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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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05/02/2006

Bilancio 2006 del Comune: il no dalle Circoscrizioni

Nicola Abbinante riassume la posizione contraria del Gruppo consiliare di Forza Italia alla Circoscrizione Sud. Ecco il suo intervento.

   

Bilancio 2006 del Comune: il no dalle Circoscrizioni

In sede di discussione dei documenti contabili Bilancio 2003 – Bilancio 2004 – Bilancio 2005 abbiamo tenuto a precisare la distinzione tra spese correnti e spese in conto capitale rimarcando che le spese di pertinenza della parte corrente si suddividono in retribuzione per i pubblici dipendenti, acquisto di beni e servizi e soprattutto sussidi alle famiglie (spesa sociale) e alle imprese (sostegno all’economia).
Mentre per le spese in conto capitale s’intendono gli investimenti per opere pubbliche, es. la costruzione del ponte sul fiume Bormida come opera che potrebbe accrescere le potenzialità del sistema concorrendo a produrre un circolo virtuoso con aumento del reddito e dell’occupazione e le partecipazioni azionarie.

Leggo nella relazione dell’Assessore al Bilancio: “…in tale contesto e volendo comunque contribuire al rispetto del patto di stabilità, come pretendere che le vittime sacrificate da politiche risparmiocentriche subiscano passivamente gli altrui sprechi e non manifestino ai Cittadini l’incapacità del Governo di predisporre finanziarie equilibrate e coerenti quanto meno con il dettato Costituzionale? In effetti chi ha sostenuto gli investimenti sul territorio alessandrino se non i Comuni, la Provincia e la Regione, (finalmente una citazione agli investimenti di origine regionale, sarà perchè non è più amministrata dal Centrodestra?) dando un minimo di fiato all’imprenditoria locale?.....
La risposta del bilancio di previsione 2006 è l’occasione per ribadire il ruolo di aiuto ai Cittadini ed alle Imprese da parte del Comune di Alessandria, percorrendo le seguenti tre direttrici: sostegno alle fasce deboli ed al sociale; sostegno all’occupazione ed alle imprese; rilancio del territorio cittadino, anche in termini ambientali…”

Più volte è stato evidenziato che la realtà che abbiamo di fronte è una sostanziale marginalizzazione economica della città e del suo territorio, rispetto alla situazione socio-economica che la circonda, a causa di situazioni pregresse e non solo.

Abbiamo altresì individuato come prioritarie azioni tendenti a rompere tale marginalità prevedendo significativi sviluppi dell’industria e del turismo, recuperando lo spirito di impresa e attirando l’insediamento di imprenditoria esterna atta a creare nuovi posti di lavoro.

A fronte poi di un progressivo depauperamento di imprese, ad un rallentamento della crescita, all’assenza di un modello di riferimento con gravi rischi di involuzione di una economia cittadina sempre in difficoltà, in quanto viene meno il rapporto tra piccola impresa e sviluppo economico e l’interazione tra le imprese e l’ambiente locale, abbiamo sostenuto con forza che deve essere molto più incisivo il ruolo delle Istituzioni locali e del Governo locale nella difesa di mutui interessi.

Si è fatto riferimento anche a produzioni di qualità, introduzione dell’innovazione, l’ingresso di capitali esterni e di nuova imprenditoria, accordi tra Ente e consorzi di imprese, intrapresa di futuri processi innovativi ecc.

Ne discende che i lineamenti dell’azione dell’Amministrazione comunale per il 2006 (spesa sociale- sostegno all’economia) rispettano senza alcuna straordinarietà i principi della condotta dell’Ente locale, come si evince anche da un normale testo giuridico in materia di “Contabilità di Stato”.

Il patto di stabilità interno, le cui istruzioni per l’uso sono contenute nella finanziaria 2006, non incide nel modo così denunciato; interviene sulle spese correnti imponendo una riduzione del 6,5% rispetto a quelle effettuate sul 2004. Sono escluse molte spese, fra cui quelle orientate al sociale o quelle connesse ad entrate vincolate (i progetti). Si colpiscono i cosiddetti consumi intermedi (acquisti di beni e servizi). Peraltro gli Enti Locali non hanno più vincoli di taglio su incarichi di consulenza, convegni, pubblicità, acquisto o esercizio di autovetture. Il Comune dunque potrà individuare con libertà sprechi da ridurre e razionalizzazioni da porre in essere.
Aggiungiamo che nel triennio 2002-2004, la spesa per consumi intermedi di Comuni e Province italiane, è stata in media il 30,6% sulla spesa annua, ossia circa un terzo.

Passando al Piano degli investimenti, in relazione all’analisi previsionale e programmatica 2006/2008, indispensabili per favorire uno sviluppo armonico della città soprattutto in campo economico e urbanistico, constatiamo dichiarazioni che denunciano tagli pari a 27 milioni di euro a fronte del limite stabilito pari all’8,1% rispetto al 2004.
Non di taglio si tratta, ma di limite alla crescita in quanto le realizzazioni del 2004 sono state di molto inferiori alle possibilità e alle promesse, quindi l’incremento testè enunciato, posto come limite dalla Finanziaria, si parametra in relazione a quanto è stato effettivamente impegnato e non a quanto si sarebbe potuto.

Sul piano delle opere strategiche registriamo continui ritardi e manchevolezze.
Il secondo ponte sul fiume Bormida, dal costo complessivo di 15 milioni di euro, nel 2006 vedrà una spesa di 1,5 milioni di euro, occorrente per la sola progettazione.
Il Distripark, progetto che avrebbe dovuto funzionare quale volano per il rilancio economico, vede uno stanziamento di 600 mila euro occorrenti esclusivamente per iniziare a pensare di urbanizzare un’area di circa un milione di metri quadri.
Nessun euro per la realizzazione del nuovo aeroporto.

Infine apprendiamo pedissequamente una nuova riduzione dell’imposta comunale sugli immobili che passa dal 5,4 per mille al 5,1 per mille, con una riduzione di un terzo di punto circa rispetto al 2005 (relativamente alla prima casa) erodendo con ciò oltre
un punto all’incremento maldestramente deciso nel 2003 (ricordiamo fissato al 6,2 per mille), a fronte di un paventato buco di Bilancio che di fatto, a ben vedere, non esisteva.
Un noto politico nazionale, più volte Presidente del Consiglio, sosteneva che: ”pensare male non è bene, ma tante volte ci si prende”. (Giulio Andreotti)

Permanendo le preoccupazioni già espresse in passato e a fronte di quanto sopra esposto anche per il bilancio 2006 a titolo personale e a nome di tutto il gruppo consiliare di Forza Italia esprimo un parere negativo.

Nicola Abbinante

(Consigliere Circoscrizionale FI Alessandria Sud)

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria