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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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23/04/2008

La sconclusionata gestione dell'Ospedale di Alessandria: no al Robot e Molinette ride!

Intervento critico del Sindaco emerito di Alessandria, on. Amaele Abbiati. Non solo robot chirurgico, ma anche questione Borsalino e problemi di riduzione di tecnologia...

   

La sconclusionata gestione dell'Ospedale di Alessandria: no al Robot e Molinette ride!

L’ospedale di Alessandria risultava un punto di eccellenza per l’impiego del robot chirurgico, al punto che i nostri chirurghi venivano chiamati da altri ospedali per insegnare ad utilizzarlo.
La ginecologia era la seconda in Italia ad usarlo e l’urologia , che aveva già eseguito alcuni interventi importanti stava dando inizio ad un programma di prostatectomie con grandi vantaggi per i pazienti.
Il Direttore Generale dell’ASO ha pensato bene di restituirlo al concessionario.
Perché? Forse una nota positiva tra tante stonate rischiava di far salire in classifica il nostro ospedale?
Trovo curioso che, poco dopo la restituzione del robot, proprio alle Molinette di Torino, viene messo a disposizioni dei chirurghi con tanto di articolo sulla Stampa, elogiando l’iniziativa.
Queste righe sono dettate da una profonda preoccupazione per quello che sta accadendo nella mia o meglio nostra città.
Mi sono concesso la licenza di definirla mia per l’affetto che mi lega ad Alessandria in quanto cittadino alessandrino ed ex sindaco.
Gli eventi di cui andrò a parlare mi coinvolgono in quanto persona di una “certa età” e coinvolgono tanti altri cittadini poiché Alessandria risulta tra i primi posti in Italia come numero di anziani residenti.
Motivo delle mie preoccupazioni sono le decisioni adottate dalla Direzione Generale dell’Ospedale Civile di Alessandria relative al presidio Borsalino.
Risulta che sia stato scelto di cancellare i letti per la lunga degenza riabilitativa rendendo insufficienti i posti per le patologie più diffuse tra gli anziani (es. fratture di femori ).
Non voglio giudicare, ma non posso non evidenziare che il risultato di queste scelte è paradossale in quanto i cittadini anziani della nostra città, destinati ai posti di lunga degenza riabilitativa, sono costretti a rivolgersi presso strutture fuori provincia o fuori regione, con tutto il disagio che ne consegue per loro e per i famigliari.
Occorre precisare che seguendo gli indirizzi della moderna medicina la nostra azienda è costretta ad una dimissione precoce, non consentendo un prolungamento della degenza per la continuità delle cure legate alla stabilizzazione dell’evento acuto.
I tempi di dimissione risultano abbreviati ed impongono una presa in carico immediata da parte dei servizi territoriali, al fine di garantire assistenza e riabilitazione.
Sarebbe interessante sapere la ragione per cui la nuova Direzione Generale dell’azienda ospedaliera ha cancellato dal progetto precedente i posti letto di lunga degenza riabilitativa dal presidio Borsalino, accentuando il problema ed evidenziando al riguardo che nell’attuale sistema rimane completamente scoperta l’area relativa alla gestione dei pazienti anziani, con necessità di riabilitazione estensiva.
Tuttavia i controsensi non finiscono qui.
Che dire, della carenza di T.A.C. e di R.N.M. moderne, (verranno messe a Casale M.to) costringendo gli operatori a faticare con le vecchie, creando grandi disagi a tutti i cittadini, degli acceleratori lineari e di P.E.T. che ancora non ci sono e forse non ci saranno mai.
Allora mi chiedo come mai ci mandano dalle Molinette di Torino Direttori Generali e Primari e poi ci tolgono la tecnologia?

on. Amaele Abbiati

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria