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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/04/2007

A vantaggio di chi e per che cosa?

Noterella di Aprile dalla Mancha. Don Chisciotte analizza rapidamente la situazione politica nazionale e, per una volta tanto, si mette in attesa degli sviluppi, mentre Prodi...

   

A vantaggio di chi e per che cosa?

Consumata oramai la scissione nei DS da parte di Mussi e Salvi con l’annunciata formazione della “Sinistra democratica”, nel centro-destra la separazione tra Forza Italia, AN e Lega dall’UDC è stata sancita dal voto differenziato sul rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero.
Una situazione politica, dunque, in grande movimento, come si era facilmente previsto.
Molto dipenderà da come si evolverà la questione della modifica della legge elettorale. Certo la scommessa di Mussi e Salvi sembra essere la più efficace in termini di probabilità di successo. Essa mira a costruire un grande polo di ispirazione socialista europea tentando di unificare quanti si riconoscono in questa tradizione, così orientando la politica della sinistra italiana in linea con il quadro di riferimento comunitario.
Assai difficile risulterà stavolta per Fassino e D’Alema contenere l’emorragia di voti sulla loro sinistra, dopo che, con oltre il 75%, sono riusciti a coagulare il consenso precongressuale nel partito. E, soprattutto, allontanatisi per sempre dalla tradizione comunista italiana (“nessun avversario a sinistra”), per la prima volta dovranno fare i conti con un raggruppamento destinato a raccogliere voti non solo tra le file diessine, ma anche tra quelle socialiste non omologate all’esperienza berlusconiana.
Assai più precaria e pericolosa la posizione di Pierferdinando Casini con la sua scelta di rottura della Casa delle Libertà
Programmato il salvataggio del governo Prodi, con la ventina di senatori fedelissimi che hanno votato compatti il decreto del governo sulle missioni militari italiane, e consumato il balletto tragicomico della salita al Quirinale per denunciare l’inconsistente maggioranza del governo, ancora una volta tenuto in piedi dal voto determinante dei senatori a vita, dopo che allo stesso governo aveva garantito la sopravvivenza con il proprio voto, ora Casini dovrà fare i conti con il congresso dell’UDC, con le prossime elezioni amministrative, con la permanenza dei suoi assessori regionali nelle giunte di Lombardia, Veneto, Sicilia e Molise. E, soprattutto, con il malessere diffuso tra parlamentari, iscritti e, soprattutto, elettori che, avendolo sostenuto in alternativa a Prodi, mal digeriscono un voto che ha permesso al professore di mangiare la colomba, dopo il primo panettone del Natale scorso.
Bene ha fatto Roberto Formigoni a tentare di riaggiustare i cocci, anche se lo strappo stavolta sembra difficilmente rammendabile. I prossimi giorni ci diranno come evolveranno le cose. E, soprattutto, bisognerà attendere cosa accadrà al congresso UDC e nella Sicilia di Totò Cuffaro. È solo questione di tempo….
Al Congresso, Lorenzo Cesa, “il segretario dello schermo”, dovrà vedersela con Carlo Giovanardi e, sebbene il risultato sembri scontato, dirompente potrebbe essere la divaricazione tra quanti, gli elettori in stragrande maggioranza, continuano a pensare che la posizione dell’UDC sia quella di restare fedele ai propri alleati di centro-destra e i seguaci di Casini che inseguono il miraggio di un grande centro aperto a nuove alleanze a sinistra con esclusione delle ali estreme.
Desiderio nobile legato ad un sistema elettorale che, nelle condizioni parlamentari attuali, risulta impossibile e con un referendum annunciato che non promette nulla di buono. Mastella, a rischio di scomparire, se passa il referendum, già preannuncia crisi di governo.
La formula elettorale proposta da Chiti sembra assomigliare come una goccia d’acqua a quella appena partorita dalla Casa della Libertà in versione corretta senza UDC e viene offerta con il boccone stimolante, ancorché avvelenato, della modifica costituzionale per il senato federale e il federalismo fiscale.
La Lega, da sempre interessata a questi temi, non starà a guardare e, con l’annunciato prossimo incontro del plenipotenziario di Bossi, Calderoli, con Chiti, intende andare a vedere. Si tratta di offerte serie o semplici diversivi per prendere tempo e garantire fiato ad un governo in debito di ossigeno?
C’è molta tattica nelle mosse dei diversi partiti e schieramenti, specie alla vigilia di un voto amministrativo che chiamerà alle urne oltre undici milioni di elettori. Berlusconi con Fini intende attribuire a questo appuntamento, come è ovvio, una forte valenza politica; anche se, ancora una volta, farebbe male i suoi conti, se pensasse che da quel voto potranno derivare significativi effetti sul governo. La Casa della Libertà nelle elezioni comunali e provinciali, almeno sin qui, ha dimostrato di possedere un’assai minore presa rispetto alle elezioni politiche. D’altronde, a parte la conflittualità nemmeno troppo malcelata tra i diversi partiti della coalizione, specie dopo la scelta di rottura dell’UDC, essa si trova a dover combattere in situazioni quasi ovunque caratterizzate da posizioni di potere delle sinistre con copertura margheritiana al limite del dominio di regime. Manca il forte richiamo della scelta netta bipolare che è propria delle consultazioni politiche e regionali anche se, stavolta, il malumore è assai forte e diffuso in tutto il Paese. Tra chi vorrebbe elezioni generali subito e chi il più lontano possibile per un cambio delle leadership in lizza, forse ancora una volta la spunterà il professor Prodi. Resta da vedere a vantaggio di chi e per che cosa, considerate le tristi prove cui viene quotidianamente e in molti settori sottoposto il Paese.

Don Chisciotte

dalla Mancha, 10 aprile 2007

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria