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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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29/09/2008

Le incertezze del giovane Walter... mentre Pierferdi guarda a sinistra

Don Chisciotte sintetizza la situazione politica nazionale di giornata. Veltroni e l'Alitalia: come non fare quello che si dice. D'Alema attira nella rete delle preferenze uno spaesato Casini.

   

Le incertezze del giovane Walter... mentre Pierferdi guarda a sinistra

Crisi della finanza americana che, oltre a far perdere la trebisonda agli economisti delle diverse scuole di pensiero sulle sorti magnifiche e progressive del capitalismo, costringono il governo americano ad un impegno di assoluto valore (700 miliardi di dollari, il più grande intervento nella storia americana di salvataggio bancario), pagato dai contribuenti, per coprire tutte le situazioni di crisi collegate alle dissennate politiche dei mutui subprime, ossia del finanziamento di mutui ad alto rischio che hanno portato le banche americane a rapporti sbilanciati tra attivo e debiti fino a 1:25, assolutamente al di fuori di ogni ragionevole stima.

Crisi dell’Alitalia non ancora giunta al suo epilogo finale, anche se sembra quasi fatta. Un’occasione in cui si è rivelata in tutta la sua contraddizione l’ambigua politica di Veltroni: prima tiepido con Prodi e la soluzione Air France, poi nettamente contrario alla cordata italiana messa insieme da Banca Intesa, su input del presidente del Consiglio, da lui definita, durante la campagna elettorale: “un espediente di Berlusconi, destinato a scomparire dopo il voto”; quindi svillaneggiata come una “compagnia di bandierina”, per atteggiarsi, infine, dopo lo stop and go pilotato di Epifani e della CGIL, a salvatore della Patria e a deus ex machina del raggiunto accordo con il sindacato ribelle.

Insomma, tornato dalla sua vacanza newyorchese dove si è goduto la sua nuova abitazione a Manhattan e presentato l’ultimo suo libro ai democratici di oltre oceano, alla vigilia dell’annunciata manifestazione contro il governo di fine Ottobre, il nostro Walter affila le armi contro il Cavaliere, tentando di rimettere insieme le varie componenti interne al suo partito e della stessa composita opposizione.

Pronta l’Italia dei Valori di Di Pietro ad approfittare di ogni occasione in cui possa mettere in luce divisioni e contraddizioni del Partito Democratico per ricavarne qualche vantaggio elettorale, così come ad annunciare la propria partecipazione alla manifestazione di protesta contro il governo di centro-destra.

Più ambigua la posizione di Casini e dell’UDC, propria di chi vorrebbe, ma non può ed è alla continua ricerca di una strategia che sinora non si riesce a identificare, considerato l’irrisolto dilemma esistente tra una base che non potrebbe seguire il suo leader verso un’apertura al PD e Casini che, alla luce di quanto sin qui emerso, sembrerebbe che, proprio lì, finirà con il parare.

La vexata quaestio delle preferenze e del sistema elettorale, in sé piena di ragionevolezza, è l’occasione buona per D’Alema e compagni per aprire un fronte di lotta parlamentare insieme all’UDC contro il governo, per puntare, in realtà, a sottrarre l’UDC ad ogni possibilità di ripresa di dialogo con il Cavaliere e il PdL.

Insomma un partito, quello del PD, tuttora diviso tra una posizione ufficiale espressa a favore del sistema elettorale francese, dunque maggioritario, che con D’Alema si apre alle ragioni del sistema tedesco con preferenze voluto dall’UDC; mentre non mancano anche le posizioni di coloro che, avendo sottoscritto il referendum Segni –Guzzetta, non disperano, sotto sotto, che non si vari alcuna nuova legge elettorale e si corra dritti al voto referendario. Un voto che, se favorevole alle tesi dei promotori, altro che legge truffa di degasperiana memoria, ci farebbe ritornare di colpo alla Legge Acerbo o a qualcosa di molto simile a quella nefasta legge fascista.

A me pare che a Casini non dispiacerebbe, perduta ogni speranza di scalare ai vertici della leadership dei moderati, per responsabilità da lui scioccamente compiute, diventare il nuovo politico bolognese al servizio del PD, in una prossima tornata elettorale a suggello di un’alleanza tra il PD e l’UDC. Fantapolitica? Se così non fosse, non si capirebbero le scelte tattiche che, di volta in volta, vengono compiute dall’ex Presidente della Camera. Certo, sarebbe una ben strana contraddizione quella di un Presidente dell’Internazionale Democristiana che, anziché con i partiti aderenti al PPE, si alleasse al partito dell’Internazionale socialista che sta per decidere di aggiungersi l’attributo di Democratica per tentare di favorire il consenso dei residui popolari del PD italiano all’ingresso di questo partito nella naturale sua collocazione nel PSE.

Unico antidoto a questa velleitaria tentazione casiniana: l’idiosincrasia del popolo UDC che, per quanto lo conosciamo, e crediamo di conoscerlo bene, assai difficilmente lo seguirebbe su questa strada ambigua e senza ritorno.

 

 

Don Chisciotte

 

da: radioformigoni 29 settembre 2008

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria