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27/02/2005

Un unico corpo di polizia?

Giuseppe Bianchini, profondo conoscitore della materia, riporta alla luce l'idea dell'unificazione, peraltro sempre viva nel dibattito interno delle forze dell'ordine. Ecco la sua riflessione

   

Un unico corpo di polizia?

Pensare in grande è ormai chic. E non vi dovrebbero essere grandi resistenze, tranne quelle fisiologicamente prevedibili ma che non possono né devono essere determinanti, nella scelta decisionale di riattaccare le braccia staccate degli attuali Corpi di Polizia all'UNICO NATURALE CORPO, quello della POLIZIA ITALIANA. È un'operazione chirurgica d'alto livello. Vi sono specialisti d'amor patrio e di efficienza funzionale, tutto è attrezzato perché si proceda e senza indugio.

Accantoniamo i fronzoli concettuali connessi all'espressione "Amministrazione della Pubblica Sicurezza", una rotonda dialettica che riporta alla fine sempre alla realtà del "Corpo", perché è il cavallo che tira il carro e non viceversa. Ed il "cavallo" è la Polizia.

Che "Amministrazione della Pubblica Sicurezza" sia un'impostazione per dare importanza nelle caserme della Polizia di Stato a chi poliziotto non lo è ma lo si vuol fare sentire come facente parte della stessa famiglia non v'è alcun dubbio.

Che questa denominazione sia l'occasione-strumento utilizzabile da "partiti attenti" e sindacati esterni alla polizia per lavorare ai fianchi la polizia e gestirsela, non v'è ormai più alcuno che obietti in merito.

Che l"'Amministrazione della Pubblica Sicurezza" sia stata davvero funzionale in questi venticinque anni, in relazione alla grande profusione di mezzi sotto gli occhi di tutti, è ancora da verificare.

Che si azionerebbero tutti gli aculei di un porcospino in sonno se il termine "Amministrazione" venisse anteposto all'espressione "Arma dei Carabinieri" è altrettanto vero.

Dunque, raziocinando, ovvero saltellando sugli articoli della legge 121/81, cioè della legge di Riforma della Polizia, non si prova gran ristoro, perché ormai tra riforma madre, riformine e riformette, questa legge è tutta da rifare. Non nella formulazione teorica, che è un capolavoro di lessico burocratico ma in quella sostanziale, perché la confusione regna tra funzioni diverse con lo stesso stipendio (vedasi ruoli tecnici, i cui appartenenti quantunque non limitati da menomazione alcuna non contribuiscono più ai servizi istituzionali, ordine pubblico incluso e neppure ai modesti non rischiosi servizi di vigilanza alla caserma; e sono tanti) e nella percezione dei diritti e dei doveri, quale si può arguire estrapolando, putacaso, gli articoli 83 e 114 della richiamata legge 121/81 (che vietano, rispettivamente, "di aderire, affiliarsi o avere relazioni di carattere organizzativo con altre associazioni sindacali" e di iscriversi ai partiti politici) e collocandoli nel concreto giornaliero, dove è ormai inevitabile ammettere che si può, senza subire guai, aderire a sindacati esterni ed iscriversi ai partiti . Salvo, poi, in futuro, piangere lacrime di coccodrillo allorquando, politicizzata al massimo la Polizia, vi potranno essere le "indagini politiche" della Polizia, senza memoria alcuna per Tangentopoli ed effetti collaterali.

Si accorpano le banche, si accorpano le industrie, si accorpano i servizi socio assistenziali dei vari comuni, si sono sciolte le sezioni scolastiche femminili e maschili per farne un'unica sezione scolastica, si vuole creare una Polizia Europea, si sono riunite 25 nazioni per fare una Grande Europa e non si riesce ancora a fare un'unica Grande Polizia. E pensare che incommensurabile sarebbe il beneficio per l'Italia, sia economico che funzionale, perché si risparmierebbero all'erario e soprattutto al cittadino duplicati tutt'altro che produttivi di efficienza e di risparmio.

L'antagonismo esistente -- al di là della maschera di sorrisi tra Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato -- che non può essere affatto presentato come emulazione, ormai è giunto al capolinea.

Le buone, talvolta eccellenti operazioni dell'Arma dei Carabinieri o della Polizia di Stato, che determinano complimenti pubblici del Ministro dell'Interno (ma agli operai della Fiat che, compiendo il loro dovere, facevano buone autovetture, giungevano forse i complimenti dell'Avvocato ?), non possono più bastare al cittadino.

La sicurezza non è un aperitivo né tanto meno un digestivo, che si assumono saltuariamente: è un elemento quotidiano di nutrimento e speranza del cittadino.

Mettere ordine significa, tutti lo sanno, collocare ciascuno o ciascuna cosa al suo posto.

Per le Forze di Polizia, cioè Carabinieri e Polizia innanzitutto che, ironia della sorte, sono forze dell'ordine, persone e non oggetti, vale a maggiore ragione questo concetto. E, quindi, ci sia, ma TUTTI nella stessa casa, chi fa Polizia Stradale, chi la Polizia di Frontiera, chi la Squadra Investigativa, chi il Poliziotto di Quartiere e così via e non più il Carabiniere e Poliziotto di Quartiere, la Volante della Polizia e la Gazzella dei Carabinieri , la Polizia Stradale ed i Carabinieri in Uniforme da Stradale, organismi civili e militari di polizia, l'uno con le stellette e l'altro senza, l'uno facente capo al Ministero della Difesa e l'altro al Ministero dell'Interno.

E sorga, quale stella cometa, il Ministero della Pubblica Sicurezza, scisso da quello degli affari interni, che alletterebbe, quantomeno per le poltrone, anche i politici.

Il "Coordinamento tra le Forze di Polizia" e le "Centrali uniche operative" tra Carabinieri e Polizia sono fallite prima nei fatti, perché nessuno dei due principali Corpi di Polizia vuole essere secondo all'altro e, poi, legalmente, allorquando si è elevata l'Arma dei Carabinieri a 4^ Forza Armata dello stato, parallela ad Esercito, Marina ed Aviazione.

Vogliamo un esempio?

Ebbene, quantomeno in una città capoluogo di provincia del Nord Ovest, tanto ,per esemplificare, si può toccare con mano, cioè si può palpare il mattone che divide la Caserma dell'Arma dei Carabinieri, di rango rispettabile, da un'altra caserma, sede di Questura. Mattone che, con tanti disoccupati nell'edilizia, non sarebbe difficile abbattere, creando una "breccia di sicurezza" tra le due caserme tale da consentire ai Carabinieri il libero accesso e turno nella centrale operativa della Polizia di Stato, più moderna ed efficiente.

L'Ufficio del Lavoro non fornisce proprio nessun disoccupato che voglia …guadagnarsi una giornata di lavoro?

Per le stesse pragmatiche ragioni, dovrà, all'occorrenza ed in similari casi, essere dato privilegio, quale centrale operativa unica, all'eventuale più moderna centrale operativa dell'Arma dei Carabinieri.

C'è forse pericolo che, eventualmente…"si scopran le tombe, si levan i morti"? Bene ! Una ragione in più per non perdere tempo.

Con la consistenza organica dell'Arma e della Polizia, eliminando i duplicati, che sono poi gli sprechi, di personale in vigilanza e gestione, si recupererebbe ai servizi prioritari della sicurezza, intesa nell'accezione più ampia del termine, risorse umane numericamente apprezzabili, cioè uomini capaci, generosi e non pochi. E non si assisterebbe allo spettacolo fuori programma della Gazzella dei Carabinieri e della Pantera della Polizia che corrono simultaneamente verso lo stesso luogo, salvo, poi, il defilamento pretestuoso di chi arriva per secondo qualora non vi siano le telecamere in attesa.

A quando, allora, l'Unico Corpo di Polizia, fusione dei due più importanti Corpi di Polizia, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri ?

A modestissimo parere e non solo personale, si può fare. Nel frattempo angustia la preoccupazione ed il timore che, parafrasando celebri epitaffi, si possa dire un tempo che, a proposito, "mancò solo il voler" e non il valore. Degli uomini della Polizia e dei Carabinieri, s'intende.

 

Giuseppe Bianchini

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria