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Domenica 19 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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09/02/2007

Giorni di inganni e di sorprese

Le sorprendenti performance dell'esecutivo tra politica estera, pacs e crisi delle strutture partitiche. Una pungente noterella di Don Chisciotte

   

Giorni di inganni e di sorprese

Governo Prodi alla prova dei fischi ogni qualvolta il presidente e i suoi ministri si azzardano a mostrare le loro facce sulle piazze d’Italia.
DS in affanno: Fassino ottiene di celebrare un congresso scontato a ridosso delle elezioni amministrative e mantiene una fittizia unanimità cedendo sul voto segreto per la nomina del segretario e per la votazione sulle tre mozioni congressuali, mentre spezzoni significativi dell’ala riformista abbandonano il partito. Nicola Rossi straccia la tessera, Peppino Caldarola attende il congresso e poi ognuno per la sua strada, l’ex sen Franco De Benedetti non rinnova l’iscrizione e la Bresso, governatrice del Piemonte, non va al congresso. E, intanto, Massimo D’Alema vede sempre più incombente avvicinarsi l’ombra di Veltroni, pupillo di quei lor signori, con Carlo De Benedetti principale sponsor, che sperano di vedere chiusa l’esperienza degli ex PCI con la loro definitiva confluenza nell’improbabile ectoplasma del Partito Democratico.
E, intanto, dalla questione dell’allargamento della base USA a Vicenza, al rinnovo del voto per il finanziamento della missione italiana in Afghanistan, vengono alla luce i nervi scoperti di una maggioranza che, su quasi tutti i temi, è divisa. In primis quelli della politica estera, in cui l’antiamericanismo trasuda tra i rifondaroli comunisti, i verdi, quelli di Diliberto e della sinistra diessina. E non sono da meno quei ferrivecchi degli ex basisti DC, con l’ineffabile Franceschini, capogruppo ulivista per grazia ricevuta.
Mortadella traballa ma sembra non cadere mai, anche perché trova sempre qualche buon samaritano pronto a prestargli soccorso.
Succederà anche per il voto sull’Afghanistan tra qualche settimana in Parlamento per il senso di responsabilità di tutti, tranne i falsi pacifisti a senso unico della sinistra radicale e verde. È una situazione schizofrenica al limite della tollerabilità democratica. Perso il consenso nel Paese e sostenuto in Parlamento da un consenso fittizio, si naviga a vista, mentre gli effetti della terribile finanziaria si fanno già sentire nelle tasche degli italiani. E non bastasse un voto di fiducia ricevuto in Senato dall’opposizione contro il parere della sua maggioranza (caso unico nella storia parlamentare italiana di un governo fiduciato dall’opposizione e con la sua maggioranza che gli nega il voto sulla politica estera) Prodi continua imperterrito a veleggiare nonostante i flebili richiami del presidente Napolitano.
Se il centro sinistra piange, con le due navi ammiraglie dei DS e della Margherita pronte a lasciare gli ormeggi dai loro porti per rifondarsi in un’unica corazzata in vista delle europee del 2009, nel centro-destra non sembra decollare quella spinta verso il partito unitario dei moderati che sarebbe nella logica delle cose. Speriamo almeno che decolli la Federazione dei partiti della Libertà
Come Godot si aspetta il nuovo sistema elettorale con il ministro Chiti, il quale, collegando la bozza del difficile nuovo testo al tema del federalismo fiscale tanto caro alla Lega e ai nostri governatori regionali, Formigoni in testa, spera di ottenere una certa benevolenza nel voto decisivo al Senato.
Chi vivrà vedrà, anche se all’orizzonte sembrano prevalere più ombre che luci, e, intanto, ci si avvicina al voto delle amministrative di oltre 11 milioni di elettori, cui, inevitabilmente si attribuirà un forte significato politico.

L’imbroglio dei PACS
Non è bastato il “non possumus” della CEI annunciato a chiare lettere con il fondo de “L’Avvenire” di Martedì 6 Febbraio: i “cattolici adulti” della Margherita, più fedeli alla papessa Rosy Bindi che a Benedetto XVI, hanno deciso di appoggiare senza riserve la ministra e il suo disegno di legge sui PACS.
L’odio verso Berlusconi funziona come un riflesso pavloviano e grazie ad esso si trangugia ogni pasto: dall’antiamericanismo di Rifondazione, comunisti italiani e Verdi all’introduzione della “famiglia del terzo tipo”, rispetto alla quale lo stesso matrimonio musulmano risulta più vincolante…
Le recenti foto dei gay padovani felici sposi si replicherà in molti municipi del Bel Paese e non passerà più di una generazione prima che l’Italia sia preda di quei giovani affamati, prolifici e smaniosi di vita provenienti dalle sponde sud del Mediterraneo, dall’Africa, Asia e America Latina che erediteranno le nostre case senza un’effettiva integrazione sociale e culturale.
Resta la sparuta pattuglia dei teodem della Binetti, Bobba ed Enzo Carra, i quali, almeno stavolta, sembrano decisi a non capitolare.
Chi vivrà vedrà. Resta il fatto che 60 parlamentari margheritini, rutelliani ed ex popolari, hanno già deciso che, in nome della laicità, voteranno i PACS.
È un richiamarsi improprio e anacronistico alla laicità degasperiana che, in realtà, fu sempre usata per valutazioni squisitamente politiche ed amministrative e mai intaccò i principi fondamentali dei nostri valori cristiani.
Noi che, forse, siamo rimasti cattolici infantili, rispetto a questi dossettiani e cattocomunisti senza dogmi, siamo orgogliosi di ricordare che nel 1973, eravamo sul palco della Democrazia Cristiana a Rovigo, con Toni Bisaglia e Amintore Fanfani, a difendere le ragioni del SI per l’abrogazione di quella legge sul divorzio che aprì la strada senza ritorno all’aborto e alla spinta attuale verso la distruzione degli embrioni e all’eutanasia.
Ancora una volta quegli ex sinistri DC, basisti e post dossettiani, si muovono come “utili idioti” al servizio delle posizioni laiciste e anticattoliche contribuendo a minare dalle fondamenta i caratteri essenziali della nostra civiltà cristiana.
Ma fino a quando durerà questo scempio e quanto tempo ci rimane per contrastare questa deriva laicista senza più limiti?

dalla Mancha, 9 Febbraio 2007

 

don Chisciotte

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria