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15/05/2007

Dalla festa di popolo alle congiure di palazzo

Ettore Bonalberti commenta il family day su Radio Formigoni. Intanto a Coraggio Laico scoppia la contestazione...

   

Dalla festa di popolo alle congiure di palazzo

È stata una grande festa di popolo. Cattolici e laici insieme per riaffermare il valore della famiglia e per gridare alto e forte, con la possente e autorevole voce di Savino Pezzotta, il no ai DICO, ossia al tentativo di introdurre forme surrettizie di matrimonio, destinate a scardinare la cellula fondamentale della società.
E Rosy Bindi tenta di raccogliere quanto di positivo è stato indicato dalle centinaia e centinaia di migliaia di persone riunite a Piazza San Giovanni, anche se non potrà non tenere conto che il NO ai DICO resta la cartina di tornasole per la fedeltà ai nostri valori ideali, culturali e costituzionali. E la smetta di erigersi a Papessa in grado di interpretare le già nette e inequivocabili indicazioni di Benedetto XVI e della Conferenza episcopale italiana, al cui Presidente, card Bagnasco, una folla entusiasta ha voluto esprimere tutto il suo amore e la sua solidarietà.
Diversa l’atmosfera a Piazza Navona nella giornata dell’orgoglio laico, caratterizzata più dai dissensi, il più grave dei quali, la polemica per la meditata assenza di Fassino e degli altri leader diessini, oramai lanciati verso la nuova avventura del partito Democratico.
Prodi non ha mancato di sottolineare ancora una volta la sua vocazione di “cattolico adulto”, sempre più indirizzata verso la chiusura nel privato solipsistico, l’indifferenza se non proprio l’antagonismo alle posizioni ufficiali della Chiesa. E da Stoccarda, non gli riesce di meglio che giudicare i discorsi del Cavaliere come “ totalmente estranei allo spirito cattolico” di cui, evidentemente, si considera interprete ufficiale.
Intanto proprio contro il Cavaliere si scatena l’ira dell’Unione. In settimana si discuterà in Parlamento una legge sul conflitto di interessi fatta a misura per escludere Berlusconi dalla politica italiana: o la borsa o la vita politica. In barba al 50% degli italiani che lo hanno votato.
Sulla Rai, Padoa Schioppa ha aperto la guerra della maggioranza per il controllo totale dell’emittenza pubblica. Se passasse anche questa ennesima prova di regime non ci resterebbe altro che la rivolta fiscale con lo sciopero del pagamento del canone RAI.
È partito il triumvirato Migliavacca, Soro e Barbi per portare DS e Margherita al nuovo Partito democratico. E si sa come i triumvirati siano destinati a finire: solo una prevarrà con la morte politica degli altri due. Vedremo tra Veltroni, D’Alema, Fassino, Finocchiaro, Franceschini, Parisi chi vincerà…

Ettore Bonalberti

Radio Formigoni, 14 Maggio 2007

 

 

 

 

 

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