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Domenica 19 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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16/10/2007

Guarda come dondolo

Ce la farà Prodi a portare all'approdo il suo traballante governo? E resistere è un bene per il Paese? Don Chisciotte, con la consueta verve, tenta di delineare un quadro ordinato degli ultimi avvenimenti

   

Guarda come dondolo

La finanziaria 2008 doveva essere quella della svolta. Europa, Corte dei conti e Banca d’Italia dicono che così non é.
Contestato dal commissario europeo per l’economia, Joaquin Almunia, per una finanziaria che non corrisponde agli impegni assunti dall’Italia con l’Unione europea in merito alla riduzione del debito pubblico e del rapporto deficit/PIL; per niente allarmato dalle preoccupazioni della banca centrale europea per “l’allentamento degli sforzi di risanamento strutturale delle finanze pubbliche”; incassati gli stessi rilievi critici dalla Corte dei conti per la mancanza di un preciso impegno per la riduzione della spesa; messo in minoranza in commissione difesa al Senato per gli scarsi stanziamenti a favore delle forze armate, il governo Prodi vive alla giornata con un capo dell’esecutivo che ogni giorno di più è costretto a dondolare tra il SI ed il NO alla sua sofferta sopravvivenza.
Si è appena conclusa la conta dei risultati del referendum tra i lavoratori con l’approvazione a stragrande maggioranza dell’accordo sul welfare siglato dai sindacati con la confindustria, che, sulla base del voto negativo della maggioranza degli operai delle più grandi aziende metalmeccanicche, le sinistre di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, impongono al consiglio dei ministri alcune varianti in corso d’opera a quell’accordo: il prezzo di una sofferta astensione che faccia loro salvare la faccia di fronte alla base operaia.
Si agitano immediatamente Confindustria e Cisl, che mal sopportano una violazione del metodo della concertazione, con un intervento a gamba tesa dell’esecutivo con cui si cambiano i patti sottoscritti tra le parti sociali e approvati dalle loro basi. E, intanto, si attende l’esito del confronto parlamentare sempre a rischio
Ma non sarà il welfare e la finanziaria a far cadere il Prodi che dondola.
Dopo il risultato scontato delle votazioni plebiscitarie di ieri per Veltroni, con la fine dei partiti contraenti dei DS e della Margherita e la nascita del Partito Democratico, una domanda si pone con grande curiosità: che farà Veltroni? Quale sarà la sua proposta politica? Con quali alleanze di “nuovo conio”, per usare la formuletta rutelliana, si propone di governare?
E, soprattutto, per quanto tempo ancora acconsentirà a Prodi di dondolare?
Non abbiamo la sfera di vetro e non siamo cartomanti. Se, tuttavia, comprendiamo ancora qualcosa di questa schizofrenica politica della seconda repubblica, crediamo che, salvo qualche incidente di percorso parlamentare sempre in agguato, ( salute dei senatori a vita permettendo) Prodi ce la farà sino a fine anno.
Saranno gli sviluppi del dibattito interno al nuovo partito democratico, la libertà ritrovata dagli ex margheritini rimasti orfani e senza casa, e, soprattutto, l’incombere pericoloso del refererendum sulla modifica della legge elettorale, a fornire i tempi di una crisi annunciata che, fossi nei panni di Prodi, provocherei immediatamente per por fine ad un’agonia impietosa per se stesso e, purtroppo, per tutto il Paese.

Don Chisciotte


da: Radioformigoni, 15 ottobre 2007

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria