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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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02/02/2009

Verso le elezioni Europee... senza una legge bipolare

Don Chisciotte valuta la situazione politica. Nel PD tendono a prevalere le istanze dipietriste, mentre nel PDL la Lega rischia di erodere consensi e a giocare poi il proprio ruolo sul terreno delle proposte politiche

   

Verso le elezioni Europee... senza una legge bipolare

Scelta della nuova legge elettorale per le europee ed elezioni per il rinnovo del consiglio regionale sardo. Sono queste due tappe importanti per capire dove stiamo andando nella politica italiana.
Raggiunto un compromesso assai al ribasso sulla legge elettorale per le elezioni europee, constatiamo una crescente difficoltà di Veltroni nel tenere unito il suo partito nella difesa della soglia di sbarramento al 4 % con il mantenimento degli attuali collegi assai vasti e delle tre preferenze.
Il risultato immediato che si otterrà sarà: l’aumento vertiginoso delle spese da parte dei candidati rispetto a quella dei partiti e una situazione in cui, di fatto, non si facilita il bipolarismo e si rende solo problematica la continuazione stabile delle attuali o delle auspicate future alleanze.
Da un lato, si dovrà verificare il grado di tenuta del PD, nel momento in cui la soglia ridotta al 4%, potrebbe non escludere la possibilità di un’aggregazione a sinistra delle componenti più radicali, con il risultato che, senza facilitare l’alleanza del PD a sinistra, come è negli auspici dei dalemiani e degli amici di Prodi, l’unico effetto sarebbe il definitivo affossamento di quella strategia dell’autosufficienza su cui si era costruita la nuova leadership veltroniana.
Dall’altro, sarà essenziale valutare il risultato cui potrà giungere l’Italia dei Valori di Tonino di Pietro, dopo la lunga marcia di sfiancamento e progressiva erosione dei consensi sul fronte giustizialista e del falso moralismo a danno del PD, per determinare i destini della leadership veltroniana nel Partito democratico.
Una leadership che potrebbe essere messa a dura prova assai prima, dal risultato delle prossime vicinissime elezioni sarde. Se perde Soru, sono già pronti Bersani e Letta per la resa dei conti anticipata. Se vince Soru, con i corifei della sua Unità, di cui l’altro giornale del PD, Europa, denuncia la progressiva deriva filodipietrista, ai due contendenti emiliani alla leadership veltroniana, si aggiungerebbe quella minacciosa di quel “pescecane travestito da spigola”, dell’industriale sardo, così come è stato descritto da chi lo conosce bene: Giovanni Valentini, della scuderia debenedettiana, in una recentissima intervista al giornale dell’odiato cavaliere.

Peraltro, anche per il Pdl la situazione non è affatto tranquilla. Abbandonato il progetto di una legge elettorale per le europee effettivamente selettiva con lo sbarramento al 5% e l’annullamento assurdo delle preferenze, la vera partita che si giocherà, specialmente al Nord, nelle due regioni strategiche della Lombardia e del Veneto, sarà quella con la Lega. Tutti i sondaggi la danno in forte crescita, sia nella terra del “Leon che magna el terron”, sia in quella lombarda.
Si dice che il Cavaliere voglia presentarsi alle europee capolista in tutti i collegi elettorali in cui si svolgerà la campagna elettorale. Attento presidente Berlusconi. Ci è andata bene per un soffio in Abruzzo e non sappiamo ancora come finirà in Sardegna. Dopo il voto isolano avremo elementi sufficienti per una seria valutazione. Non dimentichi cosa capitò all’allora presidente D’Alema quando si impegnò in prima persona nelle passate elezioni regionali. E mal gliene colse…
E, soprattutto, stiamo attenti, che dopo le europee, molte delle aspirazioni della Lega sinora annunciate, come in Lombardia, o assai più direttamente reclamate come nel Veneto, potrebbero diventare comprensibili e ben realistiche proposte politiche. Attenti che ad eccessiva esposizione, purtroppo ahimè, ancora necessaria per pochezza di visibilità del nuovo partito, non subentri la curva discendente verso un esito terminale di assai ardua prevedibilità. Meglio sarebbe impegnare ministri e governatori nelle sedi territoriali di loro competenza e aspettare il che fare, prima del referendum Segni-Guzzetta che, specie in assenza di accordo sulla nuova legge alternativa al porcellum, potrebbe diventare il vero spartiacque finale del passaggio dalla fragile e ballerina Seconda Repubblica alla Terza di cui si attende l’avvio.

Don Chisciotte

 

radioformigoni,2 febbraio 2009

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria