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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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15/04/2009

Tra franchi tiratori e preferenze europee

Sembra ritornata la prima repubblica, anche se in realtà molto è cambiato, ma c'è chi sfrutterà i prossiumi appuntamenti elettorali per acquisire potere nel PD o nel PDL.

   

Tra franchi tiratori e preferenze europee

Sono solo scricchiolii di una maggioranza destinata a durare per l’intera legislatura o segnali inquietanti di un imminente sconquasso ?
Impegnato com’era, Mercoledì 8 aprile, nella straordinaria opera di mobilitazione per i terremotati dell’Aquila e dell’Abruzzo, il presidente Berlusconi con molti uomini del governo, tutti coinvolti in un’azione che non si era mai vista prima in occasioni di disastri simili, era raggiunto dalla notizia dei primi 17 franchi tiratori che, per ben tre volte, mettevano in minoranza il governo sul provvedimento della sicurezza. Immediata la reazione della Lega che ritirava i suoi parlamentari costringendo a un altro bagno il governo sul provvedimento concernente la politica del credito.
Alla vigilia delle elezioni amministrative in molti enti locali e delle europee, vero termometro del consenso di ciascun partito, con la spada di Damocle della decisione da prendere sulla data del referendum sulla proposta Segni-Guzzetta, era inevitabile la fibrillazione di mercoledì scorso.
Il Pdl ha appena avviato un percorso complesso e con la tecnica del bilancino (quote del 70 e 30) che, se è sopportabile nell’equilibrio romano, ha creato grandi difficoltà nelle regioni e nelle province, specie per le nomine dei coordinatori. Una sorta di missi dominici, talora assolutamente ininfluenti e di nullo spessore carismatico, senza alcuna legittimazione democratica dal basso, catapultati alla vigilia di elezioni amministrative in cui si sta verificando quanto da tempo vado prevedendo: liste civiche a go go e il pdl ridotto, in molti casi, alla dispersione.
La Lega è impegnata sulla DdL del federalismo fiscale e, in diverse occasioni, ha dimostrato di voler instaurare un rapporto diretto con il PD, scavalcando il Pdl, per puntare a una condivisione ampia del testo di riforma, al fine di evitare la brutta replica di quanto accadde nel 2006, dopo l’approvazione a maggioranza delle pur necessarie ed oggi da tutte riconosciute modifiche dell’art V. della Costituzione.
La proporzionale pura, con il solo sbarramento del 4%, e la reintroduzione delle preferenze, costituiscono l’occasione di scontro aperto tra tutti i partiti alla ricerca del massimo di visibilità per misurare il loro grado di consenso. L’assenza della necessità del “voto utile” e, dunque, nessuna immediata apparente conseguenza sugli equilibri di governo, mette gli elettori in una condizione di assoluta libertà di espressione. Di qui i movimenti incontrollati e incontrollabili dentro e fra le coalizioni che si erano confrontate con esito largamente bipolare nelle politiche del 2008.
Se ne vedranno delle belle, specie se, come si annunciano, si riproporranno alle europee vecchie cariatidi in pista da oltre trent’anni, logorate dal potere e da tempo invise alla stragrande maggioranza degli elettori. Nel Veneto, ad esempio, spira un’aria assai favorevole alla Lega che rischia il sorpasso sul Pdl.
Ancora una volta si punterà sul carisma del Cavaliere, quanto mai efficace in elezioni politiche generali, ma di dubbio risultato quanto sono in gioco, come nelle elezioni amministrative, equilibri locali. In assenza di regole democratiche condivise nella selezione dei candidati e degli stessi dirigenti del partito, difficilmente il pdl potrà consolidarsi a livello territoriale. Una sorte già sperimentata dallo stesso PD.
E, sebbene, si predichi il contrario, mentre gli amici di AN restano coesi e voteranno compatti per i loro candidati nelle elezioni europee e locali, e analoghi appelli sono lanciati per e tra i liberali delle diverse confessioni, noi continuiamo a pensare che sarebbe ora di ricostruire una presenza forte e non effimera della componente di ispirazione democratico cristiana.
Senza volontà egemoniche, pressoché impossibili dopo oltre quindici anni di dominio di altre correnti politico culturali, ma nella consapevolezza che, assunta la carta dei valori del PPE a fondamento del Pdl, un ruolo decisivo spetta a coloro che di quei principi sono sempre stati fedeli sostenitori, facciamo ancora una volta appello a Formigoni, Giovanardi, Rotondi, Pisanu, Fitto, Scajola, affinché con i laici di comun sentire, da Sacconi ad Alemanno, da Alfano a Pera, si possano creare le condizioni di una maggiore visibilità al centro e nella periferia.
 

 

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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria