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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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28/05/2006

Toh, La Voce è di parte...

Giuseppe Bianchini risponde a dwf e ai continui editoriali pubblicati sul settimanale della Curia alessandrina.

   

Toh, La Voce è di parte...

Forse dwf non ha proprio orecchie da intendere. Se cocciutamente ed ininterrottamente vuol collocare la Voce Alessandrina in un chiaro alveo politico, nella fattispecie in quello di sinistra, finirà per ottenere un solo risultato e cioè la definitiva disaffezione dei cattolici che simpatizzano per il centrodestra verso quelli che il Cardinale di Santa Romana Chiesa Ottaviani definiva i "comunistelli di sagrestia". E con la disaffezione, si allontanerebbe inevitabilmente verso altri lidi anche l'8 per mille.
Tenuto sempre conto che la sinistra si definisce "povera", la "sinistra dei poveri", "sinistra dei non padroni" (!) - ipocrisia di cui abbiamo avuto ampia visione in Milano il 1° maggio scorso, quando al Ministro Letizia Moratti (padrona spregevole, ovviamente!) impedirono di prendere parte alla festa di tutti i lavoratori, seppur formalmente invitata, mentre "l'altra MORATTI", parente stretta del Ministro, chiaramente di sinistra e tutt'altro che povera, poteva tranquillamente andare a braccetto, sorridente, con il candidato sindaco del centrosinistra - allora si metterebbe non tanto bene per lui, perché schifandosi del centrodestra dovrebbe rifiutare anche le offerte dei fedeli del centrodestra, in quanto, contestualmente, non può puzzare l'elargitore e profumare il denaro elargito, che stanno nello stesso pantalone.
Leggendo la Voce Alessandrina, ovviamente nell'area del sagrato, capita che il pensiero scorra tra i ricordi dell'intollerante figura del Conte del Sagrato, cioè dell'Innominato dei Promessi Sposi e le parabole evangeliche richiamate ad uso proprio da dwf, con un conclusivo senso di fastidio, che ce lo smuove proprio lui allorquando in competizione titanica con Berlusconi per equipararsi a Gesù Cristo, chiestane ovviamente licenza a "Matteo" (cioè l'evangelista, suo collega di parrocchia) dwf annuncia il nuovo Vangelo, quello dell'odio verso i ricchi e non importa se diano molto in beneficenza ai poveri e soprattutto se vogliono che anche i poveri diventino sempre meno poveri, cioè più ricchi, pagando, tra l'altro, in relazione al reddito, solo le tasse che servono per far funzionare lo Stato e non per compensare convegni, consulenze e pubblicità ad uso e consumo esclusivo della politica, in questo caso di sinistra, ma sicuramente dannosi alla collettività, perché strappano dalle tasche di tutti il frutto di sacrifici e risparmi.
Per sua fortuna, in Italia non ha preso piede la teologia della liberazione - che, notoriamente, combatteva contro coloro che volevano mantenere il povero sempre più povero - perché altrimenti i liberatori si sarebbero liberati proprio e subito di lui e non del Presidente Berlusconi che, come attestano vari suoi colleghi sacerdoti, non scarseggia affatto in sensibilità verso chi ha bisogno.
Quel che sconcerta, poi - in barba alla doverosa imparzialità, richiesta soprattutto a chi scrive editoriali su giornali collocati all'interno delle chiese cattoliche - è che, tanto per dire, gli sia usuale il disprezzo verso le cariche istituzionali dello Stato quando sono occupate da personalità del centrodestra (ricordate "quel tal Pera", espressione usata da dwf per nominare il Presidente del Senato e graziosamente riprodotta nella summa dei suoi scritti dalla Fondazione della Cassa di Risparmio?) e sprigioni ampia simpatia verso personalità istituzionali viventi del centrosinistra che lanciarono bottiglie molotov contro la polizia o che solidarizzarono nel 1956 con gli invasori dell'Ungheria.
Ci vuole, infine, una bella faccia a tirar respiri di sollievo (per fortuna nostra si tratta solo di un editoriale!) annunciando - sempre nel cinquantenario della "normalizzazione" dell'Ungheria ad opera dei carri armati del Patto di Varsavia - che si va finalmente "verso un paese normale", perché chiunque abbia ordinaria diottria non può non vedere la differenza tra la "normalizzazione" sovietica (quella di Ungheria e Cecoslovacchia, s'intende!) e quella italiana, attuata da Silvio Berlusconi. Che non si è mai sognato né permesso, nei cinque anni di governo, di "entrare nei conti correnti degli Italiani" per alleggerirli a loro insaputa, né di applicare tasse ordinarie o straordinarie (vedasi quella per l'Europa), come hanno fatto a suo tempo i tanto osannati attuali esponenti politici, che sono gli stessi di dieci anni fa, ma caso mai ha messo qualcosa in più nel portafoglio di tanti italiani. Compatibilmente, è ovvio, con le risorse nazionali disponibili.
O forse tutto questo sfugge a dwf per ragioni prettamente anagrafiche, non essendo allora ancora nato?

 

Giuseppe Bianchini

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria