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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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22/11/2007

Diavolo d'un Silvio!

Come smontare la politica italiana in una mossa. Ancora una volta Berlusconi sta dalla parte della gente e la gente sta dalla parte di Berlusconi. Il commento di Don Chisciotte

   

Diavolo d'un Silvio!

Diavolo di un Silvio! Aveva annunciato ripetutamente l’esistenza di una nutrita pattuglia di senatori malpancisti, tanto da fomentare le più fantasiose ipotesi di certe compravendite ed invece il mercato delle vacche, più educatamente definito “voto di scambio”, sembra essere pienamente riuscito a Romano Prodi che, dunque, mangerà anche il secondo panettone a Natale.
Resta, tuttavia, il dato incontrovertibile della dichiarazione di fine di questa maggioranza politica resa da Willer Bordon e dallo stesso Dini.
Il governo, dunque, non è morto, ma resta uno zombie che cammina a fatica…
Sembrava che anche il Cavaliere non fosse in una bella situazione. A furia di gridare “al lupo al lupo” ha corso il rischio che nessuno, almeno tra gli alleati, gli credesse più. Ed invece, grazie al popolo dei gazebo, oltre sette milioni di cittadini elettori, si è avuto il nuovo scatto di reni di Berlusconi che lancia l’idea del nuovo partito del popolo italiano della libertà.
Scottato dai condizionamenti degli alleati durante l’esperienza della passata legislatura, dalla sotteranea e neanche malcelata freddezza degli stessi oramai rassegnati alla sconfitta, durante l’ultima campagna elettorale conclusa in solitaria volata, ed ancor più dalla loro ultima forzata partecipazione alla battaglia decisiva per la spallata, il Cavaliere ha deciso di liberarsi dai lacci e dai lacciuoli degli amici della casa della libertà e, forte del consenso dimostratogli dal popolo dei gazebo, ha superato ogni residua titubanza: scioglimento di Forza Italia e suo ingresso nel nuovo partito del popolo italiano.
“ Non intendo convincere nessuno”. Queste le sue parole lapidarie, e chi ci sta ci sta. Saranno delle assemblee popolari a decidere modalità e forme organizzative del nuovo partito.
A questo punto le residue resistenze, sino alle nette prese di distanza di questi giorni di Casini e, soprattutto, di Gianfranco Fini dall’ingombrante leadership del Cavaliere, dovranno fare i conti con il fatto nuovo della politica italiana: l’annuncio della nascita del nuovo partito dei moderati che da molti, noi compresi, da tempo, ne auspicavano la formazione.
La stessa Lega che per bocca di Maroni ha dichiarato che, sopravvivendo il governo, si passa al confronto sulle riforme, dovrà meditare sulla nuova situazione politica che la dichiarazione netta fatta ieri da Berlusconi a Piazza San Babila comporta. E le prime reazioni di Bossi e Calderoli sono già improntate a qualche comprensibile apprensione per le conseguenze della scelta.
Insomma, si apre una nuova fase nella vita politica del Paese, anche per coloro che stavano già pensando a soluzioni alternative al duo Prodi-Berlusconi . Ora si tratta di capire se e come si intende costruire il nuovo Partito. Per noi che da sempre preferiamo soluzioni in linea con il sistema parlamentare di tipo europeo a quelle presidenzialistiche e che crediamo nella democrazia dei partiti nei quali deve valere la regola aurea di “una testa un voto”, non possiamo che valutare con grande interesse, non disgiunto da fondate riserve, il fatto nuovo della politica italiana.
La spinta ci sembra nettamente orientata verso un bipolarismo che, guai se dovesse mantenere quei caratteri di inefficienza sin qui dimostrati. Appare evidente che si punta, anche con l’eventuale riforma della legge elettorale, verso soluzioni inevitabilmente tranchant per le estreme. E, dunque: chi ci sta ci sta.
Insomma, dopo il popolo delle primarie e quello dei gazebo berlusconiani, sembra farsi strada la possibilità di una convergenza oggettiva di interessi tra Veltroni e il Cavaliere, decisi a far assumere ai due nuovi partiti il ruolo di autentici, se non esclusivi, protagonisti, con Gianni Letta pronto a svolgere il suo tradizionale ruolo di Gran Visir. Si dovrà, tuttavia, fare i conti con un Paese in cui la tradizione politica culturale non è certo quella del maggioritario. Intanto registro positivamente l’indicazione data al quotidiano “La Stampa” dal Cavaliere per il sistema elettorale tedesco e per costruire di fatto la sezione italiana del PPE.

Don Chisciotte

Radioformigoni - 19 novembre 2007

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria