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Domenica 19 gennaio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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11/10/2007

Come il Paese può uscire dal cul de sac

Rieccolo, Don Chisciotte, proporre una lettura chiarissima della vicenda politica nazionale e della sofferenza dei ceti medi. Fino a quando si potrà resistere ad una situazione così?

   

Come il Paese può uscire dal cul de sac

Abbiamo parlato la settimana scorsa di autunno del ceto medio con famiglie abituate a stipendi mensili di tre, quattro milioni, sostanzialmente bastanti prima dell’euro per una condizione di vita dignitosa, che hanno visto ridursi il loro potere d’acquisto di oltre il 40%, dopo che quei tre, quattro milioni sono diventati 1500, 2000 € al mese, con gravi ripercussioni sulla stessa qualità di vita.

Non ci fossero alcuni ammortizzatori sociali rappresentati dalla consistente presenza di case in proprietà (oltre il 75-80) senza oneri per l’affitto, qualche pensione di padre o madre convivente e altri “palliativi all’italiana” (secondo lavoro in nero) la situazione già insopportabile di questa parte significativa del ceto medio italiano da lavoro dipendente potrebbe giungere alla deflagrazione sociale.

Come garantire allora nelle buste paga dei lavoratori dipendenti che giustamente fischiano i sindacati e protestano contro il governo non solo a Mirafiori, un incremento di salari pari almeno al 30% per compensare in parte il ridotto potere d’acquisto delle famiglie?

Altra strada non c’è che quella della riduzione del carico fiscale nella busta dei lavoratori, ossia di coloro che rappresentano i contribuenti certi del fisco nazionale, con il prelievo automatico alla fonte.

Questo, però, comporta un profondo sfoltimento della giungla abnorme e parassitaria della spesa pubblica. Probabilmente la via d’uscita va ricercata assumendo decisioni non più rinviabili e annunciate da tempo: la chiusura dell’infelice, antistorica e costosa esperienza delle province e degli enti inutili partoriti da un famelico apparato centralistico; la riduzione drastica sino all’annullamento delle prebende distribuite a piene mani a tutti i livelli alti istituzionali e politico- amministrativi e, soprattutto, rovesciando il rapporto attualmente ancora troppo sbilanciato a favore del pubblico per il privato (il nostro vecchio e sempre valido slogan di “più società meno stato”) .

Ciò, tuttavia, presuppone un forte consenso popolare ad un governo capace di assumersi l’onere di tali scelte. Presupposto indispensabile: smetterla con il raccontar fiabe alla Padoa Schioppa e parlar chiaro agli italiani. Se si vuol evitare l’esperienza del tanto temuto “uomo forte”, solo attraverso un più diretto coinvolgimento dei cittadini elettori (che, bisogna finirla di considerare sudditi di una casta di privilegiati inamovibili) e l’assunzione di una generalizzata responsabilità delle forze politiche è possibile far uscire il Paese dal cul di sacco terribile in cui si è cacciato.

Don Chisciotte

da Radioformigoni, 8 ottobre 2007

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria