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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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16/06/2009

Ballottaggi: un testa a testa sulla tenuta degli elettori di centro destra

L'UDC in ordine sparso. Si sposterà a sinistra il suo elettorato? Odor di ribaltone. Le ha sparate grosse Cossiga o...

   

Ballottaggi: un testa a testa sulla tenuta degli elettori di centro destra

Sarà la settimana decisiva dei ballottaggi. Quella in cui si completeranno le scelte degli elettori per quelle amministrazioni provinciali e comunali che non glie l’hanno fatta a garantire il 51% ai candidati in lizza alle cariche di sindaco o di presidente di provincia.

Dal voto del 6 e 7 giugno è emerso un profondo mutamento della geografia politica dell’Italia, con un netto spostamento delle amministrazioni locali a vantaggio del centro-destra. Ora la partita si fa più dura in un secondo turno quasi sempre meno partecipato dagli elettori. Una scarsa propensione al voto, questa volta alimentata anche dall’appello all’astensione per il concomitante voto referendario. Un appello assai diffuso nel centro-destra, specie da parte della Lega, ma non meno presente nel fronte di centro-sinistra, anch’esso diviso tra opposte opzioni.
La partita è particolarmente delicata in casa del PD, costretto al ballottaggio in alcune delle sue roccaforti tradizionali, come le città di Firenze e di Bologna, e in altri non meno importanti capoluoghi di provincia. Continuasse il crollo amministrativo delle vecchie giunte di centro-sinistra la situazione interna del PD, già in forte convulsione, diventerebbe esplosiva.

Non manca l’interesse anche sul fronte del centro-destra, specie in alcune realtà lombarde e venete. Realtà che, con i casi di Bari e Torino, assumeremo quali elementi cartine di tornasole dei rapporti nei e tra i partiti del centro-destra. Da valutare, infine, l’ambigua e opposta scelta che verrà assunta dall’UDC in diverse situazioni locali e provinciali. Il partito di Casini si schiererà, dunque, a favore del centro destra o del centro sinistra pur di non perdere posizioni di potere e come prova per future avventure.

Il voto per le amministrazioni provinciali di Milano e di Venezia, da un lato, accanto a quella per il rinnovo del consiglio comunale di Bari e della provincia di Torino, forniranno, così, delle significative indicazioni con possibili proiezioni politiche di prospettiva.

A Milano, il presidente uscente Filippo Penati, pur distanziato di dieci punti, è riuscito ad evitare l’esito che sembrava possibile al primo turno, sulla base dei voti conseguiti dai partiti del centro-destra, se si fossero conservati compatti sul voto del candidato presidente, l’on.Guido Podestà.

Ciò non è avvenuto e si profila un testa a testa dall’esito quanto mai incerto giocato da Penati tutto sulla sua personalità anomala di ex comunista padano, e legato all’affluenza degli elettori in una giornata di inizio estate più favorevole alla fuga dalla città e provincia che al soddisfacimento del dovere elettorale.

Se, come ci auguriamo, il popolo della libertà e gli elettori della Lega partecipassero compatti al secondo turno, certo rispettando, questi ultimi, l’indicazione bossiana di rifiuto della scheda per il referendum, a Milano non ci dovrebbe essere partita.

Così come per la provincia di Venezia, dove la candidata leghista, Francesca Zaccariotto, dispone sulla carta, in base ai voti del primo turno, una netta maggioranza rispetto al presidente uscente del PD, Davide Zoggia. Non sarà ininfluente l’ondivago orientamento del sempreverde Ugo Bergamo, componente in aspettativa del CSM, già sindaco di Venezia, candidato non eletto dell’UDC per il parlamento europeo e alla stessa presidenza provinciale veneziana, forte di un 5,6 % che sino all’ultimo ha voluto mantenere in bilico circa l’appoggio ad uno dei due contendenti. Conseguenza anche di una malcelata insofferenza dei candidati leghisti, a Venezia, come a Belluno e a Rovigo, per una partecipazione diretta dell’UDC con il proprio simbolo nelle liste del centro-destra. Alla fine per la provincia di Venezia, l’UDC appoggerà il candidato del centro-destra.

Netta, invece, la scelta dell’UDC a favore dei candidati del PD a Bari a Torino e in altre città minori. Sarà una prova decisiva per valutare il grado di tenuta dell’elettorato di quel partito, nell’ipotesi di spostamento a sinistra di Casini e C., in una situazione assai diversa da quella già sperimentata nelle recenti elezioni trentine.
Domenica scorsa speriamo che il presidente emerito Cossiga le abbia sparate un po’ troppo grosse in merito alla presunta compartecipazione del leader UDC al tentativo di ribaltone, alla vigilia del G8 del l’Aquila, in combutta con il partito de la Repubblica, il PD e il magnate Murdoch, per issare il governatore Draghi al posto del Cavaliere alla guida del governo. Stavolta, però, al Quirinale non c’è Scalfaro, e, mentre confidiamo nella saggezza e onestà di Napolitano, siamo sicuri che stavolta, se succedesse, il ribaltone non potrebbe avvenire senza conseguenze pesanti sul piano della tenuta democratica del sistema.

Insomma anche da questo turno non mancheranno gli elementi per una riflessione attenta, dopo che, a conclusione del voto, potremo discutere sia sulle scelte degli elettori nelle diverse realtà territoriali, sia per quanto riguarda la vicenda referendaria relativa alla legge elettorale.

 

 

Don Chisciotte

 

radioformigoni- 15 giugno 2009

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria