Dimensione del carattere 

Venerdì 17 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

04/12/2009

Fini in chiaroscuro

Ettore Bonalberti si sofferma sulle questioni sollevate da Gianfranco Fini. Le tematiche che riguardano il partito sono fondate, altro no.

   

Fini in chiaroscuro

Nel merito, al di là delle imparaticce lezioncine quotidiane di educazione civica, delle tesi di Gianfranco Fini condividiamo pressoché nulla.
Sul piano del metodo, invece, per quanto riguarda le modalità di organizzazione e conduzione del Pdl, sono molte le ragioni da lui sostenute, magari in maniera inopportuna, che ci sembrano degne di attenzione.
Così com’ è stato sin qui organizzato il Pdl le cose non vanno bene.
Fatta la scelta di appartenere al PPE, due sono le condizioni essenziali per garantire al PDL, come ad ogni altro partito che intende riferirsi al PPE, una reale democrazia interna:

1) Collegialità nelle decisioni, ossia le scelte non siano mai solitarie, ma frutto di organi collegiali aperti al libero confronto e al dibattito (così e solo così la DC poté governare per quasi 50 anni, superando momenti terribili come quelli seguenti all’omicidio di Aldo Moro). Decisioni solitarie possono anche essere vincenti in una fase di grande potere popolare e carismatico, ma non saranno mai di lunga durata. Aldo Moro ci ha insegnato come, specie nei momenti delle scelte più difficili :” sia meglio sbagliare insieme che avere ragione da soli”.

2) Elezione diretta dei dirigenti a tutti i livelli con voto segreto, avendo la consapevolezza che, senza competitività democratica interna, non si seleziona una classe dirigente ma solo dei cooptati, inevitabilmente ridotti o riducibili a condizione servile e per i quali vale sempre ricordare un insegnamento essenziale di Carlo Cattaneo, secondo cui: “ chi educa al servilismo è destinato a raccogliere, prima o poi, il tradimento”. Un partito può anche essere strutturato rigidamente centralista, ma non resiste se non vige al suo interno la democrazia. L’alternativa è il centralismo democratico, oppure l’anarchia o la cooptazione sistemica senza futuro.

E’ evidente allora la necessità di superare la norma transitoria e finale dello Statuto del Pdl che, di fatto, congela la possibilità di libere elezioni delle dirigenze a tutti i livelli per almeno tre anni, assegnando al presidente del Partito e, attenzione, in caso di impedimento al suo Vice (cioè, proprio Fini!!), tutti i poteri in materia di nomine.

Avviata giustamente la fase del tesseramento, diventa ineludibile attivare sistemi elettivi diretti di tutti i dirigenti ai diversi livelli con voto segreto, come essenziale sarà procedere alla scelta dei candidati attraverso elezioni primarie fra tutti gli iscritti e i simpatizzanti.

 

 

Ettore Bonalberti

 

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria