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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/05/2009

Il miraggio trentino

Dopo i risultati di Trento, il PD pensa ad una tendenza nazionale possibile. Una sorta di ribaltone in corso d'opera, ma le differenze sono troppe...

   

Il miraggio trentino

Con il 64,2% il sindaco reggente, Alessandro Andreatta del PD, stravince le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Trento eguagliando la percentuale del 2005 di Alberto Pacher. Deve far riflettere, tuttavia, l’alta astensione, considerando che a Trento è la prima volta che partecipa al voto solo il 60% degli elettori.
Il risultato è la dimostrazione della bontà del sistema di potere trentino fondato sulla straordinaria disponibilità di risorse pubbliche che non ha confronto con altre realtà provinciali italiane, Bolzano e la Val d’Aosta escluse, unita ad una solida tradizione del buon governo della cultura popolare e democristiana trentina di cui Andreatta è un degnissimo erede.
Questo risultato, in netta contro tendenza con tutti i sondaggi pre-elettorali delle prossime europee, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Dario Franceschini il quale, commentando quel risultato, si è lasciato andare a interpretazioni fuorvianti e a giudizi non all’altezza del leader del più importante partito di opposizione.
Nessuno dubita che i trentini siano persone di buon senso ma arrivare a dire, come ha fatto il giovane leader ferrarese che i cittadini di Trento sono: "persone serie, con la testa sulle spalle, lavoratori, gente concreta che non si fa condizionare dalle favole della tv", quasi adombrando che gli altri italiani sarebbero una sorta di pirla, per dirla alla milanese, mi sembra il sintomo di una seria difficoltà che, tra meno di un mese, si andrà a verificare.
I risultati di Trento andrebbero meglio analizzati considerando che il PD, pur restando il primo partito in città con il 30,02% dei voti, risulta in leggero arretramento rispetto ai dati cittadini delle recenti elezioni provinciali (31,94%).
In realtà chi guadagna voti è l’Unione per il Trentino (Upt), ossia il laboratorio politico territoriale del governatore Lorenzo Dellai, come contraltare di centro al PD per le provinciali 2008.
I risultati dell’anomala regione Trentino Alto Adige, anomala nel senso che trattasi di una regione speciale dotata di una specialità del tutto particolare dove, sull’antica tradizione della buona amministrazione asburgica, si è innestata la grande disponibilità di risorse che vedono un ritorno pro capite delle entrate fiscali che non ha eguali nel resto del Paese, sono del tutto atipici e difficilmente ripetibili in altri contesti politico-amministrativi.
E non è un caso, infatti, che molti comuni delle confinanti regioni della Lombardia e del Veneto, da tempo perseguono l’obiettivo di saltare il fosso, per vedersi garantiti gli stessi privilegi, sissignori perché ora di autentici e non più sopportabili privilegi si tratta, dei loro vicini trentini.
Si aggiunga che questa speciale condizione istituzionale si sta ulteriormente aggravando con il ritorno degli ultimi episodi di tracotante pangermanismo in Alto Adige, sempre più intollerante nei confronti dell’ unica vera minoranza esistente in quelle terre, ossia quella italiana (24,4% contro il 64% di lingua tedesca e il 4% di lingua ladina - bilancio Istat dicembre 2006)
Da tempo vado pensando che dopo le difficili condizioni pattuite per l’Italia da Alcide De Gasperi con l’accordo De Gasperi-Gruber per garantire un assetto stabile in questa regione, sarebbe forse il tempo di rivedere quegli accordi.
Sarebbe ora di ricordare con forza al governatore dell’Alto Adige Luis Durnwalder e alla Volkspartei che, continuando questa politica anti italiana in quella provincia, perché non chiedono di entrare a far parte dello stato austriaco, riconoscendo a parti invariate alla minoranza linguistica italiana gli stessi privilegi che da decenni l’Italia riconosce profumatamente a quella, che minoranza non è, di lingua tedesca?
Se poi Franceschini si illude che il buon senso trentino possa trasferirsi come per incanto nel voto degli italiani, cominciasse a sostenere l’idea che i privilegi delle regioni speciali debbono cessare con il riallineamento di tutte le regioni alle medesime condizioni di federalismo fiscale e solidale. Ecco un terreno di possibile immediata convergenza tra i due poli….
 

 

Don Chisciotte

 

radioformigoni, 11 maggio 2009

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria