Dimensione del carattere 

Giovedì 16 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

20/06/2010

Adelante Silvio con juicio

Don Chisciotte riassume la situazione politica, ma c'è bisogno di chiarezza per la situazione finanziaria e per la legge sulle intercettazioni

   

Adelante Silvio con juicio

Crisi finanziaria internazionale con pesanti riflessi in tutti i Paesi dell’Europa, mentre in Giappone il capo del governo, Naoto Kan, annuncia una situazione drammatica che potrebbe sfociare nel default di tipo greco.
Tutti i Paesi europei hanno assunto decisioni drastiche sul piano economico, con dolorosi tagli sulle spese pubbliche di bilanci gravati da enormi deficit e insostenibili debiti sovrani.
Anche in Italia la manovra decisa dal governo incide profondamente nel tessuto sociale e nella stessa struttura organizzativa della spesa pubblica.
E’ evidente, tuttavia, un netto squilibrio tra i sacrifici richiesti alle regioni e alle altre diverse componenti dello Stato a partire proprio dai ministeri e negli enti locali :province e comuni.
Bene ha fatto Formigoni ha rappresentare quest’oggettiva sperequazione che il ministro Tremonti ha tentato di contestare nel recente incontro con i presidenti delle giunte regionali.
Qualche aggiustamento, annunciato anche dal presidente del consiglio, si dovrà pur fare, a parità del saldo consuntivo, se non si vuol paralizzare completamente l’attività regionale e l’avvio dello stesso federalismo.
Troppe contorsioni e incomprensibili giravolte da parte del governo. Un andirivieni che non facilita il rapporto di fiducia con i cittadini.
Tragicomica la mancata decisione in materia di abolizione delle province. E mentre la manovra finanziaria ha appena avviato il suo iter parlamentare, già sono scese in campo le diverse corporazioni in cui è strutturato da sempre il Paese.
La più contestata di tutte è quella dei magistrati, la cui credibilità nell’opinione pubblica è scesa al livello minimo inferiore.
Non solo hanno conquistato il privilegio di scatti automatici negli stipendi e, quel che più inquieta, nelle carriere, a prescindere, ma appena vengono toccati negli stipendi, come tutte le altre categorie del pubblico impiego, scatta una reazione rabbiosa dei magistrati con la mistificante motivazione dell’attacco alla loro autonomia.
Sull’inevitabile malcontento che ogni provvedimento di stretta economica comporta, si accompagna rituale il solito copione antagonista di Epifani e della CGIL. Così come, sul solco del trattorista di Montenero di Bisaccia, anche Bersani con il PD, rincorre l’onda dello sciopero generale con grave disappunto degli altri sindacati e dei politici del PD da sempre vicini alle posizioni della CISL e UIL.

E’ la stessa situazione che si sta vivendo nel martoriato iter parlamentare della legge sulle intercettazioni.
Qui la politica dell'IdV con l’occupazione diuturna dei banchi del governo al Senato, un gesto che ricorda certi episodi squallidi al limite dello squadrismo parlamentare, ha manifestato tutta la sua perniciosa sfrontatezza. E, non meno deplorevole, è stata la decisione della sen. Finocchiaro e del gruppo del PD di abbandonare l’aula al momento del voto, con una scelta aventiniana incomprensibile per un Partito che si dichiara Democratico.
L’on. Di Pietro si appella al supremo Colle affinché il presidente Napolitano non firmi la futura legge, sentendosi replicare lapidariamente: “I professionisti della richiesta al presidente della Repubblica di non firmare sono numerosi, ma molto spesso parlano a vanvera”
Siamo alla farsa parlamentare di una legge che, le corporazioni dei magistrati da un lato, e dei giornalisti dall’altro, non intendono assolutamente accettare. Eppure è una legge di cui si discute da più di due anni e il cui iter parlamentare occupa, a corrente alternata, i due rami del Parlamento da più di dodici mesi ed è alla terza lettura. In barba all’art 15 della Costituzione che sancisce “l’inviolabilità della libertà e della riservatezza delle comunicazioni personali” principio da contemperare con quello altrettanto essenziale dell’art 21 che contempla la libertà di informazione, si continua a demonizzare la cosiddetta “legge bavaglio”.
Se il solito Tonino Di Pietro minaccia sfracelli anche alla Camera, il mite Enrico Letta, giunge a minacciare “ il Vietnam “ per la maggioranza, assumendo un ruolo da vietcong che, onestamente, assai poco si addice al giovane economista della scuola bolognese del compianto Nino Andreatta, membro di quella “rivoluzionaria”, si fa per dire, confraternita dell’AREL.
Anche l’ineffabile Luca Cordero di Montezemolo, intervenendo all’annuale convegno dei giovani industriali, sollecitando la discesa in campo in politica dei giovani imprenditori, sembra dar corpo alle insinuazioni che, giorno dopo giorno, lo indicano quale prossimo protagonista di qualche nuovo scenario politico.
Tira una brutta aria dentro e fuori il Parlamento e, credo, sia tempo che l’On Berlusconi prenda il toro per le corna: esamini e risolva le situazioni delicate che ruotano attorno a qualcuno dei suoi ministri e chiarisca una volta per sempre il ruolo della minoranza finiana nel partito, con cui va aperto un confronto serio e senza possibili scorciatoie per alcuno.
Sopravvivere a continue docce scozzesi e troppo frequenti cadute, come sta accadendo troppo frequentemente nel voto alla Camera, alla lunga destabilizza una maggioranza alla quale gli elettori italiani hanno assegnato il compito di realizzare il programma su cui essa ha vinto le elezioni nel 2008 e dalle quali ha tratto la sua piena legittimità a governare.

 

Don Chisciotte

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria