Dimensione del carattere 

Sabato 18 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

07/04/2008

Elezioni: sei giorni all'alba

Don Chisciotte traccia il contesto entro il quale i cittadini elettori saranno chiamati ad esprimersi. E non è un'Italia molto bella e senza rischi, perché...

   

Elezioni: sei giorni all'alba

Debito Pubblico gigantesco, permanente e crescente divario Nord-Sud, rilevante deficit energetico ed infrastrutturale, insostenibile differenziale fiscale con i paesi concorrenti, inflazione crescente con salari, stipendi e pensioni costanti: sono questi i problemi di fondo su cui siamo chiamati a rispondere con il voto di domenica e lunedì prossimi.

Il clima tra i cittadini non è il più favorevole nei confronti di una classe politica vissuta come sempre più distante ed autoreferenziale, sempre uguale a se stessa, capace solo di gattopardesche trasformazioni con cui si intende far passare per nuovo quanto di più vecchio e stantio permane della nostra tradizione, con l’aggiunta della perdita di qualsivoglia sicuro riferimento ideale.

S’ aggiunga l’ennesima richiesta di rinvio a giudizio di un ministro tuttora in carica, il verde Alfonso Pecoraro Scanio con il fratello senatore, accusati di associazione a delinquere per presunti fenomeni corruttivi con scambio di favori tra imprese e i sunnominati, tanto più sgradevole per un signore, da sempre rigoroso vindice di moralità nei confronti degli avversari, il quale, anziché fare il doveroso passo indietro, rinunciando alla corsa elettorale sino al chiarimento definitivo dell’inquietante caso, si limita a dichiarare che rinuncia all’immunità parlamentare, ma non alla sicura rielezione tra i componenti della casta.

E, mentre il povero Mastella si lecca le ferite dopo un attacco sistematico al limite del linciaggio e rimane in attesa di tempi migliori, ancora una volta constatiamo la realtà di una giustizia che fa acqua da tutte le parti, e alla quale i cittadini non danno oramai più alcun credito.

Nonostante una campagna condotta in solitaria da Veltroni, con l’obiettivo di annunciare il finto nuovo che avanza e di occultare ogni residuo ricordo del governo Prodi, adesso scaricato da tutti, il lodevole tentativo del PD di ridurre la precedente frammentazione partitica, non sembra procedere con tranquillità. Sono frequenti le divergenti prese di posizioni non solo tra i radicali, per adesso tatticamente costretti al silenziatore, e la senatrice Binetti, sempre più in difficoltà in un partito dal codice dei valori di elastica interpretazione, ma anche da quel Di Pietro che, pur nella generica dichiarata fedeltà all’alleanza, ha corso una sua battaglia personale e del tutto autonoma e diverrà, come già per Prodi, una spina al fianco del PD qualunque sia l’esito del voto.

Anche nel PdL, nonostante lo straordinario impegno profuso dal duo Berlusconi e Fini, con l’alleata Lega di Bossi e l’attivismo nel Sud messo in campo dal Mpa di Raffaele Lombardo, si attende con una certa trepidazione, da un lato, di conoscere l’entità dell’astensionismo (che stavolta, tuttavia, non dovrebbe colpire a senso unico) e dall’altra, se e quanto riusciranno a raccogliere UDC e la Destra di Storace a danno del centro-destra, specie nel voto al Senato. Infine, resta permanente il timore di brogli elettorali non solo all’estero, dove già si sono avute ripetute avvisaglie del caos che questo voto incontrollato e incontrollabile porta con sé, ma anche nei seggi in Italia, dove alla consumata abilità di scrutatori formatisi alla vecchia scuola del PCI e della DC si tenta di rispondere con improvvisati difensori del voto. Si rischia lo scontro istituzionale nella polemica Berlusconi-Di Pietro contro il ministro Amato e la chiamata in causa dello stesso Napolitano, mentre già si prefigurano possibili reazioni e polemiche post elettorali se il risultato non sarà nettamente orientato.

Gravi problemi di governo in una congiuntura economica interna (PIL stimato dal FME allo 0,3%, dimezzando lo stesso 0,6 % cui hanno dovuto inchinarsi i pur sin qui ottimisti Prodi e Padoa Schioppa che si sono visti frantumare le previsioni di crescita indicate nella finanziaria) e internazionale negativissime (recessione americana e risiko dei subprime sulle stesse banche europee sin qui molto abbottonate) e timori per un voto che non permetta di superare lo stallo di un’Italia divisa alla ricerca di un nuovo equilibrio politico. Realisticamente è questa la situazione nella quale il prossimo 13 e 14 aprile siamo chiamati ad esprimere, su liste prefabbricate, la “volontà popolare”. Auguriamoci che l’intelligenza del popolo, nonostante tutto, ancora una volta sappia esprimersi in totale trasparenza e libertà fornendo indicazioni non equivoche.
 

 

Don Chisciotte
Radioformigoni, 7 aprile

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria