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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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26/05/2009

Una settimana di fatti, ma alcuni sono più importanti per il Paese

La ripresa del dialogo fra le forze sindacali, il confronto attivo fra forze sociali e governo, il tentativo di superamento dell'attuale sistema di governance... ecco le novità che Don Chisciotte propone alla riflessione

   

Una settimana di fatti, ma alcuni sono più importanti per il Paese

Emma Marcegaglia, nel suo intervento all’Assemblea generale di Confindustria di Venerdì 22 Maggio, ha rappresentato l’attuale situazione del mondo imprenditoriale italiano, riconoscendo i meriti acquisiti dal governo Berlusconi, e richiedendo più coraggio per le riforme a un governo che gode di un così vasto consenso.
Consueta acclamazione per il ministro Brunetta e giudizio positivo su quello del welfare Sacconi; appena sufficiente il giudizio per Gelmini e Alfano, un po’ freddina con il ministro Scajola e , soprattutto, con Giulio Tremonti, considerato non estraneo alla stretta di liquidità attuata dalle Banche in un momento nel quale le aziende richiederebbero ossigeno di sopravvivenza.
In contemporanea si svolgeva il congresso nazionale della CISL per la riconferma di Raffaele Bonanni alla guida della confederazione e in quella sede il sindacato italiano che sembra meglio degli altri rapportarsi alla nuova situazione dello sviluppo industriale e della trasformazione del sistema capitalistico a livello internazionale, ha riproposto le linee di un riformismo possibile su cui chiamare al confronto le parti sociali e il governo del Paese.
Fatto rimarchevole la partecipazione al dibattito, per la prima volta nella storia del sindacato di Pastore, Storti, Macario, Carniti, Marini, D’Antoni e Pezzotta, del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Espressione di un rinnovato clima di confronto e collaborazione tra le parti sociali ben sottolineato dalla presenza non solo di Angeletti della UIL, ma dai toni nuovi usati dal segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani. Questi, dopo molti mesi di politica del rifiuto e della rinuncia, ha riconosciuto la necessità di superare l’isolamento in cui ha ridotto il più grande sindacato italiano, e richiesto la riapertura di un tavolo di confronto tra governo e parti sociali. Richiesta immediatamente raccolta dal ministro del welfare Sacconi, accolto dagli applausi di un’assemblea da tempo in forte sintonia con le posizioni riformiste del giovane ministro trevigiano.
Timidamente sembra far breccia il tema della riforma pensionistica, con possibilità, almeno su base volontaria e fatti salvi i diritti sin qui acquisiti dai lavoratori in servizio, del prolungamento dell’età lavorativa.
Insomma uno spirito nuovo che fa ben sperare dopo i fatti minacciosi di Napoli e di Torino dei Cobas in rivolta permanente e senza speranza.
Terzo e ultimo fatto significativo della scorsa settimana, il permanere e l’acuirsi dello scontro sempre più palese tra Berlusconi e Fini sui temi istituzionali e politico culturali che agitano il dibattito politico italiano.
Attaccato continuativamente, prima per l’insostenibile favola rosa di Casoria con la giovane Noemi, poi per la delicata questione dell’annunciato divorzio di Veronica, e, quindi, con le inevitabili speculazioni sulle motivazioni della condanna dell’avv. Mills, per corruzione, uscite con cronometrica precisione alla vigilia delle prossime elezioni europee, il Cavaliere è impegnato a districarsene con permanenti annunci sulle cose fatte e da fare e con proposte che, corrispondendo perfettamente al sentir medio della gente, spiazzano parrucche e parrucconi impegnati nella conservazione dello statu quo e nella difesa formale e retorica dell’esistente. Ed anche il Presidente Fini ci mette del suo.
Non si contano ormai più le questioni su cui il presidente della camera, quasi quotidianamente, assume posizioni distinte e distanti da quelle espresse da Berlusconi con piena condivisione del Pdl, tanto che l’omologa carica dello Stato, il Presidente del Senato, Schifani, è costretto a giocare di rimessa pressoché su ogni esternazione del collega della Camera.
Dalle questioni etiche a quelle più propriamente politico istituzionali, dal tema dell’integrazione o espulsione degli immigrati clandestini a quelle dei rapporti con il mondo cattolico, non si comprende ancora bene dove Fini voglia parare.
E, intanto, in attesa dei risultati del voto del 6 e 7 Giugno p.v. sembrano impazzire le posizioni che si annunciano sul voto referendario del prossimo 21 giugno, con repentini rovesciamenti di posizioni tra coloro che firmarono per il referendum e ora si dichiarano contro e coloro che prima si professavano bipolaristi e bipartisti ed, ora, sono diventati assai poco credibili emuli di Catilina nel denunciare inesistenti pericoli per la democrazia.
Insomma molta confusione sotto il cielo, anche se, il prossimo sondaggio del voto di giugno, sicuramente fornirà qualche elemento di chiarezza in più.

 

 

Don Chisciotte

 

Radioformigoni, 25 maggio 2009



 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria