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Giovedì 16 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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16/12/2010

Sandrone-Fini sconfitto nel duello con Matamoro... da Arcore

E con lui Fagiolino-Casini. Ma dopo questa sonora batosta occorre rifondare il partito dei moderati, sapendo intanto che se il Governo viene ancora indebolito, saranno elezioni in Primavera

   

Sandrone-Fini sconfitto nel duello con Matamoro... da Arcore

E’ finito il tormentone e la sfida all’OK Corral si è conclusa, ancora una volta, con la vittoria del Cavaliere. Il trio Fini-Casini e Rutelli aveva preparato la sala concerto per suonargliele e sono stati suonati.

Erano tre aspiranti permanenti al ruolo di capi di governo, disposti a tutto, anche a ripudiare i propri valori e la loro storia politica: dal confronto ne escono distrutti.

Una batosta nel segno della continuità quella del saltimbanco Rutelli; frutto di un’ ambizione smisurata e cieca, quella di Casini e irrimediabile e definitiva per Fini, il presidente più indecente di tutta la storia parlamentare italiana.

Mai nessun rappresentante della terza carica dello Stato si era spinto al punto dello squallore politico e morale come quello espresso dal leader ex missino.

Mai l’ufficio di presidenza della Camera era stato utilizzato per tramare contro il governo e il capo dell’esecutivo, nelle cui liste e in virtù dell’appoggio del quale, Gianfranco Fini era stato eletto.

Termina così una lunga e turbolenta fase politica iniziata nel lontano 1996, con le manovre antiberlusconiane del duo bolognese, auspice l’attor giovane recitante, il fedifrago Follini.

Tra Sandrone-Fini e Fagiolino-Casini, il duo comico della commedia dell’arte emiliana, ha ancora una volta prevalso Capitan Matamoro da Arcore, tanto priva di respiro strategico e di oggettiva debolezza tattica era l’azione proditoria compiuta dai due, con l’appoggio esterno interessato di Bersani e D’Alema, e di qualche ambiente dei “lor signori” italiani e stranieri, alla ricerca delle antiche rendite di posizione statali perdute.

Lasciato il partito della scissione nelle mani di dilettanti senza credito come Bocchino, Granata e Bonfiglio, con l’assistenza del radical liberale, Della Vedova, l’improvvisata pattuglia finiana si è disintegrata nel voto, prima al Senato e poi alla Camera, con gli alti lai del povero Moffa, indeciso sino all’ultimo sul che fare, insieme a quell’ondivago Guzzanti, anche lui, come Fini, in preda ad un furore anticavaliere, frutto di risentimento personale prima ancora che politico.

Certo, con la fine del movimentismo lacerante sul fronte moderato di Fini e di Casini, anche la lunga parabola berlusconiana tende verso la fine. Ora si dovrà tentare di ricostruire l’area dei moderati e, dopo diciassette anni, Fini non sarà più, finalmente, della partita.

A lui, se avesse ancora un minimo di dignità, toccherebbe dare le dimissioni da un ruolo istituzionale male interpretato e che ora non può più essere svolto, tanto inaccettabile ed equivoca è diventata la sua figura.

Non potrà nemmeno più essere un interlocutore possibile per l’area guidata da Berlusconi e il suo stesso gruppo è destinato al progressivo sfarinamento.

A quanti si sono scandalizzati per gli ultimi cambi di casacca, senza aver mai detto alcunché su quanti avevano fatto i voltagabbana in precedenza, vorremmo sommessamente ricordare che a questo si giunge quando la politica si riduce, come si è ridotta, alla scelta dall’alto dei nominati senza vincolo di mandato, senza un partito programma e senza preferenze alle spalle.

Ora è tempo di ricostruire i partiti e lo si dovrà fare a partire da quello dei moderati. Abbiamo salutato con estrema soddisfazione la nascita dell’Associazione per l’Europa dei Popoli e delle Libertà, un organismo a statuto federativo che sarà l'interfaccia per l'Italia del 'Centre for European Studies', la fondazione del Partito popolare europeo.
È quanto anche noi abbiamo auspicato con la fondazione di ALEF, l’Associazione dei Liberi e Forti, per l’edificazione in Italia della sezione italiana del Partito Popolare Europeo. E lo si dovrà fare con quanti si riconoscono nei valori sturziani e degasperiani, declinati secondo gli orientamenti pastorali della Charitas in veritate, e si ritrovano in sintonia con la Carta dei valori del PPE.
Basta con i trasformisti e via libera al cambiamento con juicio, quello che è mancato sin qui all’amico Casini, avendo consapevolezza che se non si rafforza la compagine di governo, a Marzo si vota.

 

 

Don Chisciotte

 

15 dicembre 2010

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria