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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/07/2010

Governo Berlusconi: galleggiamento o tagliando?

Rimanere così sarebbe esiziale. Meglio operare con chiatimenti e, nel caso, in Autunno... L'opinione di Don Chisciotte

   

Governo Berlusconi: galleggiamento o tagliando?

Gradevole la musica che proviene dai risultati dei viaggi all’estero del Presidente del Consiglio, quanto risulta cacofonica, al limite della sopportabilità, quella che si sente in casa Italia.

Se all’estero Berlusconi riesce a farsi ascoltare e a raggiungere risultati positivi per le nostre imprese, autentico toccasana per l’economia italiana, molto accidentato appare il percorso parlamentare relativo alla manovra economica, alle intercettazioni e alla riforma della giustizia, mentre la temperatura all’interno del Pdl sale al calor bianco.

Gianfranco Fini sembra aver oltrepassato il segno, e, continuando a confondere bellamente il doppio ruolo di capo di una componente minoritaria del partito con quella istituzionale di presidente della Camera, dopo l’ennesimo scontro (l’ultimo con il coordinatore,On Sandro Bondi, in occasione della presentazione della neonata “ Rivista della Politica”del prof Campi) è giunto al punto in cui si rende forse inevitabile la soluzione del nodo: convivenza forzata con definitive regole interne o divorzio consensuale. Senza dimenticare la possibile rottura traumatica della coalizione.

Anche il presidente Napolitano, che aveva, sin qui, assunto atteggiamenti di estremo equilibrio per evitare un aperto conflitto istituzionale ai massimi livelli, con l’ultima esternazione maltese, ridà fiato alla tattica dell’ex leader di AN che, un giorno accelera con le sue dichiarazioni di distinguo, affidando, il giorno dopo, al solito Bocchino il compito di frenare, riconfermando l’indissolubilità di un rapporto, al di fuori del quale, onestamente non si capisce dove andrebbe a parare l’ondivaga strategia di Fini. E, intanto, furbescamente, Dario Franceschini ne approfitta annunciando il possibile voto comune sugli emendamenti dei finiani in sede di commissione giustizia sulle intercettazioni. Obiettivo: sparigliare la maggioranza e far saltare il governo, con Casini pronto a un governo di larghe intese ed Enrico Letta che invita Berlusconi “ a farsi da parte”. Tanto sarebbe già pronto lui con Di Pietro, Rosi Bindi e magari qualche tecnico di turno a rovesciare, Costituzione alla mano e, forse, Presidente dell’Alto Colle consenziente, il voto espresso dagli italiani per il Cavaliere.

Bossi, preoccupato, soprattutto, di non perdere il biglietto della corsa per il federalismo fiscale, tenta con estrema difficoltà di assumere un ruolo di mediatore tra il Cavaliere, Fini e lo stesso Presidente della Repubblica, anche se non mancano le gatte da pelare in casa sua, a cominciare dall’ infida Insubria. Berlusconi, invece, appena sceso dall’aereo dopo il giro del mondo, rilascia due interviste al TG1 e al TG5 con il suo solito sorriso smagliante e la facile battuta meneghina del :” ghe pensi mi”. In realtà siamo di fronte a un punto di svolta nella vita di questo governo e all’interno dello stesso partito di maggioranza relativa.

Stretti tra una crisi economica e finanziaria di livello planetario, siamo in una fase di crisi di valori sul piano morale, culturale e politico tra le più drammatiche della nostra recente storia.

La politica, punto di sintesi tra gli interessi e i valori, sembra aver perso completamente questi ultimi, per ridursi a scontro degli interessi particolari, con una classe dirigente che, dopo alcuni episodi al limite del tragicomico, come quelli di Scajola e di Lunardi, accostati a quei furbastri della “cricca”, risulta perdere ogni giorno di più credibilità. Esiziale, poi, quanto è successo nella nomina, con tanto di padri e padrini, oggi scomparsi, dell’inconsapevole Brancher alla guida di un fantomatico ministero che non c’è.

Un tagliando di revisione della macchina a questo punto si impone. Se non subito, con la ripresa di Settembre, anche se nelle prossime ore potrebbe accadere una pericolosa precipitazione degli eventi e il banco potrebbe saltare.

Noi ci auguriamo che, superato a livello parlamentare lo scoglio della legge finanziaria rivisitata, un repulisti nel governo e la ricostituzione di una squadra a prova della massima trasparenza e onestà si giunga a un chiarimento definitivo con la minoranza di Fini. Un chiarimento che, onestamente, non è più rinviabile. Così come diciamo no a qualsiasi tentativo di ribaltone trasformistico. Se salta il banco l’unica strada percorribile sono le elezioni anticipate.

Continuare a galleggiare con permanenti docce scozzesi che impediscono alla più forte maggioranza numerica di cui abbia mai potuto godere un esecutivo di governare, alla lunga diventerebbe esiziale e tanto più grave, nel momento in cui dall’opposizione non sembrano emergere proposte e leadership pronte e autorevoli per una reale alternativa.

 

Don Chisciotte

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria