D’Alema e Fassino con i DS non potevano che rifugiarsi tra le braccia del giovane Walter.

Sembrano agitarsi alcuni altri candidati in pectore, come Bersani appoggiato dal riformista Enrico Letta, ma, forse più per garantire un’apparente scenografia democratica a delle primarie ottombrine che si annunciano senza storia.

Insomma è finita come doveva finire: i DS si riprendono l’egemonia del nuovo partito e i neodossettiani, ex popolari ed ex DC ridotti a ruote di scorta come sempre si è detto ricordando l’adagio donatcattiniano del “cane che muove la coda”. Proprio come aveva pronosticato quel grande “amico dei proletari”, Carlo De Benedetti, non a caso tessera n.1 del PD.

Adesso, però, è tempo di prepararsi alla nuova situazione politica che si prospetta. L’ipotesi del governo di larghe intese è definitivamente tramontata, se anche D’Alema sostiene che dopo Prodi ci aspettano le elezioni.

Le velleità di Casini e company si infrangono definitivamente contro il muro della realtà e alla Casa della Libertà non resta che ritrovare la perduta compattezza attorno all’unico leader oggi nelle corde dei moderati, cioè Silvio Berlusconi.

Certo è intrigante la proposta di Pezzotta e potrebbe diventare appetibile anche agli scontenti della Margherita, oltre all’UDEUR, se solo finalmente si cominciasse per davvero a costruire la sezione italiana del PPE.

Bisogna stare attenti a questi ultimi colpi di coda velenosi del Prodi senza più ritegno: via il capo dei servizi segreti, Nicolò Pollari; via il generale Roberto Speciale, comandante della Guardia di Finanza e adesso via il Capo della Polizia, Gianni De Gennaro. In poco più di un anno si è occupato tutto quanto l’occupabile senza risolvere alcun problema. Decisionisti al massimo nello spartirsi gli incarichi quanto impotenti nel governare realmente il Paese.

Speriamo che finalmente se ne accorgano anche quei pallidi “eminenti personaggi” che hanno dato lustro all’Italia, dei senatori a vita: ossigeno allo stato puro per un paziente in coma permanente. È triste riconoscerlo, ma, forse, spetterà proprio a loro staccare la spina dopo l’estate, con tutti quei pavidi e dal sedere incollato alle poltrone che si ritrovano nell’Ulivo e nei cespugli d’intorno. Sono anche pronti i quattro della sinistra-sinistra (Mussi, Bianchi, Ferrero e Pecoraro Scanio) con la lettera ultimatum a Prodi e pure Mastella, stavolta, sembrerebbe fare sul serio. Chi vivrà vedrà.

Ettore Bonalberti

 

da Radio Formigoni, 25 Giugno 2007

 

 

 

 

 

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