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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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03/06/2008

La Lombardia ai vertici del PDL, ma il Piemonte che fa?

Formigoni ed Abelli iniziano a studiare la nuova forma partito del Popolo della Libertà. Inutile il modello dei partiti regionali.

   

La Lombardia ai vertici del PDL, ma il Piemonte che fa?

Con la decisione dei nostri tre assessori regionali ( Abelli, Beccalossi e Corsaro) di optare per il Parlamento si entra in una fase nuova dell’esecutivo lombardo, mentre le nomine, rispettivamente, di Formigoni alla Vice Presidenza del PdL e di Giancarlo Abelli a quella di Vice coordinatore nazionale del Pdl, rappresentano l’occasione irripetibile per tentare di costruire su solide basi il nuovo partito del popolo della libertà.

Non ci nascondiamo in ipocrite bugie e riconosciamo che ci aspettavamo per il nostro governatore un ruolo di responsabilità diretta nell’esecutivo nazionale, così come ritenevamo e riteniamo che la solida esperienza accumulata dai nostri assessori meritassero un diverso e più consono riconoscimento a livello governativo.

Abbiamo tuttavia compreso e comprendiamo le non banali o strumentali ragioni politiche attuali e di prospettiva che hanno suggerito al Cavaliere di chiedere a Formigoni un ulteriore impegno nel governo della regione più importante del Paese.

Siamo, tuttavia, altrettanto persuasi che sarebbe cosa assai sbagliata trastullarsi sull’ottimo risultato elettorale e lasciare affievolire l’entusiasmo che aveva accompagnato l’annuncio della nascita del nuovo partito in cui sono confluite, almeno a livello della lista elettorale unitaria e nella formazione del gruppo parlamentare unico, le componenti di Forza Italia e di AN e di altre formazioni riconducibili al vecchio ceppo democratico cristiano.

Siamo, infatti, in presenza di gruppi e movimenti di diversa ispirazione ideale e non sempre omogenea storia politica e culturale ai quali va dato atto che hanno compiuto uno sforzo straordinario accomunati dalla volontà di costruire, attorno alla leadership di Silvio Berlusconi, il nuovo partito unitario dei moderati italiani, quale sezione italiana del Partito Popolare Europeo.

A differenza dei diversi partiti e movimenti (essenziali i DS e la Margherita) confluiti nel Partito Democratico che, come ha ben sottolineato l’on Enzo Carra in uno dei suoi recenti interventi sul blog personale, sono tuttora in preda al dilemma se aderire o meno al gruppo della socialdemocrazia europea, unanime nel nascente PdL è la volontà di rappresentare la sezione italiana del Partito Popolare Europeo, di cui, pertanto, se ne assume il titolo e la rappresentanza ideale e politico-culturale .

Ovvio che amalgamare storie, uomini ed esperienze politiche così diverse, seppur cementate oramai da quasi quindici anni di battaglie politiche comuni assieme a Berlusconi, non sarà un compito né semplice, né facile, considerando che, volenti o nolenti, in gioco si porrà inevitabilmente la questione della futura leadership post berlusconiana.

Nessuna volontà di improbabili rivincite, né tantomeno di sacrificali estemporanei ed assurdi parricidi quali quelli paventati dai più fanatici berluscones, solo la richiesta che il nuovo partito nasca e si organizzi secondo metodi e regole di assoluta trasparenza e democraticità.

Non ci appassionano le intemerate dell’amico Galan su improbabili partiti regionali che sanno molto di inutili rincorse antileghiste, mentre siamo interessati alle prime indicazioni date da Abelli circa la necessità che, nella scelta dei futuri candidati ai vari livelli, a partire dalle prossime elezioni europee, si proceda con il sistema delle elezioni primarie, anche per evitare, in assenza del voto di preferenza, che vengano imposti sul territorio personaggi improbabili che, alla prima prova del voto, si squagliano come quei cento smemorati nella votazione per il decreto sul digitale.

Da sempre siamo dell’idea che piuttosto di una Testa che pensa e decide per tutti, preferiamo il rispetto della regola aurea: Una Testa un Voto.
Ai nostri due amici il compito di garantire che il processo avviato continui su questi binari di elementare prassi democratica.

 

 

Don Chisciotte
da Radioformigoni, 3 giugno

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria