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Sabato 18 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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12/02/2008

E dire che bastava un predellino...

Don Chisciotte riassume da par suo la situazione politica. Perché è auspicabile che si lavori su un solo partito nel Centro DEstra che sappia tenere assieme tutti i vecchi partiti aderenti al PPE

   

E dire che bastava un predellino...

Finita l’esperienza di governo di Romano Prodi si è consumata pure quella dell’Unione rivelatasi impotente a governare.
La nascita del Partito Democratico ha segnato una svolta nella politica del centro-sinistra e della stessa politica italiana, avviando un processo di semplificazione che ha permesso al Cavaliere di compiere quel passaggio cruciale verso il partito del popolo delle libertà, annunciato a Dicembre a San Babila e concordato con Gianfranco Fini, Venerdì 8 Febbraio a Palazzo Grazioli a Roma.
Di qui un’autentica rivoluzione nei e fra i partiti destinata a mutare i caratteri del confronto politico italiano.
È sancita la fine della Seconda Repubblica con l’avvio di una Terza Fase della storia repubblicana tutta da sperimentare
Sembrava che il sistema elettorale tedesco finisse con il prevalere, con l’eventuale variante alla spagnola, ma, l’anticipazione del confronto elettorale con la legge attuale, ha determinato un tale smottamento di posizioni che, anche senza la celebrazione del referendum (ora rinviato di un anno) si sta andando verso una soluzione di tipo fortemente maggioritario. Soluzione che è nell’interesse del duo Veltroni-Berlusconi.
Non è ancora il bipartitismo, ma, certo, una profonda semplificazione del quadro politico.
A sinistra, consumata la separazione consensuale tra PD e Cosa Rossa o sinistra arcobaleno, si va alla verifica della tenuta elettorale delle due posizioni prevalenti: quella più moderata del PD e quella composita e più radicale del raggruppamento che ha scelto Bertinotti come portabandiera.
Nel centro-destra, Sabato scorso alla riunione dei circoli della libertà di Michela Vittoria Brambilla, Silvio Berlusconi ha annunciato pimpante la nascita del Partito del popolo delle libertà. Fini, che già a Parigi qualche settimana prima aveva fatto riferimento alla comunanza di valori tra AN e il PPE, ha immediatamente colto l’invito del Cavaliere. E, dunque, fine dell’esperienza politica di Forza Italia e di AN e nascita di un grande raggruppamento che si rifà alla tradizione del PPE.
Dovremmo essere tutti felici, almeno noi, che da molti anni auspicavamo l’unità di tutte le componenti che, a diverso titolo, si riconoscono nella storia e nella tradizione del Partito Popolare Europeo.
E, così, mentre Giovanardi, Barbieri, Rotondi, hanno già scelto di concorrere nella formazione di questo grande disegno, restano ancora incerti e recalcitranti, Casini e Cesa da un lato con l’UDC e Mastella, dall’altro, con la sua UDEUR, troppo invischiata nelle collaborazioni di governo locali con l’ex Unione e, quindi, con fattori di inerzia che impediscono a Clemente di esercitarsi nella sua ben nota elasticità di posizioni.
Al centro si è inserita, come da tempo vado pronosticando, la Rosa Bianca di Tabacci, Baccini e Pezzotta, orgogliosamente equidistante dai due Poli maggiori, con la speranza di poter superare le forche caudine di uno sbarramento alto per la Camera e, al limite dell’impossibile, al Senato.
A furia di scartare dal Cavaliere, con il fedifrago Follini nella passata legislatura, e con i suoi troppo frequenti distinguo da diversi anni, Casini ha portato la sua UDC in un cul de sac pericoloso. E si sa, l’isolamento, in una condizione elettorale come quella definita dalla presente legge (in larga misura parto della volontà proprio dell’UDC) non è la condizione migliore per sopravvivere.
Se la Lega, coerentemente con la propria impostazione di sempre, si acconcia a federarsi con il nuovo partito delle libertà, garantendo un vantaggio al centro-destra, almeno sulla carta, decisivo per la battaglia finale, l’UDC, perso a destra i berluscones e a sinistra la Rosa Bianca, dovrà sciogliere nei prossimi giorni il dilemma del che fare.
Chiesto lumi al card Ruini (uomo saggio e di buoni consigli) spero proprio che l’amico Casini sappia ritrovare la strada del buon senso e concorrere alla costruzione di un processo nel quale la nobile tradizione dei democratici cristiani non potrà che svolgere un ruolo rilevante e non solo adesso, ma in una prospettiva assai prossima.
Ora si elabori un programma all’altezza dei bisogni della nostra gente e si scelgano candidati degni della fiducia degli elettori. La partita è aperta, mentre la situazione economica a livello nazionale e mondiale dà segni di grande instabilità. Chiunque vinca non avrà vita facile, con una recessione mondiale annunciata, ed allora a urne chiuse e risultato acquisito, il tema delle larghe intese sarà probabilmente all’ordine del giorno delle cose necessarie.

 

 

Don Chisciotte

Radioformigoni, 11 febbraio 2008

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria