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Sabato 18 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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07/05/2008

Torna a casa Pierferdy!

Chi è Fagiolino e chi Sandrone? Insomma tra Casini e Fini per ora ha stravinto Fini. Don Chisciotte spiega il perché

   

Torna a casa Pierferdy!

Avevamo prevista una possibile conclusione tafazziana nella vicenda dell’UDC. Scampato il pericolo della scomparsa politica con un non irrilevante risultato di oltre il 5%, Pierferdinando Casini ha salvato l’UDC dal rischio estremo, ma si trova adesso in una situazione assai precaria al limite dell’impotenza e dell’inutilità.
Restare equidistante tra i due poli dopo che è sfumata l’ipotesi di risultare determinante al Senato è una fatica di Sisifo che ogni giorno di più si rileva al limite dell’impossibile.
Già per il voto alle amministrative di Roma si è immediatamente sfasciato ciò che era stato artificiosamente tenuto insieme con lo spago nell’”avanti- indrè” tra UDC e Rosa Bianca, con il disinvolto Baccini capace di interpretare più ruoli in commedia.
Se prima contestava da sinistra il leader dell’UDC, il realismo romano alla fine ha prevalso facendolo schierare a fianco di Alemanno, prima, e votando,poi, Fini alla presidenza della Camera, dove si è collocato immediatamente nel gruppo misto.
E fuori uno. D’altronde il giorno prima nella votazione al Senato i tre senatori che si sono aggiunti al voto per l’elezione del Presidente Schifani non potevano che essere i conterranei siculi del trio Cuffaro e C. e non per mera solidarietà territoriale. Il sicuro serbatoio di voti dell’UDC in Sicilia non potranno alla lunga che orientarsi verso il Cavaliere, dato che organico rimane il rapporto con il neo governatore Raffaele Lombardo, alleato fedele della coalizione maggioritaria Pdl-Lega-Mpa.
Si aggiungano gli smottamenti già annunciati dalla Puglia al Veneto, a seguito delle opzione intervenute da parte dei capilista inevitabilmente a vantaggio di alcuni secondi in lista e con conseguenti sanguinose esclusione di aspiranti parlamentari, per cui il travaglio di Casini non potrà che continuare.
Ora a Casini, fallita la sua strategia, sembra imboccare la strada sempre assai rischiosa in politica dell’attesa, sperando che nel PD prevalga la linea D’Alema per una modifica della legge elettorale secondo il modello tedesco. In realtà e proprio per difendere il raggiunto bipolarismo c’è già chi sta lavorando per introdurre un possibile sbarramento al 4-5 % per le prossime elezioni europee.
Se è vero che in questa tornata elettorale diversi voti sono transitati dalla Margherita all’UDC e da questa al Pdl, resta, tuttavia, la realtà di una base elettorale UDC in larghissima parte legata al Pdl con cui si continua a restare alleati nella stragrande maggioranza degli enti locali. La recente rapida conclusione della giunta regionale del Friuli sta lì a dimostrarlo.
Insomma se proprio Casini, come con ironia ha riconosciuto nei giorni scorsi, non vuol fare la fine della Siora Cecilia ( “ che tutti la vogliono e nessuna se la piglia”), non gli resta che fare l’unica scelta per chi è stato recentemente riconfermato alla Presidenza dell’Internazionale DC: concorrere alla formazione del Partito della libertà, sezione italiana del Partito Popolare europeo, insieme a quanti di ispirazione democratico cristiana intendono mantenere viva la tradizione cristiano sociale all’interno di un partito in cui (vedi la stessa probabile formazione del nuovo Governo) è quanto mai necessario che essa non risulti emarginata in posizioni subalterne. Se non vuole finire tra le braccia del fedifrago Follini, deve riconoscere la giusta scelta di Giovanardi e Barbieri così come quella di Gianfranco Rotondi con i quali costruire insieme un nuovo tratto di strada dentro il Pdl.
L’annunciata nomina di Roberto Formigoni a Vice Presidente nazionale del Pdl costituisce la premessa per avviare un processo di costruzione del nuovo partito in cui, non solo gli esponenti di Forza Italia e di AN avranno un ruolo essenziale, ma anche quanti si riconoscono nella tradizione politica dei cattolici italiani.
Un tempo, ricordando i personaggi della commedia dell’arte popolare emiliana, avevo paragonato simpaticamente Casini e Fini, rispettivamente, al furbo “ Fagiolino” il primo e al più grezzo “ Sandrone”, il leader di AN: visti i risultati e la tempistica nelle scelte, temo che i ruoli si siano invertiti.
Questo accade quando si rischia di essere accecati dall’ambizione presuntuosa e impaziente e da una errata lettura della realtà effettuale.
 

 

Don Chisciotte
Radioformigoni, 5 Maggio 2008

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria