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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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24/06/2010

PDL: fondazioni o correnti?

Mentre si vara la finanziaria d'Estate, si muove la politica in attesa deilla stagione Congressuale del PDL. Occorre guardare anche a Rutelli e Casini

   

PDL: fondazioni o correnti?

Non è un bel momento per il governo del Paese .
Imballato sul DdL per la regolamentazione delle intercettazioni telefoniche dalle potenti corporazioni illiberali diffuse e logorato dalle continue docce scozzesi finiane è iniziata la maratona sulla legge finanziaria che, come ogni anno (e questa volta ancor di più, visti i paletti imposti dalla situazione di crisi internazionale e dall’UE) suscita le più ampie contestazioni.

Con Gianfranco Fini e il suo manipolo di parlamentari è in atto un tentativo, l’ennesimo, di compromesso che, al di là dei contenuti specifici dei provvedimenti legislativi in esame, riguarda soprattutto gli organigrammi interni di partito, l’annunciato congresso e le prospettive future della leadership del Popolo della Libertà.

Falchi e colombe dei due schieramenti si confrontano sopra e sotto traccia, mentre l’azione di governo perde di credibilità con i continui rinvii, i frequenti stop and go, nonostante gli sforzi del Cavaliere e dei soliti ambasciatori plenipotenziari.

La realtà dei problemi strutturali del Paese è messa a nudo dai vincoli comunitari e, senza l’antica valvola di sfogo della svalutazione monetaria, oggi nelle mani della BCE, con il saldo della finanziaria da tutti considerato intoccabile, emerge sino in fondo la struttura fortemente differenziata dell’Italia e la grande difficoltà di trovare un equilibrio compatibile.

Le vibranti proteste di Formigoni ed Errani sui sacrifici richiesti alle Regioni, con oltre il 13-14 % di tagli previsti alle loro entrate di bilancio relative alle spese realmente disponibili sul piano del governo locale, sono state riconosciute fondate.

Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, sollecita il ricorso alla regola dei costi standard su cui misurare la diversa entità dei sacrifici richiesti tra regioni formiche virtuose e regioni cicale dissolute, onde evitare che nella notte dei tagli univoci orizzontali, tutti i gatti diventino bigi.

Non sarà facile per i neo governatori delle Regioni Lazio, Campania e Calabria che hanno ereditato le sciagurate gestioni dei Marrazzo, Bassolino e Loiero, affrontare la nuova situazione che la finanziaria, comunque si concluda, imporrà in termini di sacrifici.
E lo stesso accadrà, dovrà accadere, per realtà regionali dal deficit strutturale cronico come la Puglia di Vendola e la Sicilia di Lombardo.

E’ difficile discutere di federalismo fiscale in una situazione bloccata come questa. E non si risolve, certo, il problema affidando all’ennesimo ministro il compito di dirigere il processo riformatore perno del programma del governo.

Superato il difficilissimo scoglio della finanziaria prima delle ferie e rinviato a tempi migliori la riforma della giustizia e delle stesse intercettazioni, in autunno si imporrà una severa riflessione sullo stato di avanzamento dell’azione di governo.
E non potrà essere una partita giocata dai soli berlusconiani lealisti che, con Frattini,Sacconi, Bondi e la Gelmini hanno organizzato sabato scorso a Moniga del Garda la loro riunione di area e i finiani residui e d’antan. Credo sia giunto il momento che anche Formigoni con Fitto, Rotondi, Penati, Pisanu, batta finalmente un colpo e che il Cavaliere si rassegni all’idea di una circolazione delle idee e del confronto interno al Pdl. Una circolazione e un confronto senza i quali il partito al centro, come già accade in periferia, è destinato a non sopravvivere alle fortune del Capo. D’altra parte, Fondazione Fare Futuro di Fini, Fondazione Magna Carta di Quagliarello e Valli, la neonata Fondazione Liberamente dei lealisti, così come il gruppo degli ex AN di La Russa, Matteoli, Alemanno e Gasparri, cosa sono se non aree di tendenza, gruppi di amici, correnti vere e proprie più o meno strutturate?

E meno male che a sinistra c’è il vuoto di un Bersani vociante senza strategia, replicante stonato del malmostoso Di Pietro con una CGIL senza più guida e alla mercè della FIOM incapace di interpretare i bisogni veri dei lavoratori che intende rappresentare. Una prima risposta l’hanno data i 5000 che hanno sfilato a Pomigliano d’Arco a favore dell’accordo con la Fiat e l’aria che tira non sembra favorevole agli estremismi di Cremaschi e di Landini.
Segnali di fumo giungono dal centro di Casini e Rutelli. Sarebbe saggio tentare di interpretarli e possibilmente raccoglierli.

 

Don Chisciotte

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria