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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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01/10/2005

La giustizia crocefissa

Giuseppe Bianchini interviene sul noto caso del Giudice che si rifiuta di entrare in un'aula di tribunale perché vi è il Crocefisso. Ecco le sue considerazioni.

   

La giustizia crocefissa

È scritto nel codice genetico che i Giudici parlano per sentenza. Quindi nessuna parola a vanvera, ma tutto ponderato e riletto prima che il pubblico si veda scorrere nella propria mente i "verdetti". E, di conseguenza, nulla di cui ci si dovrebbe preoccupare. Sennonché, nella calura estiva, scopriamo due casi curiosi, che si richiamano, si contraddicono e ci danno spunti di riflessione. E sono casi da giuslavoristi. Uno, per così dire, contro l'abuso dello straordinario di presenza del Crocifisso nei Tribunali, l'altro contro l'assenteismo del Ministro Pisanu durante il Processo Biagi. Nessuna condanna per entrambi, sia chiaro, ma solo censura, sia per Chi visse in questo mondo duemila anni fa e vuole rimanervi simbolicamente che per chi ci vive ora, come il Ministro dell'Interno, il quale, per gli innumerevoli impegni istituzionali, non può essere distaccato nei Tribunali.
Lasciando alle sue pressanti incombenze il Ministro dell'Interno, con le debite scuse per averlo chiamato in causa, meraviglia e sconcerta come un mito di oltre mezzo secolo, quale Stakanovic, non attragga più, neanche i Giudici, ed il più stacanovista di tutti i tempi, il Crocifisso, debba nascondersi come un clandestino, pena l'espulsione in caso di emersione.
Nell'epoca in cui il tempo è denaro, bisognerebbe, comunque, esprimere apprezzamento incondizionato a chi ha dedicato molto tempo agli altri e continua a volerne dedicare, come il Crocifisso, con la sua presenza diurna e costante anche lì, nei Tribunali. Se il Tribunale è il Tempio della Giustizia, quel Crocifisso, che in vita non esitò a cacciare i mercanti dal Tempio, dovrebbe rasserenare tutti, principalmente i Giudici, e non inquietare le loro coscienze.
O forse c'è qualcuno che ha paura degli spiriti?
Un Giudice che deve giudicare secondo "scienza e coscienza", leggi alla mano e mano sul cuore, proprio da quel Crocifisso può trarre spunti di saggezza per non sbagliare anche Lui.
Quali rimorsi può determinare nel Giudice - che fa il suo dovere imparziale, con la bilancia tra le mani - la presenza del simbolo dei Cristiani che, tra l'altro, gli fa da guardaspalle e, quindi, neanche lo può emozionare con lo sguardo?
Compito del Giudice è giudicare con o senza il Crocifisso in aula, perché quello è il suo servizio alla Patria. Se prova disagio a lavorare in un ambiente arredato a norma di legge, allora cambi mestiere, perché in quel caso è lo Stato che è in regola e non Lui, che Stato non è, ma semplice Funzionario di Stato preposto alla Giustizia.
L'obiezione di coscienza, poi, in chi è volontario di lungo corso e per giunta ben retribuito dallo Stato Italiano, quale un Giudice, non regge proprio, perché doveva essere esternata non ora ma all'atto della sua assunzione in magistratura. Con le debite inevitabili conseguenze, che ci avrebbero, però, risparmiato simili non richieste esercitazioni giurisprudenziali.
Il soldato che si rifiuta di fare il suo dovere finisce davanti alla Corte Marziale che, si sa, non scherza affatto. Al poliziotto che durante un servizio di ordine pubblico o nel corso di operazioni di polizia si spaventa e fugge, a causa dei vivi, gli si possono rifilare sino a tre anni di galera, mentre al Giudice che - presosi paura dei morti, anche se crocifissi - rifugge dall'aula, si esprime tanta bonaria comprensione, sia politica che giudiziaria!
Non ritenendo ipotizzabile, perché folle, che taluno possa pensare al Crocifisso come ad una sorta di Grande Fratello che spia l'azione dei Giudici, ci si deve domandare il perché un Giudice della Repubblica Italiana abbia espresso il suo fastidio verso il Crocifisso in aula. Per ora non lo sappiamo, come non sappiamo che cosa accadrà al Giudice per la sua presa di posizione contro il Crocifisso. Di certo sappiamo cosa subirebbero altri uomini della giustizia, quali Poliziotti e Carabinieri, qualora esternassero obiezioni non previste dai regolamenti. E cioè una semplice letterina protocollata in cui li si precetta a presentarsi, in data ed ora prefissate, presso il Centro Psicotecnico nazionale per essere sottoposti a nuovi accertamenti psico-attitudinali al fine di verificare se sono ancora in possesso dei requisiti richiesti per lo svolgimento delle funzioni di polizia. E se, malauguratamente, non fossero più ritenuti idonei, sarebbero spediti a casa senza esitazione. Cioè licenziati.
Sul fatto che un cittadino, anche se giudice, abbia simpatie ed amicizie, terrestri ed extraterrestri, nessuna obiezione. Ma che un giudice con le sue esternazioni e le sue impuntature dia l'impressione di volersi trasformare da Giudice Monocratico in Giudice Partitocratico, qualunque sia la parte, ci disturba, ci fa esplodere di rabbia e ci fa urlare "basta ! Basta al fondamentalismo laicista, fuori dalla Magistratura!".
Che, poi, il Giudice in questione abbia vuoti di memoria e non si ricordi che giudica in nome del Popolo Italiano, come sta scritto alle sue spalle, e che il Popolo Italiano in gran maggioranza non la pensa come Lui - perché non disdegna il Crocifisso anche nelle aule giudiziarie - beh… tutto questo non può che preoccupare. Anche i colleghi Magistrati.
All'ultima ora giunge notizia che il Giudice, che ha stimolato le considerazioni sopra esposte, ha rotto il silenzio con un boato. E, cioè, che, benché denunciato, non si presenterà spontaneamente in aula dinanzi al Crocifisso per essere giudicato (né tantomeno, ovviamente, accetterà di esservi tradotto) e che, egualmente, non accetterà di essere giudicato in altra aula senza Crocifisso. A questo punto, scontato che il Giudice non voglia praticare il detto evangelico "non giudicare e non sarai giudicato" - pronunciato in vita dal Crocifisso, che Lui non tollera più - perché il suo mestiere, per libera scelta, è quello di giudicare, non ci rimane che augurare al Giudice uno scatto d'orgoglio, largamente gradito: lasci la Magistratura e visto che lo può senza concorso alcuno, vada a fare l'avvocato. Magari degli anti-Crocifissi.

Giuseppe Bianchini

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria