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Domenica 19 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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06/11/2005

Voto agli stranieri: no se il diritto lo dà il Comune

Un lettore mi scrive, ritenendo inammissibile il ragionamento di Scagni sul voto per le Circoscrizioni da offrire agli stranieri non cittadini. Anche Cofferati dice che...

   

Voto agli stranieri: no se il diritto lo dà il Comune

Mi scrive il cibernauta Giancarlo Gotta: “Mi è capitato di leggere “Il Piccolo” di mercoledì 2 novembre e sono rimasto esterrefatto. Come può permettersi un Sindaco, pubblico ufficiale, di “ritenere” possibile il voto alle circoscrizioni in presenza di un parere negativo del Consiglio di Stato? Un pubblico amministratore è tenuto al rispetto delle normative, non deve avere “opinioni” che non attengono alle proprie funzioni, non può arrogarsi diritti legislativi che non gli spettano nell’attuale ordinamento della Repubblica. Né può legittimamente sostenere che “le nostre circoscrizioni non hanno deleghe” quando le stesse appena quindici giorni fa hanno speso 250.000 euro in luminarie: “delega” significa infatti gestione di bene, servizio o denaro pubblico. È evidente il tentativo di “aggirare” furbescamente le disposizioni vigenti, effettuando nel contempo disinformazione nei confronti dell’opinione pubblica, ed è altresì evidente che in assenza di opposizione da parte dei cittadini - e non solo del Consiglio Comunale - verrà sancito il principio di Orwell secondo cui “alcuni sono più uguali di altri”. Il nostro Sindaco ha infatti sinora accuratamente evitato la scrittura di quel regolamento che, mancante, impedisce agli alessandrini di esprimersi mediante il referendum: per quale motivo si intende concedere ad alcuni un diritto auspicabile, ma giuridicamente inesistente, e negare ad altri il dovuto? La conclusione razionale è semplice: viene tacitata la possibile opposizione ai propri atti di governo, ed aumentato il numero degli elettori favorevoli alla propria politica. Difficilmente, stante le premesse, si potrà in futuro parlare di “integrazione” in Alessandria. Si spera che almeno il Ministero degli Interni e la Magistratura, garanti della legittimità degli atti compiuti dalle amministrazioni comunali, sappiano intervenire ed annullare eventuali delibere contrarie alle disposizioni vigenti.”

 

Ecco la risposta
"La non condivisione di leggi che producono effetti negativi sulla persona o sulle comunità, oppure la mancanza di norme efficaci in materie importanti, deve portare all’azione per la loro modifica e per la loro definizione in Parlamento.
L’amministrazione e la comunità con i loro strumenti possono e devono agire solidarmente per correggere gli effetti negativi o le ricadute non desiderate delle leggi, ma non possono accettare la loro violazione come prassi politica.
L’illegalità, qualunque sia la ragione che la determina, non può trovare
giustificazione.”

Queste parole non sono le mie, ma sono proponimenti di Sergio Cofferati, primo cittadino ipermediatico di Bologna, città che da un anno e mezzo aspetta ferma e speranzosa che l’ex segretario della CGIL inizi finalmente a fare il Sindaco sul serio e non solo a curare la sua immagine da sceriffo di scarsa credibilità.
Ebbene, in tali lineamenti stanno le risposte alle sue domande, specie nell’attuale sistema in cui le istituzioni elettive sono costituzionalmente equiordinate. Tra loro vige il principio di sussidiarietà, che si può spiegare così: non facciano i Comuni quello che può e deve fare lo Stato. Processo valido anche al contrario.
Ma Cofferati e Scagni sono uniti nella ricerca di nuove dimensioni alle loro dimostrate incapacità amministrative: concedere il voto agli stranieri residenti, ma non ancora cittadini. E non si fanno scrupoli di principio. Dichiarano le Circoscrizioni organi di partecipazione, quando invece sono, in forza di legge, istituti di decentramento amministrativo. Confondono - perché lo vogliono scientemente fare - il potere di decidere un procedimento elettorale, riservato ai Comuni dal Testo Unico degli Enti Locali, con quello di garantire un diritto di voto nettamente di rango costituzionale, quindi di competenza parlamentare (procedure ex art. 138 Costituzione Italiana) e, addirittura sottoponibile a referendum confermativo.
Pensavo che il parere del Consiglio di Stato avesse calmierato l’immancabile desiderio di sbagliare di Scagni e compagnia inneggiante agli equilibri più avanzati della nostra democrazia - di cui hanno dato grande esempio durante primarie in cui i cittadini hanno dovuto votare candidati scelti dalle oligarchie partitiche e non avevano neppure lo spazio per fare una propria proposta - invece mi devo ricredere.
La sinistra ha lanciato il suo grido di guerra: Pacs (una schifezza a sentire i francesi che ce li hanno e che li bollano come piccoli matrimoni fra amici gay e null’altro); voto agli stranieri non cittadini italiani; sostegno politico alle frange più deboli della società, qualunque esse… “non” siano (in quanto conosciutissime, aiutate, vezzeggiate, finanziate nelle loro mobilitazioni), affinché possano rimanere individuabili e soprattutto tali, in modo da essere costrette a chiedere ogni giorno tutela alle istituzioni locali e regionali, che la sinistra stragoverna.
E il referendum? Qui Scagni si sta superando. Fa come il Principe Kutuzov contro Napoleone in Russia. Si ritira aspettando la neve. Il testo del regolamento, ormai pronto da mesi, continua a fare la navicella fra la Commissione Affari Istituzionali e la Sub Commissione tecnica: ufficialmente le norme non sono mai adeguate fino in fondo; ufficiosamente, ma anche oggettivamente, si assiste ad uno scientifico tentativo di ricerca pervicace del ritardo, del rinvio, del cavillo che impedisca di deliberare in materia. E dire che l’opposizione non frapporrebbe indugi, visto che è d’accordo nel portare al più presto in aula il testo e a votarlo.
Intanto fioccano i viaggi all’estero dei nostri Amministratori del “villaggio locale”, tanto per dimostrare quanto ha ragione la finanziaria di Tremonti sulle spese evitabilissime degli Enti locali.
Ma sugli sprechi, con particolare riguardo a quelli del Comune di Alessandria, ci intratterremo quanto prima. Grazie.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria