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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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03/07/2009

Il PD a Congresso: che succederà al PDL?

franceschini vs Bersani, ma gli scenari appaiono difficili da delineare oggi. Don Chisciotte all'opera

   

Il PD a Congresso: che succederà al PDL?

Non avevamo mai creduto all’idea di un segretario di transizione. Miracolato da un sistema che, Franco Marini, nell’ultima direzione del PD ha definito frutto dell’intelligenza di un dottor Stranamore, Dario Franceschini ci ha ripensato e si ricandida. Lo ha fatto dopo che l’On Pier Luigi Bersani aveva annunciato la sua candidatura in previsione del congresso.

Dario ha seguito l’esempio della discesa in campo del Cavaliere nel 1994, usando il mezzo televisivo, anzi quello più moderno di Youtube. Si apre dunque il congresso definitivamente stabilito, a norma regolamentare, con il voto degli iscritti il prossimo 11 ottobre e le primarie il 25 dello stesso mese. Il termine ultimo per la presentazione delle candidature alla segreteria scade alle ore 20 del 23 luglio e sino ad allora se ne vedranno delle belle.

Gli iscritti sceglieranno i delegati al congresso per la scelta dei candidati ufficiali per le primarie che, in assenza di regole, in una partita finalmente aperta, rischiano di sovvertire le eventuali scelte degli iscritti. D’altra parte è già cominciata la corsa per il tesseramento e gli ex PCI, ben presenti su alcune roccaforti tradizionali, già temono la capacità ben nota degli ex democristiani in questo campo.

Si profila una folle corsa per l’egemonia e, contrariamente a quanto abbiamo sempre creduto, potrebbe anche darsi che, coloro che non volevano morire democristiani, si ritrovino Dario Franceschini a traghettarli verso un “altrismo” che resta l’obiettivo confuso di un partito a rischio di strategia perché privo di un’anima.
Restare fedeli alle proprie tradizioni, ma come garantirne la sintesi tra ex comunisti ed ex sinistra DC? Oppure realizzare quel necessario rimescolamento, sempre possibile quando si parla di questioni economico sociali, assai meno quando si affronta il tema dell’etica e dei valori non negoziabili.

Restare nella casa europea socialista, magari con la congiunzione furbesca “e dei democratici”, che se non è zuppa resta pur sempre pan bagnato, o reintrodurre quel vecchio e stantio ritornello, ripreso dal leader di Ferrara, del nuovo contro il vecchio, in alternativa al tradizionale schema: destra e sinistra.

Il tema del “nuovismo”, quale categoria alternativa al vecchio, potrà anche far presa sui quarantenni “piombini” riuniti sabato scorso al Lingotto, in cui un patetico Fassino ha chiesto a D’Alema e Veltroni di fare un passo indietro. A me ricorda il leit motiv demitiano con cui Ciriaco da Nusco impose la propria egemonia su una stanca Democrazia Cristiana avviata sul viale del tramonto del suo ultimo decennio negli anni’80. Ora come allora con Scalfari e il suo giornale a dettare le battute e a orchestrare le alleanze dentro e fuori la DC.

Continuiamo a pensare con il saggio Emanuele Macaluso che, già prima, al tempo di Berlinguer e per non poche responsabilità dello stesso leader sardo, il PCI ha mancato quella che era la sua naturale evoluzione nella casa riformista socialista. Obiettivo che avrebbe dovuto scontare il passaggio di un accordo con il socialismo craxiano. Si puntò invece alla demonizzazione di Bettino e alle confuse scelte occhettiane e degli eredi berlingueriani, rappresentati dai dioscuri, D’Alema e Veltroni, che da oltre quindici anni caratterizzano la vicenda interna al PCI, PDS, DS, sino alle esperienze dell’Ulivo prodiano e a quella oggi rinnegata della “vocazione maggioritaria” veltroniana.

Sarà assai difficile rovesciare la regola del “cane che muove la coda”, anche se il caso che ha portato Franceschini alla guida del PD, potrebbe rappresentare o l’inizio di un nuovo percorso destinato a soppiantarla, o il momento drammatico di un’implosione tra strategie e tattiche difficilmente compatibili.

Resta il fatto indubitabile che ciò che accade e accadrà nel PD non potrà non avere conseguenze sull’intero quadro politico italiano. Anche nel Partito del popolo della libertà che non potrà fermarsi al palo del congresso di fondazione. Tema quest’ultimo su cui torneremo quanto prima.
 

 

don Chisciotte

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria