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Domenica 19 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/02/2004

Perché voto No al bilancio

Nicola Abbinante, consigliere circoscizionale in Alessandria Sud esprime la sua opinione sul documento contabile dell'Amministrazione Comunale. Alcuni interessanti spunti critici sul futuro di Alessandria...

   

Ancora non si sono spenti i clamori suscitati dal bilancio 2003, il primo dell'amministrazione Scagni incentrato, come tutti ricorderanno, su una pesante tassazione che comportò un aumento dell'Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) dal 5 al 6,2 per mille (incremento del 25%) e della Tarsu accresciuta del 15%, (...), che siamo chiamati questa sera ad esprimere un parere sul nuovo Documento Contabile dell'Amministrazione Comunale. (...) È del tutto normale mettere in relazione il Bilancio (annuale e pluriennale) e il piano degli investimenti per il triennio 2004-2006 con il contesto economico di riferimento ossia il panorama economico alessandrino e le interconnessioni con l'esterno. La realtà che abbiamo di fronte è quella di una sostanziale marginalizzazione economica della città e del suo territorio, rispetto alla situazione socio-economica che la circonda, a causa di situazioni pregresse, occasioni perdute, responsabilità per cause esogene ed endogene. Per rompere la marginalità bisogna prevedere: - Significativi sviluppi dell'industria e del turismo, recuperando lo spirito di impresa, attirando l'insediamento di imprenditoria esterna atta a creare nuovi posti di lavoro, - Sviluppo della rete di comunicazioni (ferroviarie e stradali) posto che Alessandria è imperniata su assi viari di primaria importanza; - Potenziare le aree di sviluppo industriale e del terziario; - Una politica di sviluppo delle infrastrutture; - Una dinamica economico-sociale; - La ristrutturazione del tessuto commerciale urbano. Per quanto sopra indicato è del tutto naturale verificare gli intendimenti di questa Amministrazione attraverso l'analisi previsionale e programmatica 2004/2006 e il piano degli investimenti. Dall'esame dei proponimenti dell'Assessorato Politiche dello sviluppo industriale, ecologia e politiche ambientali e dello sviluppo sostenibile si assumono gli obiettivi strategici dello sviluppo, ossia: I) La Piattaforma Logistica di Alessandria altrimenti detta "Distripark". II) Lo sviluppo e la valorizzazione delle zone industriali (D3, D5, D6) e il Piano di investimento produttivo (P.I.P) per la D7. III) La cablatura della città in fibra ottica. Si ritiene che il futuro della città dipenda soprattutto dallo sviluppo delle vie di comunicazione: il completamento della tangenziale di raccordo con San Michele (in primis); il miglioramento della viabilità lungo la statale numero 10 che collega il centro cittadino con il sobborgo di Spinetta Marengo (aree industriali); il raddoppio del tracciato parallelo alla S.S. 10 e il secondo ponte sul fiume Bormida; il collegamento tra la zona artigianale D4 e l'area industriale D3, opere ben lungi dall'essere realizzate. Si ritiene inoltre che puntare con ingenti risorse su di un unico obiettivo, peraltro di medio-lungo periodo, come il Distripark può rivelarsi, in caso di lungaggini burocratiche e altre cause, una scelta miope e pericolosa che potrebbe vanificare le ambizioni di sviluppo testè richiamate. A questo punto è il caso di dichiarare che: o c'è una chiara politica di sviluppo industriale verso più obiettivi oppure si provoca un ripiegamento dell'economia alessandrina su se stessa. Si osserva che a fronte di dichiarazioni di riqualificazione del più importante momento di promozione mercatale, mi riferisco alla Fiera di San Giorgio, per l'anno in corso (400esima edizione) non vi sono certezze né sull'area operativa né sulle differenziazioni rispetto alle edizioni precedenti; nel frattempo la Fiera si è ridotta a mostra mercato di respiro comunale o poco più con aspetti di kermesse eno-gastronomica prevalenti sul fatto economico, urge un profondo ripensamento e una più consona collocazione. (…) Venendo al commercio, è indiscutibile che questa amministrazione in quasi 2 anni non abbia compiuto quegli interventi per il rilancio delle attività artigianali e commerciali alessandrine, attività comprese nel settore del terziario, giacché mancano i parcheggi, mancano le iniziative di richiamo, manca una politica d'armonizzazione tra la grande e la piccola distribuzione ed in genere un'attività promozionale che sappia far conoscere i marchi alessandrini a livello provinciale e regionale. In sintesi, dopo una campagna elettorale all'insegna di Alessandria città capoluogo siamo ridotti a constatare di essere un piccolo sobborgo all'interno della realtà piemontese. A fronte di un'alta capacità d'indebitamento, con una disponibilità fino a poco meno di 675 milioni di euro, si constata che gli investimenti sono alquanto ridotti e poco incidenti nel prospettare un roseo sviluppo economico della città. Infine in sede di presentazione, è stato delineato come un Bilancio innovativo nel settore del sociale, in realtà, le principali iniziative (ristrutturazione della casa di riposo, l'utilizzo dell'ex ECA, i centri per gli anziani ecc.) sono meri retaggi di progetti iniziati già dalla scorsa amministrazione presieduta dal Sindaco Francesca Calvo. Peraltro questa amministrazione è inadempiente sulla normativa dell'ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) risalente al 1998 cui la precedente amministrazione aveva puntato decisamente e lasciato in eredità alla giunta Scagni con il mero compito di portare la riforma in Consiglio Comunale, cosa a tutt'oggi non fatta. Nicola Abbinante

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria