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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/01/2008

Poggio: una nuova legge a tutela delle donne

La consigliera di Forza Italia partecipa al dibattito sulla 194. quello che ha permesso e ciò che non ha consentito. Ma ora è il momento...

   

Poggio: una nuova legge a tutela delle donne

Egregio direttore,
mi permetta di esprimere alcune considerazioni personali in merito al dibattito scatenatosi in questi giorni sulla moratoria alla legge sull’aborto, scaturito dalla proposta di Giuliano Ferrara.
Sulla legge 194 un dibattito etico e filosofico, sulla vita e la morte è doloroso ma importante. Non vi è dubbio che sui temi etici vi siano strumentalizzazioni ideologiche in entrambi gli schieramenti, ma è altrettanto vero che in Italia, la suddetta legge non è applicata nella sua interezza perché l’art. 1, che prevede attività di sostegno psicologico e sociale alle madri in difficoltà e proposte alternative all’aborto non viene applicata nella maggior parte dei consultori che si limitano a rilasciare semplici pezzi di carta che certificano l’interruzione di gravidanza.
Sicuramente la legge oggetto del contendere va rivista, sono passati ormai 30 anni dalla sua approvazione ed è fortemente cambiato il contesto socio culturale, quindi più che modificata andrebbe adeguata alle necessità delle condizioni della donna di oggi.
Vorrei evidenziare che la 194 non è una legge che promuove l’aborto ma rende possibile l’interruzione della gravidanza per chi, per vari motivi, non è in grado di poterla proseguire.
Inoltre, è una legge che ha funzionato facendo ridurre gli aborti del 44,6% negli anni dal 1982 fino al 2006, anno in cui si è raggiunto il minimo storico.
Oltre ad aver contribuito a diminuire il ricorso a questa pratica, la legge 194 ha abolito una piaga sociale ignobile costituita dagli aborti clandestini, praticati in condizioni imprudenti e pericolose e prerogativa di chi poteva pagare medici compiacenti o peggio di chi affidava la propria vita o quella del nascituro a persone senza scrupoli.
Quindi appoggiare questa legge vuol dire combattere il mercato nero degli aborti clandestini.
La legge ha contribuito a una maggior consapevolezza e una maggiore responsabilità sia della donna e sia del medico di fronte a decisioni di massima importanza.
Si dovrebbe lavorare per creare una rete di solidarietà che non lasci sole le donne che operano una scelta così drastica, con un occhio di riguardo, al contempo, alla difesa della dignità e del valore sacro della vita; sensibilizzare e supportare una maternità consapevole e responsabile.
In tal senso il nostro paese deve creare i presupposti per realizzare un contesto sociale che rassicuri le donne che possono essere leader in campo professionale e al contempo cuore e motore della famiglia, facilitando anche la crescita demografica.
Per questo, credo si possa fare buona prevenzione all’aborto, creando per le donne tutte quelle condizioni, materiali, sociali, culturali e psicologiche per avere voglia di fare i figli con la consapevolezza di poterli crescere al meglio.
Le reti sociali di supporto alle donne nel nostro paese sono molto deboli; e mi riferisco gli asili nido, ai contratti di lavoro poco flessibili, alla scarsa assistenza da parte dello stato con strutture di riferimento per le donne che hanno situazioni critiche e di disagio.
Dal mio punto di vista voler mantenere la legge adeguandola alle necessità del mondo femminile di oggi, non vuole riconoscere né una terapia né, tanto meno, una soluzione a un “incidente di percorso”.
Si deve spostare la nostra attenzione da un confuso attacco alla legge 194, peraltro, come abbiamo visto efficace e da aggiornare, alla creazione di situazioni favorevoli alla famiglia e quindi alla maternità affinché siano le donne in prima persona, a scartare l’ipotesi di avvalersi della 194, ipotesi che tutte le donne sanno essere estremamente traumatica, e non certo, usata come una sorta di “anticoncezionale” come molti uomini paventano.
L’obiettivo sarebbe azzerare gli aborti nel corso degli anni, ma lasciare questa legge è un punto fondamentale nella garanzia e tutela della donna e della sua salute.
La famiglia e una nuova vita scaturiscono da un sentimento nobile come l’amore; e questi valori servono alla coppia ma anche e soprattutto a una nazione. Ed in questo senso le istituzioni dovrebbero essere coese per garantire un diritto alla famiglia e alla donna. Per impedirle di ricorrere a scelte drastiche.

 

 

Vittoria Poggio
Consigliera Comunale
Forza Italia Verso il Partito del Popolo della Libertà


 

 

 

 

 

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