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Sabato 18 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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05/03/2008

Adesso al voto, ma cosa succederà il 14 aprile?

Don Chisciotte tenta di intravvedere il futuro. Sarà veramente la volta di un grande Partito Popolare Europeo?

   

Adesso al voto, ma cosa succederà il 14 aprile?

Presentati i programmi dei due principali partiti e in attesa delle liste dei cooptati ci siano consentite alcune riflessioni.
Meno si fa ricorso al petulante richiamo ai sondaggi con ciascuno dei candidati premier pronto a sostenere di avere il vento in poppa e più forte sarà l’impegno ad andare a votare degli elettori.
Questo sistema di selezione alla rovescia dei candidati operato dai vertici e non dalla base non ci piace e sarà bene che, chiunque vinca, quando si metterà mano alla riforma della legge elettorale si reintroduca la preferenza se si vuol dare un senso alla partecipazione popolare che non può ridursi alle convention prefabbricate o ai referendum- sondaggio presso i gazebo.
C’è bisogno di ritornare alle regole, tra le quali, quella antica, nata nella sala della pallacorda nel 1789: una testa un voto.
I programmi sono condensati nei dodici punti di Veltroni e nei sette di Berlusconi.
I primi, resi improbabili dalla pesante eredità dell’infausto biennio prodiano che si cerca di far dimenticare con operazioni trasformistiche e giovanilistiche dal corto respiro . I secondi, possibili solo se nascerà un governo dal forte consenso elettorale con maggioranza garantita al Senato.
Piaccia oppure no ai partiti minori la semplificazione del quadro politico, dopo la lunga stagione del bipolarismo coatto e impotente, è nelle corde degli elettori.
Personalmente sono molto interessato a che la costituzione allo statu nascenti della sezione italiana del Partito Popolare, cui punta il partito del Popolo della Libertà, avvenga subito dopo il voto del 14 aprile, seguendo procedure e regole di assoluta trasparenza e di autentica partecipazione democratica.
Ecco perché, da “DC non pentito”, anche se il cuore non è insensibile al richiamo degli amici dello scudocrociato, con la ragione considero la scelta di Casini e dei suoi ritrovati compagni d’arme politicamente sbagliata.
Meno male che Formigoni, Pisanu e Scajola con Giovanardi e Barbieri, per citare quelli più noti, sono lì a rappresentare una componente essenziale della tradizione di ispirazione democratico cristiana nella nascente sezione italiana del PPE. Mi auguravo e mi auguro che anche gli altri amici oggi diversamente schierati, dopo il 14 aprile, possano concorrere con tutti noi a rendere sempre più forte questa storia.
Intanto va osservato con molta attenzione quanto succederà in Sicilia e in Campania, regioni strategiche per la sopravvivenza non solo dei governi regionali locali, ma della stessa tenuta di alcuni partiti e delle possibili maggioranze nazionali.
A Napoli, dopo il rinvio a giudizio del governatore Bassolino per fatti connessi alla tragica situazione dei rifiuti e dopo la rottura drammatica del PD con Mastella prima ed ora con De Mita, l’alleanza del vecchio blocco di potere catto-comunista, è alla prova del nove e non basterà inserire a capolista una giovane ventiseienne al posto del leader di Nusco per impedire lo tsunami politico che si scatenerà dopo il voto.
Insomma: sentiamoci tutti molto impegnati per far prevalere le ragioni del Partito del popolo della libertà con lo sguardo, però, rivolto già al dopo 14 Aprile, quando si tratterà di costruire finalmente il grande partito dei moderati italiani nel quale la componente di ispirazione cristiano sociale non potrà risultare minoritaria o residuale.

 

 

Don Chisciotte, 3 Marzo 2008


 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria