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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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16/09/2010

Fini al salto mortale ma forse occorre guardare a Formigoni

L'esperienza del solidarismo cristiano si è ben sposata con federalismo e liberalismo in Lombardia. un esempio concreto che farebbe un sol boccone dei percorsi difficili del Presidente della Camera

   

Fini al salto mortale ma forse occorre guardare a Formigoni

E’ unica la strategia: o una maggioranza coesa in grado di realizzare il programma o elezioni anticipate. Doppia, invece, la linea tattica affidata ai due leader, Berlusconi e Bossi secondo la formula del “marciare divisi per colpire uniti”.
Nei prossimi giorni sapremo se e quanto potrà durare questa legislatura. Intanto si smorzano i toni polemici e le colombe sembrano prevalere sui falchi.

Si tratterà di verificare se e come Gianfranco Fini riuscirà a destreggiarsi in questo anomalo e inusitato doppio salto mortale, tra esercizio della sua funzione notarile di presidente e quella più coinvolgente di capo partito.

Certamente, come ha sottolineato il presidente Schifani, nessuno può togliergli quanto una maggioranza parlamentare gli affidò, all’indomani delle elezioni politiche del 2008. Resta il dato di fatto di una situazione mai nemmeno lontanamente ipotizzata dai padri costituenti; quella di un presidente di garanzia non più super partes, ma direttamente coinvolto nella battaglia politico parlamentare.

Per l’on, Fini dovrebbero valere gli esempi fulgidi di Saragat e Pertini, allorché si ritrovarono nella sua medesima situazione. Per ora, l’ex leader di AN, non sembra intenzionato a mollare. Né Berlusconi intende affrontare il tema nel suo annunciato discorso al Parlamento di fine mese.

Adesso, però, il tema più immediato è la verifica dell’esistenza di una maggioranza coesa in grado di garantire, senza strumentali logoramenti, l’attuazione del programma.
Berlusconi si dichiara ottimista. Alcuni ministri addirittura prevedono una maggioranza ancor più vasta di quella che ha dato vita al governo, prefigurando scenari nei quali, annullata la capacità di interdizione finiana, si potrebbero realizzare nuove ipotesi interessanti sul piano politico e parlamentare.

Decisivi i rappresentanti dei gruppi minori e le decisioni dell’UDC, o, di alcuni suoi uomini.
A favore della tattica berlusconiana, rientrata, almeno per l’immediato, la minaccia di un voto di sfiducia al governo da parte leghista per accelerare il voto a Novembre, lavora anche la forte contrarietà di quei parlamentari che sentono fortemente a rischio, con la pensione, la stessa possibilità di essere rieletti in caso di anticipata consultazione elettorale.

Si è iniziato un tiro alla fune tra Pdl e gruppo finiano con profezie destinate alla verifica nei prossimi passaggi parlamentari.

In crisi la leadership di riferimento sarkoziana in Francia e orientata la scelta del gruppo finiano europeo verso la componente liberal conservatrice, acquista ancor più valore quanto da tempo andiamo sostenendo: la necessità di ricomporre quanti, ispirandosi ai valori del popolarismo sturziano e degasperiano, declinati secondo gli orientamenti pastorali della “Caritas in veritate”, si ritrovano nei principi e negli obiettivi indicati dalla Carta dei valori del Partito Popolare Europeo.

In questa prospettiva guardare all’esperienza lombarda di Roberto Formigoni, in cui si è saputo coniugare la tradizione del solidarismo cristiano, con quella socialista, liberale e democratico nazionale, con le istanze del federalismo leghista, orientate a realizzare il massimo di sussidiarietà in un’efficace ed efficiente azione di governo, sarebbe quanto mai utile ed opportuno anche per il futuro.

 

Don Chisciotte

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria