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Venerdì 17 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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12/01/2009

Bipolarismo confuso

Dove va la nave Italia? Con il tradizionale acume politico Don Chisciotte cerca di intravedere quale rotta dovrà prendere il Paese per varare la Terza Repubblica

   

Bipolarismo confuso

Sembrava fatta, dopo il Lingotto e l’ultima campagna elettorale. Vocazione maggioritaria di Veltroni, dialogo con la controparte anche sul sistema elettorale.
Purtroppo Walter si alleò con Tonino Di Pietro per ragioni politicamente tuttora incomprensibili e le batoste alle elezioni politiche prima e quelle per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Roma, della regione Sicilia e, solo poche settimane fa, in Abruzzo, rendono la situazione sempre più confusa per il Partito Democratico e per la leadership dell’ex sindaco di Roma, sino a minacciare la stessa tenuta della difficile alleanza tra gli ex DS e la Margherita.
Le oramai quotidiane notizie di indagini giudiziarie a carico di numerose amministrazioni di centro-sinistra dal Nord al Centro e al Sud d’Italia, oltre a sfatare l’antica favola della “diversità della sinistra”, aprono una devastante questione morale destinata a spezzare l’organica alleanza che dal tempo di Mani pulite si era sviluppata tra molte procure e il Partito di Gramsci, Togliatti e Berlinguer. E giù per li rami sino ad Occhetto, e ai più giovani e meno temprati suoi allievi ed eredi.
Veltroni è ridotto a richiedere una tregua “almeno sino alle elezioni amministrative ed europee” , tentando di rinviare a dopo quel risultato il regolamento dei conti interno che potrebbe sfociare anche nel ritorno alle antiche appartenenze diessine e della Margherita. La rissa è, tuttavia, continua e giornaliera. Linda Lanzillotta è invitata “a farsi i fatti suoi” dalla Jervolino di cui l’ex ministra lombarda aveva chiesto le dimissioni; Piero Fassino, generalmente controllore, per antica educazione sabauda e dei gesuiti, del proprio temperamento, non si trattiene e manda a quel Paese il povero on. Mantini, reo di ricordargli il progressivo assorbimento strutturale dei margheritini nella soffocante struttura diessina; con il PD costretto a pagare gli affitti delle proprie sedi al vecchio tesoriere dei DS , Ugo Sposetti, che, dopo le disgrazie di Marcello Stefanini, resta il custode fedele e rigoroso dell’inviolabilità del patrimonio immobiliare dei comunisti. Massimo Cacciari, infine, ad ogni intervista, replica il suo messaggio bartaliano del: “è tutto sbagliato, è tutto da rifare” a cominciare da una leadership da lui apertamente riconosciuta incapace e logora.
Insomma una situazione nella quale quella che sembrava destinata a diventare una seria prospettiva di evoluzione politica verso la normalità bipolare, se non proprio bipartitica, così come il voto di Aprile dell’anno scorso aveva saputo nettamente indicare, si sta sfilacciando ogni giorno di più in una condizione di precarietà e di anomia politica che lascia grandi spazi alle incursioni corsare di Di Pietro, “populista minoritario” secondo D’Alema, autentica spina nel fianco del PD.
Nel centro-destra, seppur continua la leadership indiscussa del Cavaliere, costretto al tour de force dall’Abruzzo alla Sardegna, a sostenere i vari candidati alla guida di quelle regioni, nel momento in cui fatica a decollare il Partito del popolo della libertà, grande invenzione del predellino di Piazza San Babila, non mancano alcune avvisaglie di smarcamenti tattici ricorrenti da parte di Fini e di alcuni dei suoi… Sembra quasi che lo scranno della terza carica dello Stato sia contagiosa per l’ambizione di chi lo occupa, prima con Casini e adesso con Fini.
E non manca una più disinvolta ed autonoma posizione della Lega, dal caso Malpensa alla tassa d’ingresso per gli immigrati, a difesa di una strategia che punta al pieno elettorale alle prossime europee.
Non si parla più di modifica dei sistemi elettorali né per le europee, né per le elezioni politiche generali. E, d’altronde, in questa situazione con chi parlare a sinistra? E con quali proposte omogenee dalla parte di Veltroni, D’Alema e Parisi, ossia da tre leader che sostengono ipotesi di leggi elettorali del tutto diverse e contrapposte?
In tale contesto, senza un accordo per una diversa legge elettorale, si avvicina la scadenza del prossimo appuntamento referendario sulla proposta Guzzetta-Segni che rischia di diventare lo spartiacque effettivo che potrebbe segnare la fine di questa convulsa fase di passaggio verso la Terza Repubblica.
Non mancano gli appelli di un ritrovato Cesa, voce recitante del ventriloquo Casini, ai moderati del PD per costruire il nuovo centro cui adesso mira l’UDC. Risponde la rediviva pasionaria di Sinalunga, Rosy Bindi, che lei: “moderata non lo è mai stata” (ahinoi Martinazzoli quando ce la inviasti a Padova a distruggere la nostra amata Democrazia Cristiana veneta!) e che, dunque, quella proposta la respinge immediatamente al mittente.
Insomma c’è il rischio di una situazione di “tutti contro tutti” nel momento in cui il Paese avrebbe più bisogno di stabilità e di convergenza politica. Le prossime settimane e i pochi mesi che ci separano ormai dal referendum e dalle europee dovrebbero chiarire verso quali lidi sta veleggiando la nave Italia.

 

 

Don Chisciotte

 

 

Radioformigoni- 12 Gennaio 2009

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria