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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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09/11/2009

Berlusconi: o maggioranza o elezioni

La cottura a fuoco lento non si addice a Silvio, che adesso sfida la sua stessa maggioranza: o copertura dagli attacchi giustizialisti o il voto concomitante con le regionali. Intanto il PD...

   

Berlusconi: o maggioranza o elezioni

Pierluigi Bersani segretario e Rosy Bindi Presidente acclamati dall’assemblea nazionale del PD nella riunione di Sabato 7 novembre a Roma.
Il delfino di D’Alema, finalmente, ha raggiunto la posizione da molto tempo sognata con il leader Maximo in alternativa all’odiato Veltroni e la “Pasionaria di Sinalunga” quella della presidenza del Partito.

Lungo la strada il PD ha perduto il politico Rutelli, il filosofo Cacciari e l’imprenditore Calearo.
Bersani sostiene che, con la nuova struttura dirigente, il partito non lascia fianchi scoperti. In realtà qualcosa si è già perduto all’esterno, mentre all’interno, consumata la spaccatura della componente degli ex popolari, rimane una difficile convivenza strategica con il delfino Franceschini di Ferrara, mentre salgono i malumori e le frustrazioni degli amici di Marini e Fioroni.

La strategia è ancora incerta poiché non si è sciolto il nodo del rapporto con l’IdV di Di Pietro, mentre si è pronunciato un solo no per ritornare a coalizioni con i “comunisti” e si è lanciata l’idea di una proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica della legge elettorale.

Evidente l’obiettivo che si persegue: superamento del bipolarismo, ultima espressione della novità del Lingotto veltroniano, con la reintroduzione della proporzionale nella versione tedesca; riunificazione di tutte le forze disponibili a sinistra e costruzione di un centro-sinistra con il trattino, con la speranza di un suicidio della maggioranza di centro destra e la nascita di un corposo nuovo centro.

Rutelli e il gruppo della rosetta bianca sono già pronti ad accogliere quanti dall’UDC saranno disponibili al traghettamento, per ora limitato a Tabacci e ai sospiri di Savino Pezzotta. Il rischio assai forte è che si determini una semplice trasmigrazione di ex popolari verso il nuovo centro, con il solo risultato di spostare ancor di più a sinistra il PD e non aggiungere nulla in termini di consenso alla sommatoria attuale dei voti .
Unico elemento di novità che è emerso: un diverso clima nel rapporto con la maggioranza ispirato alla volontà del confronto in Parlamento che, anche se non è il dialogo accarezzato dal Cavaliere, è una disponibilità ad affrontare i temi del cambiamento, purché ispirati dall’esclusivo interesse dei cittadini.

Incombente la questione della giustizia, con alcuni magistrati senza più remore all’impegno politico esplicito, come quello evidenziato dal PM Antonino Ingroia, pubblico accusatore nel processo contro Marcello Dell’Utri a Palermo, il quale nel convegno organizzato dall’ex magistrato, ora leader politico De Magistris, nella due giorni del Maschio Angioino a Napoli, ha apertamente affermato il diritto-dovere costituzionale dei magistrati di intervenire nel dibattito politico, in una situazione da loro definita di emergenza democratica.

Non a caso Berlusconi, nella settimana che si apre, chiede alla maggioranza di stringersi attorno al suo leader, sottoscrivendo un documento da votare in Parlamento a difesa dell’attacco giudiziario contro di lui, per garantire la continuità della maggioranza stessa.

Contate le firme si saprà finalmente chi ci sta e chi non ci sta e se non ci fosse più la maggioranza, dimissioni della maggioranza parlamentare e elezioni anticipate.
Non sarà un passaggio semplice e nemmeno facile. Bisognerà fare i conti con le incertezze di Fini e la volontà di Bossi e della Lega, oltre a quella del Presidente Napolitano. D’altra parte, con la questione aperta delle candidature regionali e il rischio di essere cotto a fuoco lento entro un sistema istituzionale in netto contrasto con la volontà politica emersa dal corpo elettorale, la strada scelta dal Cavaliere non ha oggettive alternative.

Ultima spiaggia, dopo il sì alla candidatura di D’Alema alla nomina a Mr Pecs dell’Unione europea, lo scambio tra riforma della giustizia e nuova legge elettorale con il PD. Questo tema, però, potrebbe diventare realistico solo dopo il risultato della verifica in corso questa settimana all’interno della maggioranza di governo. E a quel punto, però, addio al bipolarismo italico…
 

 

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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria